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L’Italia la conosce tutta, ha viaggiato in lungo e in largo attraverso la penisola e nutre una vera passione per alcuni luoghi, come Finale Ligure nella Riviera di Ponente.
L’amore per l’Italia e la conoscenza della lingua hanno sicuramente contribuito a segnare il destino professionale di Bernd J. Gerversmann, delegato per l’Italia dell’Ente nazionale germanico per il turismo, con sede a Milano. Ormai, dopo esser stato nominato cavaliere della repubblica su proposta di alcuni giornalisti romani, lo si può proprio considerare un italiano ad honorem.
Quale il percorso che l’ha condotto da noi? Nato nel 1946 a Dülmen, Nord Westfalia, dopo gli studi in economia a Bonn e a Berlino, e successivi master in relazioni internazionali e nella comunicazione, dal ’72 al ’74 ha lavorato al Ministero dell’Economia di Bonn con incarichi nel settore del turismo.
«In Germania abbiamo solo dieci ministeri, per ragioni di risparmio -, spiega, – e quindi il Turismo fa parte del Ministero per l’Economia».
Nel frattempo, grazie ai viaggi di vacanza, la sua conoscenza della lingua italiana si era perfezionata, tanto che dal ’76 al ’78 venne chiamato a svolgere un ruolo organizzativo in un progetto europeo presso il Centro di ricerche di Ispra, sul Lago Maggiore. «L’unica circostanza in cui non mi sono occupato di turismo», ricorda Gerversmann.
Tornato in Germania, al Ministero dell’Economia, rientra nel settore turistico con incarichi di responsabilità nell’incoming, dove opera con evidente successo, tanto che gli affidano il ruolo di delegato dell’Ente germanico per il turismo prima a Roma e poi a Milano, città che è diventata la sua stabile sede di lavoro ormai da nove anni, con un team di collaboratori italiani molto affiatato.
«Mi trovo benissimo e ho ottimi contatti, professionali e umani, sia con la stampa sia con il trade, una situazione ideale per sviluppare bene il lavoro nel nostro campo. I giornalisti sono un punto focale, il tramite per comunicare ai consumatori il messaggio che vogliamo diffondere per far conoscere le nostre mete, le offerte speciali, le motivazioni d’interesse. Quello che conta è sviluppare scambio e dialogo capillare, obiettivo che qui in Italia non è difficile raggiungere grazie anche alla presenza sul territorio di 43 istituti italo-tedeschi, delle ambasciate e dei consolati», spiega.
L’ottimismo è ben fondato, dal momento che, dopo un lieve calo nel 2001 dovuto non alle Torri gemelle, dice Gerversmann, ma a difficoltà interne, l’incoming in Germania registra una progressiva crescita (+7% nel 2004). Evidentemente, le strategie adottate hanno funzionato a dovere, e cresce anche il numero di italiani che vi si recano in viaggio.
«Sono attratti dalla curiosità per la diversità dei paesaggi, dalla ricchezza degli eventi culturali, dalle città storiche, dalle crociere sui fiumi, non solo sul Danubio, ma anche dalle splendide gite sull’Isar, il fiume di Monaco di Baviera, e naturalmente dai caratteristici mercatini di Natale. Un insieme di natura e cultura che cerchiamo di proporre con precisione e chiarezza», dice il neocavaliere.
Logico chiedersi come mai, all’inverso, si registri invece un calo della presenza tedesca in Italia, e se il fenomeno sia dovuto a errate strategie dei responsabili di settore.
«L’Enit sta operando molto bene da noi, non è questo il problema -, afferma Gerversmann. – Purtroppo la crisi economica costringe i tedeschi a diminuire le spese per le vacanze, e allora scelgono paesi molto più competitivi dell’Italia rispetto al rapporto qualità/prezzo, come la Spagna o la Croazia. Le tariffe italiane sono troppo alte, soprattutto negli alberghi».
Che vi sia molto da cambiare nel sistema del turismo italiano è ormai un dato acquisito. Puntare su una comunicazione efficace sarebbe già positivo. L’Ente germanico per il turismo, ad esempio, valorizza molto il sito web. Quello attuale è già molto ricco, razionale, di facile uso, ma entro breve tempo verrà ulteriormente migliorato: «Sarà più ricco di contenuti e di informazioni, con una home page tematica che cambierà ogni mese, secondo l’attualità, e link con i tour operator per conoscere le offerte e prenotare direttamente». Insomma, un autentico esempio di germanica efficienza.
“Quello che conta è saper comunicare”
Di Floriana Lipparini, 10 Giugno 2005

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