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Quando si fa davvero sistema

Di Massimiliano Sarti, 23 Aprile 2010

«Conosco la Franciacorta da tempi non sospetti. Ci ero andato, per la prima volta, guidato da un amico per il Satèn, vino che amo molto, restando a bocca aperta di fronte al paesaggio: dolce con un pizzico di malinconia, come succede ai territori belli e fragili, frutto di un equilibrio millesimato. Poi c’è stata l’avventura, complice Gianni Brera, con Vittorio Moretti: la nascita di un ristorante che mi ha fatto riscoprire il gusto della campagna». Così Gualtiero Marchesi racconta della Franciacorta, dove dal 1993 conduce il ristorante gourmet del Relais & Chateaux L’Albereta di Erbusco. E la Strada del vino Franciacorta, consapevole di quanto il suo nome abbia contribuito non solo a dar lustro alla regione, ma sia stato anche di grande esempio e stimolo per la ristorazione locale, lo ha recentemente nominato suo primo socio ad honorem.
Così, l’evento appositamente organizzato per rendere il meritato onore allo chef milanese è stato anche l’occasione per approfondire i risultati della stessa Strada: un sistema di prodotto articolato, che al proprio interno riunisce anche cinque strutture alberghiere, due dimore storiche e sei agriturismi, per una capienza ricettiva complessiva di 737 posti letto. «Far parte di un circuito è una risorsa fondamentale per tutti gli operatori legati direttamente o indirettamente al mercato turistico», spiega il presidente della Strada, nonché titolare dell’azienda agricola e agrituristica al Rocol, Gianluigi Vimercati Castellini. «Io, per esempio, ne sono parte sia in qualità di agricoltore, sia in qualità di operatore ricettivo. E ciò mi consente di commercializzare tutti i miei prodotti e servizi: dalla ristorazione all’ospitalità, dal vino alle proposte didattiche per i più piccoli». L’idea dell’associazione, nata dieci anni fa, è stata quella di scegliere un simbolo capace di catalizzare le attenzioni sull’area della Franciacorta. «E il vino è sicuramente il principale attrattore della zona», prosegue Vimercati Castellini. «Ma il vino non si può promuovere senza al contempo parlare del territorio da cui nasce». Una semplice connessione che ha permesso di utilizzare la notorietà della produzione vitivinicola locale per veicolare l’offerta di un’intera area turistica. «Perché», aggiunge ancora il presidente, «il turista che viene da noi per acquistare qualche bottiglia, spende poi mediamente quattro volte tanto in altri servizi del territorio».
Ma a quanto ammonta il ritorno, in termini di visibilità, dell’affiliazione a una realtà come la Strada del vino? «Se si considerano anche le azioni del Consorzio per la tutela del Franciacorta, di cui l’associazione della Strada è una sorta di costola, vale almeno il 30% delle nostre politiche di promozione complessive. E a costi decisamente sostenibili», spiega Carmen Moretti de Rosa figlia di Vittorio e amministratore delegato della divisione alberghiera del gruppo Terra Moretti, in cui è compreso anche L’Albereta. «Perché un conto è presentarsi ai mercati internazionali come resort singolo e un conto è farlo come territorio. È una questione di massa critica. Ma anche di fascino e del potenziale emozionale che solo la complessità di un territorio è in grado di veicolare. Soprattutto nei mercati internazionali, dove occorre fornire visioni complessive alle prospettive inevitabilmente allargate dei viaggiatori più lontani».
E se a esserne convinta è l’amministratore delegato dell’unico 5 stelle della Strada, che vanta pure un ristorante firmato da Gualtiero Marchesi capace da solo di notevole risonanza internazionale, si può ben capire come l’associazione costituisca davvero una risorsa essenziale per la crescita dell’industria turistica della Franciacorta. È la troppo spesso citata e troppo poco utilizzata ricetta del «fare sistema», che per una volta pare prendere finalmente corpo in un percorso di circa 80 chilometri compreso tra Brescia e il lago d’Iseo.
L’augurio conclusivo di Gualtiero Marchesi è così quello «di compiere fino in fondo il tragitto intrapreso e di arrivare, come succede per esempio in Alsazia, a creare un made in Franciacorta legato alle arti applicate: alle stoffe, alla ceramica, al vetro e, perché no?, al ferro».

Il percorso in breve

Nata nel 2000 dalla collaborazione tra operatori privati (aziende vitivinicole, alberghi, dimore storiche, ristoranti, trattorie, osterie, aziende agrituristiche, enoteche, agenzie di viaggi e campi da golf) ed enti pubblici (comuni e associazioni per la promozione del territorio), la Strada del vino Franciacorta è un percorso di 80 chilometri che ha lo scopo di promuovere e sviluppare le potenzialità turistiche della Franciacorta. L’associazione si propone, in particolare, quale punto di riferimento per turisti individuali e operatori, garantendo loro un supporto tecnico-organizzativo per ricevere informazioni e servizi, costruire itinerari e scoprire più da vicino le svariate opportunità di una terra, situata tra il lago d’Iseo e la città d’arte di Brescia, da sempre vocata alla viticoltura. «Per quanto riguarda il mercato italiano», specifica il presidente Gianluigi Vimercati Castellini, «fondamentale risulta l’apporto del nostro sito web, mentre per attirare i turisti internazionali ci avvaliamo anche di partnership con tour operator selezionati, la cui offerta sia compatibile con la nostra proposta. E, per questi ultimi, organizziamo spesso workshop ed educational, appositamente mirati a far loro conoscere meglio il nostro territorio».

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