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Sicurezza: cosa chiedono i viaggiatori e cosa suggeriscono i protocolli

Gli italiani si dicono pronti a usare disinfettanti, igienizzanti e protezioni per il viso in vacanza

Gli italiani si dicono pronti a usare disinfettanti, igienizzanti e protezioni per il viso in vacanza

Di Mariangela Traficante, 1 Luglio 2020

Il tema della salute e della sicurezza sarà naturalmente centrale d’ora in avanti, e su questo fronte le aspettative dei viaggiatori e degli ospiti sono elevate. Diventa fondamentale quindi per le strutture dell’ospitalità e della ristorazione investire nel modo giusto. Ma cosa richiedono maggiormente i clienti? A scoprirlo ci ha pensato Assosistema, l’associazione che in Confindustria rappresenta le imprese che, tra le altre, svolgono il servizio di noleggio e sanificazione della biancheria per le strutture alberghiere, insieme a Confindustria Alberghi, commissionando alla società Tecnè una ricerca sulle aspettative relative alle misure messe in atto per garantire ai clienti l’igiene e la sicurezza sanitaria nelle strutture stesse. L’attenzione all’igiene va di pari passo con la preferenza per chi sappia offrire processi certificati, e i potenziali clienti sono anche disposti a pagare un po’ di più purché questo serva a garantire le giuste misure di sicurezza.
Al primo posto delle indicazioni relative alle misure che i potenziali clienti si aspettano c’è l’igienizzazione delle lenzuola e della biancheria da bagno (91%). L’attenzione è evidenziata dal fatto che l’81,5% chiederà informazioni rispetto alle procedure messe in campo per garantire i clienti, percentuale che sale all’84,7% tra chi pernotta per lavoro.
Commenta Marco Marchetti, presidente di Assosistema Confindustria, che “un dato da sottolineare è l’importanza attribuita alla garanzia di processi certificati: più del 90% dichiara, infatti, che si sentirebbe più tranquillo se l’igienizzazione avvenisse attraverso un processo “certificato”, effettuato da soggetti autorevoli, altro elemento che testimonia l’attenzione posta all’igienizzazione. Attenzione confermata dal fatto che il 54,7% sceglierà l’hotel dove soggiornare in base alle misure adottate e solo il 20,8% in base al prezzo”. Conclude Marchetti: “Gli intervistati hanno dichiarato che un incremento medio anche dell’8% sui prezzi sarebbe comunque accettato se finalizzato alle misure di sicurezza igienica che la struttura dovrà sostenere”.

Come superare i timori dei vacanzieri
E in effetti che la parola d’ordine questa estate sia “rassicurare” è sancito anche da un’altra indagine, che stavolta ha voluto sondare più in generale la voglia di partire degli italiani: l’ha realizzata italiani.coop per la rete di agenzie di viaggi Robintur Travel Group. E il dato più eclatante è che, a causa dei timori legati al Covid-19, 10 milioni di italiani che in precedenza avevano intenzione di partire resteranno invece a casa. Ma il margine per agire e riguadagnare la loro fiducia c’è, basta intervenire e proporre soluzioni ai loro timori più frequenti, e alle loro richieste. In cima alle motivazioni della rinuncia alle vacanze c’è il caos e l’incertezza del momento: le regole poco chiare scoraggiano il 78% dei rinunciatari, la paura di ammalarsi il 77%, la necessità di risparmiare in previsione di periodi difficili il 77% e le difficoltà economiche già insorte proprio per il lockdown il 70%.
Potrebbe essere utile puntare sulla fornitura degli strumenti giusti: il 93% è convinto che userà disinfettanti, igienizzanti e protezioni per il viso in vacanza (l’84% pensa addirittura ai disinfettanti per superfici). Sei su 10 si dicono disposti ad installare e usare app di tracciamento dei contagi (leggi: Immuni) e l’88% si dice d’accordo con l’obbligo di mascherine al chiuso, mentre oltre l’80% con gli ingressi scaglionati e l’obbligo di prenotazioni.

Safe Travels: i protocolli del Wttc
Ma una delle sfide principali per gli attori del turismo, oltre che naturalmente trovare le risorse necessarie da investire in strumenti, procedure e cambiamenti nelle proprie realtà per adeguarsi al post Covid-19, è quella di avere indicazioni certe. Lo abbiamo visto in abbondanza nelle ultime settimane, tra dettami diversi, cambi di rotta e incertezze. E così per cercare di dare un quadro il più possibile armonico e coerente è intervenuto il Wttc in persona: governi, istituzioni, esperti sanitari stakeholder e attori della filiera si sono trovati a collaborare e discutere insieme le linee guida necessarie. Il risultato è stata una serie di protocolli – riuniti sotto l’etichetta “Safe Travels” – finalizzati alla ripresa, pensati per mettere in campo azioni concrete e ottimizzare gli sforzi pubblico-privati. Ce n’è anche uno dedicato al comparto ricettivo, il documento completo si può consultare qui: raccoglie raccomandazioni suddivise in quattro capitoli principali, ciascuno riferito a un ambito: la formazione dello staff, l’assicurazione di un’esperienza sicura sia per i collaboratori che per gli ospiti, le mosse per recuperare fiducia e infine le pressioni che le aziende possono esercitare presso i Governi per ottenere incentivi e sostegno economico oggi più che mai necessari, anzi, indispensabili.

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