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Retribuzioni e mercato del lavoro

Di Michele Stasi e Luca Battagliero*, 11 Gennaio 2008

Proseguono anche su questo numero di Job in Tourism i contributi degli esperti di Hay group, società di consulenza di direzione globale, che sarà tra i protagonisti del prossimo Tfp Summit ’08, l’evento organizzato dalla nostra testata e dedicato al mondo del lavoro nell’industria dei viaggi. L’argomento di questo intervento, in particolare, riguarda le più recenti dinamiche delle retribuzioni nel mercato italiano, analizzate in tutte le loro specifiche componenti.

Nell’ultimo anno si è assistito in Italia a un rallentamento della dinamica delle retribuzioni. Le nostre indagini più recenti, infatti, hanno evidenziato un andamento in lieve controtendenza rispetto a quello rilevato nel biennio 2005-2006: considerando un campione costante di osservazioni (dipendenti che nell’ultimo anno hanno mantenuto la stessa posizione e identico inquadramento), l’incremento medio degli emolumenti è stato del 4,4% per i dirigenti e del 4,3% per i quadri e gli impiegati, mentre nel biennio 2005-2006 i ritmi di crescita delle retribuzioni avevano superato complessivamente il 5% annuo.
Naturalmente i trend differiscono a seconda delle singole situazioni aziendali: in particolare, in un quarto delle società oggetto dell’indagine l’incremento medio degli emolumenti è risultato inferiore al 2%, in metà delle imprese è oscillato tra il 2% e il 7% e solo nel restante 25% si è rivelato superiore al 7%.
Prendendo, poi, in considerazione la distribuzione degli aumenti per incidenza sulla Retribuzione fissa annua lorda (Ral), il 45% dei dirigenti ha beneficiato di un incremento inferiore al 3%, mentre il 18% ha ricevuto un aumento superiore al 10%. Oltre la metà dei non dirigenti, invece, ha registrato un incremento inferiore al 3% e solo il 7% un aumento superiore al 10%.
Dall’analisi della dinamica retributiva emerge, inoltre, una correlazione negativa tra l’entità degli aumenti della Ral e l’età dei dipendenti: gli incrementi medi di tale componente del reddito dei dirigenti situati nella fascia di età compresa tra i 40 e i 45 anni sono stati del 5%, ben superiori al 2% rilevato per i dirigenti tra i 55 e i 60 anni.
Anche per i non dirigenti, la correlazione resta negativa: i dipendenti di età compresa tra i 30 e i 35 anni hanno beneficiato di aumenti medi del 4%, contro il 2,4% di quelli tra i 50 e i 55 anni.
A fronte di queste dinamiche non particolarmente positive della parte fissa del reddito, si è tuttavia registrato un aumento nella frequenza di utilizzo di forme di retribuzione variabile discrezionali, non legate, cioè, a un processo formalizzato di definizione, comunicazione e misurazione di obiettivi e risultati: in particolare, per i dirigenti, si è osservata una crescita dei percettori di tale forma di retribuzione, passati dal 23% del 2006 al 34% dell’anno appena trascorso. All’aumento del numero di dipendenti coinvolti, è corrisposto anche un analogo incremento delle somme erogate in rapporto all’entità della retribuzione fissa, salite dal 12% al 12,6%, a indicare un minor grado di selettività nell’utilizzo di questa forma d’incentivazione.
Risulta peraltro in aumento pure il numero di dipendenti coinvolti nei piani d’incentivazione formalizzati, ossia di quei casi in cui i riconoscimenti retributivi sono legati al raggiungimento di obiettivi prestabiliti, comunicati e misurati secondo standard predefiniti: nel 90% delle aziende sono in atto sistemi di incentivazione che coinvolgono la quasi totalità dei dirigenti, l’80% dei quadri e il 50% degli impiegati. Da sottolineare che anche in questo caso è aumentata l’entità variabile erogata rispetto alla componente fissa della retribuzione, che ora, nel caso dei dirigenti, si aggira mediamente attorno al 19,5% del reddito complessivo. Analizzando, poi, i target per gli incentivi da erogarsi sulla base dei risultati del 2007, si rivela una sostanziale uniformità ai criteri fissati per il biennio 2006-2007.
Per quanto riguarda, infine, la dinamica degli organici, il saldo tra entrate e uscite per l’anno appena trascorso risulta positivo (+0,5%). Nel dettaglio, il ricorso al mercato del lavoro esterno per la copertura delle esigenze organizzative è risultato meno consistente di quanto avvenuto nel 2006: per la categoria dei dirigenti, a un 9,4% di uscite è corrisposto un 5,8% di promozioni dall’interno e un 4,3% di nomine dall’esterno. Per il prossimo anno si prevede, inoltre, un numero di assunzioni pari a circa il 4% della forza lavoro attuale.

* rispettivamente responsabile e team leader della divisione reward information services di Hay group Italia

I trend del futuro

La maggior parte delle aziende mostra l’evidente intenzione di puntare maggiormente sui sistemi formalizzati di retribuzione variabile: le organizzazioni prevedono, cioè, di impegnarsi a incrementare l’efficacia dei sistemi di incentivazione basati su regole precise per sostenere con maggiore forza i piani strategici e di business dell’azienda. Circa un quinto delle aziende ritiene, infatti, che le attuali modalità di incentivazione sostengano poco o per nulla i progetti di sviluppo aziendali e che si debba, perciò, accrescere il grado di conoscenza degli stessi piani da parte dei percettori, soprattutto tra la popolazione dei non dirigenti.
Un’ultima notazione riguarda, infine, le retribuzioni in ingresso dei neolaureati, che nel corso dell’ultimo anno, hanno fatto registrare un interessante aumento del 4% rispetto al 2006: si tratta dell’incremento maggiore rilevato negli ultimi 10 anni.

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