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Sperimentare e perfezionare le lingue: la ricetta per crescere

Quale percorso scegliere per una carriera nell’ospitalità oggi? Raccontiamo la storia di Alessandro Buono, da Ischia alle esperienze internazionali

Quale percorso scegliere per una carriera nell’ospitalità oggi? Raccontiamo la storia di Alessandro Buono

Di Mariangela Traficante, 8 Settembre 2021

Location di lusso in grandi metropoli, strutture boutique e grandi hotel di catena, destinazioni leisure e hotel aeroportuali. Sperimentare tutte le varietà di hospitality per formarsi al meglio, con un fattor comune: l’esperienza all’estero. È il racconto della crescita professionale di Alessandro Buono, attualmente front office receptionist presso l’Hilton Munich Airport, e con l’ospitalità nel sangue da sempre: Buono conta infatti esperienze di direzione alberghiera in famiglia, e viene da una delle località a vocazione turistica per eccellenza, Ischia.
“Un’aria che respiro sin da piccolo, ho sempre avuto le idee chiare”, spiega. E così, dopo una laurea in Economia aziendale all’Università di Napoli Federico II, con una tesi dedicata alle strategie competitive delle catene alberghiere, ha cominciato a muoversi nell’hôtellerie internazionale, in quella che in effetti, attraverso la sua storia, può essere un’indicazione utile per chi, come Alessandro, intende investire in una carriera nel mondo dell’ospitalità oggi.

Domanda: Qual è il percorso che l’ha portata al ruolo che ricopre e quale “bagaglio” di esperienze e competenze ha portato con sé?
Risposta: “Sono partito da Londra, sia per perfezionare la lingua sia perché offre tantissime opportunità negli hotel di lusso, era quello il mio target. Ho iniziato all’Hyatt Regency London – The Churchill, tra food and beverage e il reparto eventi, per poi proseguire al Copthorne Tara Hotel London Kensington al front office, ho voluto cambiare per essere più a contatto con i clienti e approfondire altri ruoli. Mi sono misurato con una struttura molto grande che mi ha aiutato a imparare a gestire la pressione al lavoro.
L’esperienza londinese si è conclusa con il Conrad London St. James, dopo di che ho deciso di approdare in Germania, per imparare un’altra lingua e approcciarmi a un altro tipo di hôtellerie. Ho lavorato al Seehotel Schlierseer Hof, un albergo a conduzione familiare, seguendo in contemporanea un corso di tedesco, prima di decidere di spostarmi in una catena internazionale e approdare appunto all’Hilton Munich Airport. Tutte queste esperienze mi sono servite per arricchirmi ed avere una visione globale del mondo dell’hotel”.

D. Si tratta di un percorso e di una scelta che consiglierebbe ai giovani desiderosi di intraprendere una carriera in questo settore?
R. “Sicuramente mi sento di consigliarla fortemente, è un’esperienza che prevede tante sfide, sacrifici e spirito di adattamento, anche per adeguarsi ai nuovi sistemi organizzativi al lavoro, ma porta numerosi benefici, tra cui l’apprendimento di nuove lingue, la conoscenza di nuove culture, nuovi contesti sociali e lavorativi, anche il confronto con colleghi di ogni parte del mondo contribuisce all’apertura mentale. È importante lasciare la propria comfort zone, andare oltre e mettersi in gioco. Si sviluppano anche le soft skills, oggi indispensabili, come l’etica e la forte dedizione al lavoro”.

D. Percepisce che l’attività all’interno di una struttura ricettiva sia cambiata nel tempo in termini di competenze richieste e sfide?
R. “Fondamentale è dare priorità all’ospite, porlo al centro delle attenzioni, il servizio deve essere focalizzato sul cliente. L’obiettivo comune è sempre la soddisfazione del cliente ma oggi anche andare oltre, anticipare le sue aspettative e i suoi bisogni. L’ospite è ormai abituato ad avere tutto a portata di mano, ci si mette alla prova tutti i giorni.
Inoltre, l’evoluzione del servizio e dell’hôtellerie ha fatto sì che venga richiesta la massima flessibilità e i ruoli sono più promiscui, ognuno deve ampliare i propri ambiti di azione”.

D. Quali sono ora i suoi prossimi obiettivi?
R. “Il mio obiettivo principale rimane perseguire una carriera nell’ambito dell’hospitality di lusso e proseguire la crescita professionale. Non mi sono ancora cimentato in una nuova apertura e mi piacerebbe molto, così come tra i miei desideri c’è sicuramente quello di avere l’occasione di rientrare in Italia in servizio in una struttura ricettiva di lusso, appena si presenterà l’opportunità la valuterò con attenzione”.

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