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Si può dare di più

Grave l'indiscriminato ribasso tariffario del 2010

Grave l'indiscriminato ribasso tariffario del 2010

Di Luciano Manunta, 14 Gennaio 2011

«Non è saggio pagare troppo, ma pagare troppo poco è peggio». Questo aforisma del letterato, pittore e critico d’arte britannico, John Ruskin, risale alla fine dell’Ottocento, ma sembra attualissimo nel tirare le somme del 2010 appena concluso, che ha visto confermare quanto e in che modo si sia, purtroppo, evoluta la crisi iniziata nel 2009. Ciò che più mi ha sorpreso, infatti, è come il nostro comparto abbia deciso di affrontarla: mi sarei aspettato una pianificazione supportata da maggiori investimenti, tesi a migliorare la qualità dei servizi da offrire, al posto della scorciatoia del ribasso tariffario indiscriminato che scompostamente si è intrapresa, scatenando una sorta di guerra tra poveri, il cui risultato produrrà, probabilmente, un ritorno alla «normalità» molto lento e lontano.
Eppure sarebbe stato sufficiente prendere esempio dalle esperienze passate: sia nostrane, come a Firenze, dove, dopo che la crisi della prima Guerra del Golfo aveva fatto svanire letteralmente di colpo la quasi totalità dei turisti (americani), si pensò di risolvere e compensare la loro assenza attirandone altri a prezzi stracciati, salvo poi scoprire che mai errore poté rivelarsi più grave, poiché il ritorno alla «normalità» delle tariffe durò diversi anni; sia estere, come alle Seychelles, dove, a seguito dello tsunami, si decise di abbassare drasticamente i prezzi, scoprendo poi, però, che tale prodotto elitario, a prezzi così bassi, non poteva essere attraente e che, solo dopo il riallineamento delle tariffe ai livelli precedenti, si ricominciò a recuperare presenze e profitti.
Non vi è dubbio, quindi, che il prezzo giusto sia quello che il mercato è disposto a pagare. Quando si paga troppo, male che vada, si perde un po’ di denaro, ma se si paga troppo poco si rischia di perdere tutto, perché il bene o il servizio acquistato quasi sempre non è all’altezza delle proprie esigenze. Della serie «non tutti i mali vengono per nuocere», ritengo perciò che le difficoltà incontrate e quelle che affronteremo quest’anno possano costituire un’occasione proficua, per prendere atto di quanto possiamo e dobbiamo dare (di più) per giustificare i prezzi, che ragioni di budget realistici non dovrebbero far mai scendere sotto la soglia stabilita dal mercato. «Fin dalle sue origini, la legge dell’equilibrio negli scambi non consente di pagare poco e di ricevere molto», sosteneva ancora John Ruskin… Come dargli torto?

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