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Rompere il soffitto di vetro

C´è un tempo per ogni cosa: l´importante è cogliere il momento

C´è un tempo per ogni cosa: l´importante è cogliere il momento

Di Massimiliano Sarti, 15 Luglio 2011

Una sottile lastra di vetro, un soffitto invisibile ma reale che separa le donne dai piani alti delle organizzazioni d´impresa: quello che gli anglofoni chiamano «glass ceiling» e che spesso impedisce ai migliori talenti femminili di approdare a ruoli adeguati alle loro reali potenzialità; e quello che Johanna Fragano, maltese di nascita ma italiana di adozione, amministratore delegato dell´hotel Quirinale di Roma e fresca vincitrice dello Skal tourism award 2011, è sicuramente riuscita a rompere grazie alla sua brillante carriera nel mondo dell´ospitalità. «Sono sempre stata convinta che il rispetto dei colleghi vada guadagnato esclusivamente per i propri meriti», racconta la stessa Fragano. «Una considerazione che si acquisisce a prescindere dal ruolo ricoperto e senza distinzione alcuna di genere. Certo, nel mio consiglio di amministrazione sono l´unica donna presente, così come lo ero quando mi trovavo in Worldhotels. E sono stata pure il primo presidente donna dell´Ehma».
Domanda. Ha rotto il ghiaccio, insomma. O meglio sarebbe dire il soffitto di vetro.
Risposta. In realtà sono sempre di più le professioniste che seguono percorsi simili al mio. Sono assolutamente convinta, infatti, che le donne siano molto adatte a questa professione: in fondo, l´albergo è come una grande casa da gestire. E noi l´abbiamo fatto per millenni. Quando vado nelle scuole alle ragazze dico sempre: “Se ci sono riuscita io, potete farlo anche voi”. E sono molte le giovani donne che si avvicinano a questo mestiere: negli istituti più prestigiosi rappresentano spesso la maggioranza degli iscritti. Sono certa, perciò, che la prossima generazione vedrà molte più donne nei ruoli di vertice. Anche perché esprimono un bagaglio di intelligenza e professionalità che non può essere assolutamente discriminato.
D. Giusto parlare di quote rosa anche nell´accoglienza dunque?
R. No, non nel senso di un´elargizione di incarichi dall´alto almeno. Quello che serve sono vere pari opportunità: in una carriera di 45 anni se una donna sta a casa in maternità per 12 o 24 mesi non credo che debba essere penalizzata. Quando ci si trova davanti a una persona che fa un ottimo lavoro, se poi prende un´ora di permesso per andare a vedere la recita del figlio non è una cosa così importante. È un suo diritto. E poi chi è bravo sul lavoro si sa organizzare anche nella vita privata.
D. Lei, per esempio, come ha fatto?
R. Bisogna fare delle rinunce. Inoltre, io credo molto nella capacità di delegare: al lavoro come nella vita privata. Un bambino, per esempio, ha bisogno della mamma, certo, ma non necessariamente di una mamma che lavi e stiri tutto il giorno. Il tempo libero trascorso con mio figlio io lo passavo soprattutto a giocare insieme a lui. È vero, per alcuni anni, molta parte del mio stipendio è servita esclusivamente a coprire le spese. Ma i bambini crescono velocemente e, una volta che mio figlio ha raggiunto un po´ di autonomia, io mi sono trovata con una posizione e una carriera. Il segreto sta solo nel fare scelte equilibrate.
D. Al Quirinale ci sono molte donne in carriera?
R. Molti miei capi-servizio sono donne. E, ci tengo a precisare, non ho accordato loro alcuna preferenza. Gli ho semplicemente dato la possibilità di crescere.
D. E lei, invece? Come ha deciso di fare carriera nell´ospitalità?
R. È una passione nata quasi per caso: mi ricordo che all´inizio degli anni 1970 lavoravo all´ambasciata maltese a Roma, quando un direttore inglese diretto all´Hilton di Malta, passato nei nostri uffici, ha pensato che potessi fare al caso suo per gestire le pubbliche relazioni. La sua segretaria, a Malta ci conosciamo un po´ tutti, era una mia amica e contattarmi è stato facile. Io accettai immediatamente e ben presto scoprii quanto mi piacesse la vita in hotel: un ambiente sempre attivo, 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana, dove si ha a che fare con persone spesso caratterizzate da quello spirito positivo che anima quasi sempre chi si trova in viaggio ed è pronto a fare nuove esperienze.
D. E come è tornata nella città capitolina?
R. Semplice: ho conosciuto mio marito, che è di Roma, e mi sono trasferita con lui sulle rive del Tevere. Ho chiesto al mio direttore di allora di darmi una mano a trovare un nuovo incarico in Italia e lui ha telefonato al general manager del Cavalieri Hilton di Roma che mi ha subito accolta. Nella mia vita professionale credo di aver saputo imparare da tutti: una sorta di spugna pronta a trattenere insegnamenti, suggerimenti e best practice, qualunque fosse la loro provenienza
D. Come è cambiata l´ospitalità dall´inizio della sua carriera a oggi?
R. Poco. Sostanzialmente, anzi, direi che è rimasta uguale a se stessa. L´ospite cerca sempre professionalità, buon cibo, ottimo vino e accoglienza. Quello che è cambiato è il modo di raggiungere i clienti: la tecnologia, il web in particolare, ci permette oggi di comunicare con milioni di persone senza muoverci dall´ufficio. Ma il fattore umano è rimasto identico: la formazione all´accoglienza, al sorriso, è essenziale. Perché se una risorsa è ben preparata, è più tranquilla e sicura di se stessa. E gli ospiti lo percepiscono subito.
D. Cosa consiglierebbe a chi si avvicina ora a questo mondo?
R. Di impegnarsi moltissimo, di non scoraggiarsi e di farsi conoscere; se possibile di viaggiare e di lavorare in qualche catena internazionale, anche se si possiede un albergo di famiglia che al termine del periodo di formazione si intende gestire. Io in tutti questi anni ho visto crescere tanti ragazzi. E di solito ho capito subito chi avrebbe fatto strada e chi no. È una questione di attitudine. Questo è un lavoro che richiede passione. Ma se si è pronti, le soddisfazioni, poi, possono essere enormi. Non so proprio come siano volati i miei 40 anni nell´ospitalità.
D. Cosa pensa di fare da grande?
R. Mi ritirerò e mi auguro di diventare presto nonna. E poi ho molti interessi: mi piace leggere, viaggiare, ascoltare musica. E adoro il cinema. Il mio hobby fin´ora è stato il lavoro: per persone come me, anche andare a prendere il caffè in centro con un´amica è quasi una trasgressione. Approfitterò, perciò, della pensione per fare le cose che non ho potuto fare prima. Perché c´è un tempo per ogni cosa: l´importante è cogliere il momento giusto.

Il premio Skal

«L’hotel Quirinale è uno dei pochi alberghi romani con oltre un secolo di storia che è rimasto indipendente e di proprietà italiana e che ha saputo sempre mantenere un altissimo livello di qualità nell’ospitalità alberghiera romana». Questa la motivazione del tourism award 2011 che lo Skal ha conferito a Johanna Fragano. Skal International è l´unica associazione internazionale che riunisce tutti i rami dell´industria del turismo e dei viaggi. I suoi associati, leader, imprenditori e dirigenti nei vari settori del turismo, si incontrano a livello locale, nazionale e internazionale per discutere e perseguire in amicizia argomenti di comune interesse. Il primo club fu fondato a Parigi, il 18 dicembre 1932, e da allora l´associazione si è sempre prodigata nel diffondere l´idea di cordialità e amicizia nei rapporti di lavoro. Nel tempo nacquero altri club e, nel 1934, venne fondata la Association international des Skal club, che oggi comprende circa 20 mila soci in oltre 500 sedi sparse in 90 nazioni differenti. In Italia, in particolare, gli Skal club sono 13 e comprendono oltre 500 soci.

Una breve biografia

La lunga carriera di Johanna Fragano nel mondo dell´hôtellerie inizia all´Hilton di Malta per poi proseguire a Roma, prima al Cavalieri Hilton, poi all’Hassler, al Grand Hotel e all´Excelsior, e quindi, dal 1990 come general manager e dal 2010 come amministratore delegato, all´hotel Quirinale. Johanna Fragano è poi anche vicepresidente sia di Federalberghi Roma sia dello Europe China hotel management experts council. Membro della European hotel managers association (Ehma), ne è stata anche, fino allo scorso anno, il primo presidente donna e attualmente ne è tesoriere. Nel passato, infine, ha ricoperto pure l´incarico di rappresentante del gruppo italiano degli alberghi Worldhotels ed è stata membro del consiglio di amministrazione della stessa società.

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