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Ripensare lo stage in hotel

Di Giorgio Bini, 7 Dicembre 2007

Formazione e lavoro sono stati gli argomenti al centro del forum Diplomati: che cosa ci aspetta. Che cosa fare?, organizzato dall’Aira in collaborazione con Solidus lo scorso 20 novembre presso l’istituto alberghiero Carlo Porta di Milano. All’evento, inserito nel percorso Incontri & formazione, hanno partecipato esponenti del comparto scolastico e alberghiero che hanno evidenziato la necessità di una più stretta collaborazione tra i due mondi per garantire agli studenti adeguate prospettive professionali. «Occorre ridiscutere il rapporto tra formazione e lavoro perché accade troppo spesso che le migliori risorse provenienti dalle scuole alberghiere italiane scelgano carriere diverse da quelle dell’ospitalità», ha spiegato il presidente dell’Aira, Luciano Manunta. «Le ricerche più recenti ci dicono, infatti, che solamente il 7% degli alunni intraprende un percorso professionale coerente con i propri studi». Per la maggior parte degli intervenuti, uno dei problemi più pressanti risiede nella scarsa qualità degli stage. «In effetti», ha raccontato il direttore dell’hotel Enterprise di Milano, Damiano De Crescenzo, «c’è sempre meno personale disponibile che possa dedicarsi agli stagisti. Certo, la durata spesso ridotta di questi programmi formativi non consente di intraprendere percorsi della dovuta profondità, ma noi albergatori dobbiamo riconoscere le nostre responsabilità». «Quando iniziai la mia carriera», gli ha fatto eco Luciano Scauri, director of business development dell’Hotel dei Cavalieri di Milano, «le condizioni erano obiettivamente migliori. Oggi gli stipendi sono più bassi, ma a stagisti e neoassunti si richiede la conoscenza di almeno tre lingue e la disponibilità a lavorare durante le festività senza fornire neppure vitto, alloggio e divisa. È perciò nostro preciso dovere offrire a chi si avvicina a questo settore qualcosa di meglio e non solo in termini di denaro». Alle scuole, d’altro canto, viene richiesto una maggiore vicinanza al mondo del lavoro e il costante aggiornamento dei docenti. Agli studenti, infine, la disponibilità a mettersi in gioco e a imparare. «Chi vuole intraprendere una carriera nell’hôtellerie deve conoscere le varie realtà di cui è composta per stabilire con precisione i propri obiettivi», ha sottolineato Alberto Sangregorio, presidente dell’Associazione albergatori della provincia di Milano. «Disponibilità e amore per il proprio lavoro sono poi elementi essenziali per avere successo. Lavorare durante i week end in un albergo di città consente, per esempio, di svolgere mansioni che nei giorni feriali non sarebbero mai affidate a un neoassunto o a uno stagista». A tirare le fila a conclusione del forum, il presidente di Solidus, Franco Alzetta: «Questo incontro dev’essere considerato solo l’inizio di un lungo percorso di confronto tra noi professionisti e i docenti, di un dialogo che deve servire a colmare l’attuale distanza tra scuola e lavoro nel segno di una reciproca collaborazione».

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