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Ritratto di una nuova catena

Di Massimiliano Sarti, 26 Settembre 2008

Un albergo a Parma, due a Zanzibar e ben 49 trattative in corso a Milano, Verona, Bergamo, Arezzo, Caserta, Pescara e in altre città italiane. Sono questi i numeri del nuovo gruppo Ora hotels. Un progetto nato da pochi mesi ma i cui autori hanno già le idee chiare sui propri traguardi: diventare la più importante catena alberghiera italiana. «La nostra impresa si basa su un piano industriale coerente, che prende le mosse dalla nota carenza di strutture ricettive di livello internazionale in Italia», spiega il presidente di Ora hotels, Vincenzo Presti. «L’idea, così, è proprio quella di colmare questa lacuna, sviluppando una rete capillare di hotel in gran parte delle 107 provincie del nostro paese. Il tutto, senza tralasciare anche una strategia di espansione internazionale, in particolar modo verso le regioni dell’Europa orientale».
Il progetto prevede l’apertura di 20 alberghi nei primi cinque anni di attività del gruppo. La catena, inoltre, intende suddividere la propria offerta in quattro segmenti distinti: il Luxury, dedicato a un target medio-alto con strutture situate prevalentemente in centri urbani o di grande appeal internazionale. Il City, che dovrebbe costituire il core della rete Ora hotels in Italia. Il Resort, che comprenderà hotel e villaggi nelle principali mete turistiche del nostro paese e del mondo. Il Domus, volto, infine a soddisfare soprattutto la domanda di turismo religioso.
«Ci rivolgiamo», prosegue Presti, «soprattutto a imprenditori che credano nel nostro progetto. Cerchiamo, infatti, strutture di livello medio, medio-alto, con cui instaurare un rapporto di collaborazione fondato su una strategia dotata della necessaria flessibilità commerciale e operativa per adeguarsi alle singole realtà dei mercati locali. A cominciare dalla dimensione stessa degli hotel, che nelle nostre intenzioni dovrebbe aggirarsi mediamente attorno alle 100 camere, ma che siamo consapevoli potrà variare notevolmente a seconda delle caratteristiche peculiari di ogni singola destinazione».
Il presidente di Ora hotels ha poi le idee molto chiare anche sulle tipologie contrattuali con cui il gruppo intende svilupparsi: «Niente acquisti d’immobili, perché la nostra non è una compagnia di real estate. Ma, in una fase iniziale, contratti di affitto d’azienda o locazione, a cui, successivamente, affiancheremo accordi di franchising e di management. Crediamo, infatti, che solo la flessibilità consentita da quest’ultime due fattispecie contrattuali possa permettere il successo di un progetto come il nostro. Lo dimostra ampiamente, tra l’altro, la vicenda di molte prestigiose catene internazionali, tra cui, solo per citarne alcune, Accor e Hilton».
Ora hotels pensa, infine, anche ad alleanze e joint-venture con mini-catene a carattere locale. «Come ho già detto, siamo molto disponibili a collaborare con chiunque intenda partecipare al nostro progetto», conclude Presti. «Oltre alla possibilità di stipulare contratti di management o franchising, offriamo, infatti, anche l’opportunità di creare società compartecipate focalizzate sulle esigenze e sugli obiettivi sia di Ora hotels, sia dei nostri partner. Grazie a tali alleanze, contiamo non solo di accelerare l’espansione della nostra offerta sul mercato, ma anche di trovare alternative al canale bancario nella ricerca delle leve finanziare necessarie allo sviluppo del gruppo».

Identikit di Vincenzo Presti
Il presidente di Ora hotels vanta un’esperienza di 25 anni, in Italia e all’estero, nel settore turistico-alberghiero, che lo ha condotto, partendo dalla carica segretario di ricevimento, a ricoprire i più alti ruoli dirigenziali, tra cui quello di direttore e amministratore delegato. Dal 1992, in particolare, entra a far parte del gruppo Domina, per diventare, nel giro di pochi anni, amministratore delegato di Domina vacanze, nonché presidente di Domina travel e della Domina hospitality school. Prima di creare Ora hotels, Presti fonda, insieme ad altri manager del gruppo Domina, la My hotels, ricoprendo vari ruoli dirigenziali all’interno della catena, che in poco meno di due anni rende operative ben 12 strutture in Italia, Francia e Kenya.

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