Zoom, webinar, call, smart learning. Dopo il silenzio e l’annichilimento inflitto dal virus, il sottobosco della formazione si è rimesso in moto.
Risultato? Non è cambiato nulla.
Chi si atteggiava a guru ha continuato a farlo. Chi faceva solo spot pubblicitari ha continuato a farli. Chi era professionale e competente ha continuato a esserlo.
Durante l’overdose di proposte formative online nel corso della serrata del Paese, e adesso durante la fase 2, ho scelto di selezionare sia le mie presenze da discente sia quelle da relatore. Ne ho approfittato per leggere e scoprire proposte di formazione e intrattenimento lontane dal nostro settore.
Più approfondisci e più ti rendi conto che il mezzo usato non rappresenta necessariamente “la novità”.
Setup stile arena, ignite e talk show: in passato ho organizzato tanti eventi dedicati al turismo sperimentando nuovi format: l’ho fatto perché mi diverte, ma soprattutto perché mi sono sempre sentito in debito con il pubblico che partecipa ai miei eventi.
Una persona sta dedicando il suo tempo a un evento che ho organizzato o sto presentando. Beh, a questa persona devo due cose: contenuti e coinvolgimento.
La sovrabbondanza di formazione online ha messo in luce il problema: non c’è ancora un modello formativo digitale. Si stanno ricalcando tempi, metodi e cliché della formazione faccia a faccia.
Tempistiche, modalità di fruizione e soglie di attenzione sono radicalmente diverse. È necessario pensare a format nuovi. Non è sufficiente aver comprato un abbonamento a Zoom.
Ormai non organizzo più formazione a tempo pieno, per questo chiedo un favore a chiunque ne stia producendo: tira il freno a mano e fermati a pensare.
Qualche webinar in meno e qualche riflessione in più. Magari potrai regalare agli operatori del turismo la formazione online che desiderano.
Zoom, webinars, calls, smart learning. After the silence and obliteration inflicted by the virus, the underworld of education has started up again.
The result? Nothing has changed.
Those who used to pose as gurus have continued to do so. Those who only did commercials have continued to do so. Those who were professional and competent have continued to be so.
Amongst the overdose of online education proposals when the country was locked down, and now, during the Phase 2, I have chosen to select my attendances both as a learner and as a speaker. I seized the opportunity to read and find out about education and entertainment proposals outside our own industry.
The deeper you delve into education, the more you become aware that the choice of media does not necessarily involve “innovation”.
Arena-style, Ignite and talk-show formats: in the past, I organised several events focused on tourism by experimenting new approaches. I did so because I enjoyed it but, above all, because I’ve always felt indebted to the public who participates in my events.
A person is devoting time to an event I have organised or I am presenting. Well, I owe this person two things: contents and involvement.
The overabundance of online information has highlighted the issue: there is no digital education model yet. We are following the timing, methods and clichés of face-to-face education.
The times and ways of utilisation and the attention thresholds are radically different. We need to develop new formats. It is not sufficient to buy a Zoom subscription.
I am no longer organising education full time, this is why I am asking for a favour from anyone who is producing education: pull the handbrake and stop to think. A few webinars less and some more reflecting. You may be able to give tourism operators the online education they desire!
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