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Progetto Dijetus a misura di bambino

Di Stefano Lombardini, 6 Gennaio 2006

Come industria labour intensive, ad alta concentrazione di capitale umano, il primo vantaggio portato dal turismo è quello di trattenere sul territorio la ricchezza generata da nuova occupazione. Ad essa, peraltro, si aggiungono i profitti generati dai consumi turistici nell’area e i vantaggi del recupero e della valorizzazione di strutture e ambienti che in passato avevano differenti destinazioni d’uso, migliorando la qualità complessiva del territorio.
Per queste ragioni gli attori di ogni governo locale, da importanti metropoli (emblematici, in questo decennio, i casi di Torino e Genova, distretti industriali in piena fase di riconversione) fino a più piccole realtà comprensoriali, ricercano quella necessaria diversificazione della base produttiva territoriale che prima faceva perno soltanto sull’industria. Oggi è il turno di Termoli assieme ad altri comuni della costa molisana e dell’entroterra del Basso Molise. L’aspettativa di un miglior posizionamento di mercato è sostenuta dal Progetto Dijetus, iniziativa transfrontaliera di marketing territoriale tra Italia e Croazia per lo sviluppo di prodotti turistici e culturali rivolti al poderoso target delle famiglie con bambini, che prevede la realizzazione di un articolato piano di iniziative volte a rendere appetibili e competitivi i sistemi turistici locali delle coste molisane e croate (e dei rispettivi entroterra), specializzandoli su uno specifico segmento di mercato turistico rappresentato appunto dalle famiglie con bambini (che rappresentano oltre il 30% dei vacanzieri europei).
Alla luce di precedenti studi e analisi sull’economia turistica provinciale, Termoli, la costa molisana e i Comuni del suo entroterra aderenti al Progetto Dijetus (luoghi tra i più sicuri dell’Adriatico, mare e spiagge incontaminate, molte attrattive, cucina buona e sana), sono stati individuati come destinazione turistica potenzialmente in grado di specializzarsi in futuro in servizi a misura di bambino, sia sul versante dell’offerta alberghiera e ricettiva in genere, sia con riguardo alla vasta rete di servizi collettivi resi dalla pubblica amministrazione e all’offerta complementare prodotta dalle imprese private.
«La specializzazione su un preciso target del mercato – afferma la coordinatrice tecnico-scientifica del Progetto Dijetus, Maria Sabrina Leone della Società T&T – si configura come mossa strategica per conquistare spazi di notorietà e di mercato altrimenti difficilmente raggiungibili con le sole e tradizionali offerte mare, cultura e natura, di cui il panorama turistico internazionale è ormai saturo, e dove la concorrenza è molto forte».
Tutte le realtà locali, cercando di riflettere sulla propria vocazione turistica, si pongono alla ricerca delle soluzioni e degli strumenti per ottimizzare questa crescita non solo dal punto di vista dei maggiori volumi dei consumi, ma anche della cultura turistica degli attori del sistema locale, pubblico e privato assieme, che possono determinarne la direzione attraverso interventi di analisi e di programmazione. Si tratta di accompagnare le piccole imprese locali, a stretto contatto con il turista (strutture ricettive, ristoranti, imprese ricreative, sportive), a introdurre un nuovo sistema di qualità già sperimentato in altre realtà turistiche.
Si prevedono studi e ricerche di mercato mirate sul segmento specifico e un’intensa attività di informazione, sensibilizzazione, animazione economica per il coinvolgimento di tutte le imprese e della popolazione locale, progettazione e realizzazione di piani di assistenza tecnica alle imprese, seminari e consulenza specialistica in impresa nonché azioni di stimolo all’avvio di interventi di riqualificazione delle attrezzature di alberghi e altre imprese turistiche. Infine attività di commercializzazione mirata, con la creazione di Club di Prodotto specializzati per famiglie con bambini, piani di marketing e azioni promo-pubblicitarie.
Per rendere le realtà locali veri sistemi ospitali per i piccoli e le loro famiglie, s’interverrà sull’offerta complessiva del sistema turistico locale, stimolando la creazione di nuovi servizi (biblioteche, parchi, musei…) e intervenendo per la rimodulazione dei servizi offerti dalle altre imprese a contatto con il turista (trasporti, offerta commerciale, negozi).
«Dalla realizzazione delle azioni previste all’interno del progetto Dijetus – sottolinea Maria Laura Pace, vicesindaco di Termoli con delega in Attività produttive e Ambiente – ci si attende un miglioramento dell’immagine e della capacità attrattiva delle aree coinvolte, con la conseguente crescita dei flussi turistici, l’incremento del volume di affari delle imprese del comparto turistico e dell’indotto, una crescita della capacità di aggregazione e cooperazione tra imprese, nonché tra imprese ed enti locali, e un ampliamento delle prospettive occupazionali. Lo sviluppo di quote di mercato collegate al segmento delle famiglie con bambini implica qualificazione nel settore del turismo e del tempo libero, nonché dei servizi alla persona. Questo stimola la nascita di nuove professionalità e nuove imprese indispensabili per l’erogazione di servizi specialistici fondamentali, premiando in particolar modo l’iniziativa femminile (baby-sitting qualificato, animatrici, maestre, istruttrici)».
lombardini@teamwork-rimini.com

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