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Sistema Italia, il “contenitore piccolo” cambia volto

Dal report Pambianco, la fotografia del sistema ricettivo italiano, in movimento verso forme di gestione più evolute e in cerca di un nuovo posizionamento

Dal report Pambianco, la fotografia del sistema ricettivo italiano, in movimento verso forme di gestione più

Di Job in Tourism, 23 Marzo 2023

Un “contenitore piccolo” – troppo – per il turismo di massa che, per trovare il proprio posizionamento ideale nel contesto globale dovrà piuttosto puntare, anche per motivi geografici e di scala, a una clientela internazionale e di alto livello. È questa la fotografia del sistema turistico e dell’ospitalità italiani scattata nelle scorse settimane da Pambianco che, nel presentare il suo primo report dedicato specificatamente all’hôtellerie, ha messo insieme una serie di numeri e tendenze che tratteggiano lo stato dell’arte del sistema ricettivo e, soprattutto, le prospettive future di sviluppo, come raccontiamo nel numero del magazine di “Job in Tourism” di questa settimana che potete leggere qui.

Il rimbalzo del turismo italiano

Il dato dal quale prende le mosse l’analisi è quello relativo alla fase di rimbalzo che il turismo italiano sta vivendo in questo periodo post Covid e che vede il comparto confermarsi asset strategico per il Paese, con 200 miliardi di valore generati nel 2022 (equivalente a poco meno del 10% del PIL nazionale) e quasi 3 milioni di occupati, pari al 12,5% del tasso di occupazione complessivo. Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, anche la bilancia turistica commerciale è rimasta sempre positiva raggiungendo nei primi 8 mesi del 2022 i 12,7 miliardi di euro (a +200% sul 2021). In questo scenario, che vede assicurata la fase di rimbalzo dalla forte ripresa degli arrivi internazionali (51,4 milioni lo scorso anno, il 91% in più del 2021 seppur distanti dai 64,5 milioni del 2019), l’Italia si attesta terza destinazione europea, dietro Francia e Spagna.

Un sistema frammentato

Stringendo l’obiettivo sull’hospitality, il report Pambianco evidenzia la forte frammentarietà di un sistema costituito da 32mila hotel e 22mila imprese alberghiere, con un forte baricentramento sui 3 e 4 stelle, che fanno il 55% dell’offerta ricettiva complessiva e con i 5 stelle a convogliare, tuttavia, il 60% della clientela estera. Per dimensionamento, quelle sotto i 20 dipendenti rappresentano oggi il 91% delle aziende dell’ospitalità italiana capaci di sviluppare il 43% del fatturato totale del comparto, mentre solamente il 2% conta più di 50 addetti fatturando il 36%. Numeri rispetto ai quali – secondo l’analisi Pambianco – si attende nei prossimi anni una forte concentrazione che investirà le imprese più piccole. 

La penetrazione delle catene alberghiere

A confermare la tendenza, il dato sul livello di penetrazione delle catene alberghiere, passato dal 4% del 2013 al 6,6% del 2022 (per un totale di 2105 hotel), con una presenza dei gruppi internazionali pari oggi al 28%, ma destinata a crescere sempre più. Il trend risulta evidente se si vanno ad analizzare quali siano stati gli ingressi più rilevanti nel sistema ricettivo italiano dell’ultimo periodo, con operazioni su asset italiani prestigiosi siglate da brand globali come Accor, LVMH, Four Seasons, Mandarin, Marriott, Melià, Ritz-Carlton, Six Senses e che – altro dato tendenziale – interessano soprattutto destinazioni mare e urbane, in primis Milano e Roma.

I modelli di gestione

Interessanti sono anche le informazioni sui modelli di gestione: degli 80 nuovi accordi siglati nel 2022, solo il 14% ha interessato sia la proprietà dell’immobile che la gestione alberghiera, in tutti gli altri casi, invece, l’accordo di gestione si è affiancato a contratti di affitto, nel 55% dei casi, e all’ingresso di management company nel 31%. “Nel post Covid – ha spiegato Alessio Candi, Consulting e M&A Director di Pambianco – si punterà sempre di più alla gestione e sempre meno al business di proprietà immobiliare e gestione congiunti: stiamo andando, cioè, verso forme evolute di gestione alberghiera che vedono crescere la formula del franchising con l’ingresso delle grandi catene internazionali, utile a portate know how alle imprese italiane”. 

L’outlook positivo

Player che, a mettere in fila i dati sui fatturati raccolti da Pambianco, descrivono un sistema italiano “piccolo” rispetto a quella che è la potenza di fuoco dei grandi marchi internazionali (dai 100 ai 240 milioni di fatturato nel 2022 per i primi 6 gruppi alberghieri italiani contro una scala di valore che si muove nell’ordine dei miliardi, se si considerano nomi come Marriott, Hilton e Hyatt). 

“L’Italia – ha tirato le conclusioni Candi – è un ‘contenitore’ piccolo e di eccellenza, destinato con la ripresa in via definitiva dei flussi globali, anche dall’Oriente, a una clientela internazionale e di alto livello e non a un turismo di massa, anche in considerazione di quella che è la conformazione geografica del Paese”. 

L’outlook per il settore è, comunque, positivo: “Ci attendiamo una crescita annua composta del settore del 3% fino al 2032 che nei prossimi anni ci porterà sostanzialmente sopra i risultati del 2019. Una crescita – ha concluso – che sarà fortemente guidata dagli investimenti internazionali e che riceverà un ulteriore booster da quelli connessi alle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026”.

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