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Ripartire nel nome del Turismo

Pensare a un rilancio che guardi alla sostenibilità significa anche valorizzare le risorse e le professionalità

Pensare a un rilancio che guardi alla sostenibilità significa anche valorizzare le risorse e le professional

Di Fabrizio Garavaglia, 23 Giugno 2020

Sono settimane difficili per tutto il Paese e per ogni attività economica e sociale. Certamente tra i più colpiti e penalizzati vi è il settore del turismo, che rappresenta il 14% del Pil nazionale, fornisce lavoro a centinaia di migliaia di persone, e vede ingenti investimenti in pericolo.
E’ anche vero che il nostro è un Paese dalla mille risorse, abbiamo imprenditori e attori del settore turistico in grado di fare veri e propri “miracoli”. Certo in questi frangenti un aiuto dal Governo e dalle istituzioni è indispensabile. Attenzione però: servono soldi veri, servono norme di sburocratizzazione, serve favorire investimenti innovativi e duraturi.
In questo senso, Giovanni Bastianelli, direttore di Enit ha ricordato come “l’Italia turistica ha a disposizione tutti gli strumenti per ripartire con destinazioni termali, balneari, città d’arte, mete del lusso e della moda e del design, nonché dello shopping e i centri attrezzati ad accogliere i meeting internazionali”.
Sempre Bastianelli sottolinea come l’uscita dalla crisi passa necessariamente dal mercato domestico e poi dalla ripresa degli arrivi dall’estero.
Due sono però le riflessioni che a nostro giudizio meritano di essere ulteriormente riportate. In primo luogo “…la contingenza attuale offre un’occasione a tutti gli operatori del settore di alzare gli standard di qualità e operare quel rinnovamento e adeguamento che richiede il settore con l’avanzata dell’innovazione e delle politiche ambientali e di sostenibilità”.
Insomma, anche per il turismo sarà centrale il tema dello sviluppo sostenibile. Ripartire in una nuova modalità, l’occasione di recuperare un gap, presentare un’offerta di turismo moderno, di sensibilità, proiettato al futuro. D’altro canto, da una recente ricerca svolta da Lifegate, nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, emerge come 7,5 milioni di italiani organizza vacanze sostenibili e 10,5 milioni di italiani è sostanzialmente disponibile ad acquistarne una anche se costa di più.
Emerge anche che tra i maggiori gradimenti figurano enogastronomia, contatto con la natura, mobilità dolce, strutture realizzate e gestite con criteri sostenibili.
Infine, l’ultima considerazione legata alle figure professionali. Pensare a una ripartenza che guardi alla sostenibilità significa anche valorizzare le risorse. Si ha bisogno di figure in grado di ripensare e riutilizzare, a esempio, gli spazi aperti, di professionalità che sappiano valorizzare e trasformare i luoghi di condivisione, portatori di nuove tecnologie al servizio del turismo, utilizzo della rete e del web. Progettare in una visione moderna, sostenibile e duratura.
Sempre Bastianelli sottolinea che “Abbiamo bisogno di innestare i giovani sempre di più in questo settore, pensando che poche cose resteranno uguali a prima nel modo di promuovere nel mondo le destinazioni turistiche e nella concezione stessa della struttura e nell’approccio alla sostenibilità”.

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