Job In Tourism > News > News > Romanico e Provenzale

Romanico e Provenzale

Di Antonio Caneva, 4 Aprile 2003

Non sempre nel mondo dell’hôtellerie si arriva per vocazione: a volte è il puro caso oppure un investimento immobiliare o finanziario che poi fanno nascere una vera e propria vocazione e passione, che mai prima si erano né manifestate né immaginate, e che portano a proseguire in questa scelta. È quanto è accaduto a Marcel Canonge, da più di 20 anni presidente e direttore generale della Società Impérator Concorde di Nîmes, uno splendido albergo quattro stelle (il solo della città) dal fascino, per usare un termine alla moda, “shabby chic”, in cui convivono perfettamente lo stile originario degli anni ’30 con il più autentico stile provenzale. Ne parliamo insieme in occasione della sua visita a Milano in cui ha voluto richiamare l’attenzione della stampa italiana, non solo sulla propria struttura, ma soprattutto su Nîmes: città tra le più antiche di Francia, nel cuore della Provenza romanica, che coniuga storia, arte, cultura, tradizioni, enogastronomia, folklore, natura, una destinazione ancora in gran parte vergine per i nostri connazionali.
Domanda. Come è arrivato a essere presidente dell’Impérator di Nîmes?
Risposta. Il mio percorso scolastico e lavorativo in realtà non ha nulla a che vedere con l’hôtellerie, in quanto ho fatto studi matematici e per un certo periodo mi sono dedicato all’insegnamento, ma ritengo che la matematica sia un’ottima formazione che può condurti in qualsiasi campo di attività. Fu un investimento finanziario che mi portò all’acquisto dell’Impérator e a farmi abbandonare la mia occupazione. Da quel momento me ne sono innamorato. Se l’hotel è carico di personalità e ha un’anima non è certo merito mio, perché già possedeva queste caratteristiche. Io mi considero solo il depositario di questa eredità da conservare per le generazioni future ed è per questo che mi adopero, insieme a Claude-Jean Creach, direttore dell’albergo da oltre 20 anni, e a tutto il nostro staff, per preservarne le tradizioni e per mantenerne inalterato il fascino che l’ha reso, nel corso degli anni, un luogo mitico per i cittadini di Nîmes, emblema stesso della loro ospitalità.
D. Qual è l’impegno che questo comporta?
R. Innanzitutto l’investimento sulla struttura con interventi di manutenzione e di ristrutturazione permanenti: in questo momento, ad esempio, stiamo rifacendo il bar e la facciata esterna. Ma non è certamente solo questo; l’impegno va oltre, anche nel cercare di salvaguardarne la personalità originaria, mantenendo in perfette condizioni alcuni pezzi d’antiquariato come il famoso ascensore d’epoca che dà il benvenuto nell’ampia hall: un pezzo unico, marcato Otis 1930, da sempre oggetto di invidia per gli esperti di antiquariato, che si inserisce nello spazio insieme ad altre rarità. Inoltre ci preoccupiamo di continuare a far convivere la cultura provenzale unitamente a quella romanica e spagnola, di cui l’albergo è carico e che corrisponde allo spirito della nostra città di cui l’hotel è parte integrante. Lo sforzo è anche quello di rimanere un albergo indipendente con la sua personalità.
D. Qual è stato uno dei momenti di maggiore gratificazione e soddisfazione che l’Impérator le ha dato?
R. Sicuramente l’aver ricevuto il presidente della Repubblica francese Jacques Chirac e altri rappresentanti internazionali in occasione del summit franco-italiano che si è svolto nel 1999. Al momento della firma del libro d’oro ero talmente al settimo cielo che ho voluto ricordare questo momento firmando anch’io il libro d’oro con questa frase “Le jour de gloire est arrivé”…
D. Il suo incontro stampa a Milano mi sembra sia stato orientato a promuovere la destinazione piuttosto che il suo hotel. Per quale ragione?
R. Ritengo che Nîmes e la sua regione non abbiano la visibilità che meritano e penso anche che siano una destinazione particolarmente adatta al pubblico italiano, non solo per le radici comuni che vi si possono ritrovare, non a caso è definita la Roma francese, ma anche per quel mix di attrattività che offre. Nîmes e l’Impérator possono considerarsi il punto di partenza per tanti itinerari che spaziano dalla cultura romanica alle tradizioni della tauromachia, all’enogastronomia, all’artigianato, senza dimenticare che in pochi chilometri si arriva in Camargue, ad Avignone e ad Arles, tanto per citare alcune realtà turistiche forse più note. Una meta che comincia ad essere apprezzata anche per presentazioni di prodotti: ad esempio Les Arènes sono state scelte quale scenario d’eccezione per presentare le nuove auto Bmw e Volkswagen. Gli italiani rappresentano una fetta di mercato importante per l’Impérator, con 2.600 presenze nel 2002, cifra che è già cresciuta rispetto all’anno precedente avviandosi a diventare il primo mercato europeo dopo quello francese. Tuttavia penso che vi siano i presupposti per un ulteriore incremento.
D. Poco fa mi diceva che l’Impérator è un albergo indipendente: eppure mi risulta che è affiliato a Concorde Hotels. Perché questa scelta?
R. Lo spirito di Concorde è proprio quello di riunire alberghi che hanno personalità diverse pur accomunati da certi standard. Il vantaggio di un’affiliazione di questo tipo va senz’altro misurato in termini di reputazione e di immagine di cui gode questo Gruppo nonchè in termini di relazioni e di aperture che può consentire.

Il quinto “monumento” di Nîmes

Per gli abitanti di Nîmes l’hotel Impérator, costruito nel 1929 su progetto dell’architetto Pellatan, è il quinto monumento cittadino dopo le vestigia romane, e anche Gault Millau lo definisce “un monumento”. Negli anni, ha ospitato alcuni dei personaggi più illustri dell’arte, della politica, dello spettacolo e della cultura del Novecento, che ne hanno fatto il loro punto di riferimento contribuendo così alla sua leggenda, da Ernest Hemingway ad Ava Gardner, da, Pablo Picasso a Luis Miguel Dominguin, fino a Jacques Chirac e ad altri rappresentanti internazionali. Situato in posizione strategica, nel cuore della “Rome française”, è un albergo in cui si riflette un lusso discreto, che coniuga eleganza e comfort, con uno stile inconfondibile e di grande fascino. Le sue
62 camere, fra cui alcune suite che prendono il nome dai personaggi illustri che hanno ospitato, sono arredate in stile provenzale con tessuti Soleado e arricchite da elementi d’antiquariato che donano all’ambiente un fascino retrò. L’Enclos de la Fontaine, il rinomato ristorante, si affaccia su un giardino interno in cui troneggiano cedri, sequoie e ginko biloba.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati