Sono più numerose, ma anche più tecnologiche ed esperienziali, eppure ancora poco propense all’internazionalizzazione e alla ricerca di fonti di investimento. È la fotografia dello stato di salute delle aziende innnovative del turismo scattata dalla survey annuale dell’Associazione Start Up Turismo. Il report – i cui risultati sono stati anticipati da un’analisi di EconomyUp – evidenzia come l’ecosistema italiano delle start up che operano nel settore sia in crescita. Continua, infatti, ad aumentare anno su anno sia il numero delle imprese che il valore dei singoli investimenti che – è però la criticità – in generale, stentano a decollare.
L’analisi
Secondo quanto riportato, infatti, “nel 2022 il 67% delle start up non ha ancora effettuato un round e il 52% non ha mentor né advisor. A questo si aggiunge una scarsa propensione all’internazionalizzazione e alla ricerca di nuove fonti di investimento”, emerge dalla survey. Eppure – ha raccontato la presidente dell’Associazione, Karen Venneri – “lo scorso anno gli investimenti hanno doppiato i valori dell’anno precedente, seppur con la metà dei round: il 70% dei round è stato infatti superiore ai 300mila euro”.
Ma quali sono le tipologie di start up più interessanti sul mercato? In testa, quelle esperienziali – legate ai marketplace di prodotto – ma anche quelle ad alto contenuto tecnologico che sfruttano l’intelligenza artificiale, i big data o la blockchain, come le chatbot applicate all’hospitality.
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