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Stoppani ancora alla guida di Fipe: “Turismo e ristorazione devono crescere insieme”

Di Job in Tourism, 6 Gennaio 2020

Lino Enrico Stoppani è stato confermato per i prossimi 5 anni alla guida di Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi. Un’associazione, aderente al sistema Confcommercio, che rappresenta circa 300.000 imprese in un settore che sviluppa un valore aggiunto di 40 miliardi di euro e occupa oltre 1 milione di addetti.
“Fipe ha avuto la grande responsabilità e il merito di firmare il primo Contratto collettivo di lavoro riservato ai soli dipendenti dei pubblici esercizi, della ristorazione commerciale e collettiva e del turismo – ha ricordato Stoppani nel corso del suo intervento durante l’assemblea che ha rinnovato gli organi dirigenti – . Il primo che ha introdotto il concetto di scambio tra produttività e salario, fondato sull’inderogabile principio che prima di redistribuire la ricchezza bisogna crearla”.
Stoppani ha proseguito identificando quelli che definisce temi identitari e fondamentali per la funzione di rappresentanza della federazione: “Il ruolo di Fipe è decisivo in due settori complementari – turismo e filiera agro-alimentare – nei quali storicamente ci viene riconosciuta una forte funzione di attrazione, valorizzazione e promozione. All’attività di ristorazione va riconosciuto un ruolo nella conservazione identitaria e produzione culturale. Nello specifico, per quanto riguarda il turismo, occorre valorizzare il ruolo di ristorazione, intrattenimento e servizi balneari, decisivi per migliorare la soddisfazione dei turisti e favorire occasioni di spesa, generando ricchezza e posti di lavoro. Vanno estese a tutte le categorie e rese strutturali le buone normative finalizzate a promuovere lo sviluppo e la modernizzazione dell’offerta turistica”.
“Inoltre, crediamo sia assolutamente fondamentale – ha continuato Stoppani – dare regole certe al mercato, per consentire al sistema imprenditoriale di operare in un contesto competitivo fondato sui principi di concorrenza leale, contrastando ed eliminando le tante forme di abusivismo che oggi lo dequalificano”.

Chiavi d’oro ha un nuovo direttivo in Toscana
L’Associazione regionale toscana dei portieri d’albergo “Chiavi d’Oro” ha un nuovo direttivo, a cominciare dai vertici: dopo 6 anni di presidenza, infatti, Massimo Parlanti, duplex concierge dell’Hotel Excelsior e St Regis a Firenze, lascia l’incarico ad Alessandro Marchese, primo portiere del nuovo Starhotels Collezione Helvetia & Bristol, sempre nel capoluogo toscano. Vice presidente è Sergio Iannotta, dell’Hotel Brunelleschi, mentre Francesco Brunori è presidente onorario. Ecco di seguito le altre nomine del direttivo: segretario Romano Pallai, Plaza Hotel Lucchesi, tesoriere Andrea Oppoliti,Hotel Adler Cavalieri, consiglieri: Alberto Bettuelli, Castello del Nero, Aldo Maestosi, St. Regis, Antonio Mitrione (sede), Antonio Pagano, G.H. Villa Cora, Michele Paonessa, Plaza Hotel Lucchesi, Simone Spulcioni, Hotel Lungarno.

Silvia D’Ilario miglior Maitre d’Italia Amira
È Silvia D’Ilario il miglior Maitre d’Italia Amira. A decretare la vittoria è stata la giuria durante il 64° Congresso Internazionale Amira a Siracusa, presso il Grand Hotel Villa Politi. D’Ilario ha vinto il concorso “Miglior Maitre d’Italia e Piatto alla lampada” proponendo il piatto “ Penne Rigate all’Ossolana con Ragout di Anatra e Magret leggermente disidratato profumato al limone ed erbe aromatiche”.
Silvia D’Ilario è docente presso l’Istituto alberghiero Erminio Maggia di Stresa, dove è stata allieva negli anni 90. Questa vittoria è il coronamento di tanto impegno nel mondo della ristorazione da parte di Silvia, che dichiara di aver raggiunto questo traguardo grazie al lavoro di squadra, infatti il piatto nasce da una collaborazione con lo chef Roberto Abbondio responsabile delle cucine dell’Istituto Maggia.
Per questo piatto la maitre ha abbinato un vino prodotto nella provincia del Verbano Cusio Ossola, il “ Ca’ D’Mate’” elaborato nelle cantine Ossolane Garrone con una base del 70% di Nebbiolo, 20% di Croatina e 10% di Prunent.
D’Ilario è riuscita a convincere la giuria grazie anche alla tecnica di lavoro alla lampada, una tradizione della ristorazione italiana che i maitre di Amira stanno cercando di riproporre nei ristoranti al fine di valorizzare il servizio di sala. Silvia D’Ilario è stata premiata da Claudio Recchia, food and beverage manager presso il 5 stelle lusso Villa Principe Leopoldo di Lugano.

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