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Portali web a confronto

Di Marco Beaqua, 15 Gennaio 2010

I siti delle destinazioni leader storiche del turismo sono di qualità inferiore rispetto a quelli delle mete emergenti, che invece stanno cercando di fare leva sul web per sostenere la propria crescita: segno che i paesi tradizionalmente più interessati dai flussi di viaggiatori internazionali (con le notevoli eccezioni di Regno Unito e Stati Uniti, storicamente più pronte a sfruttare le evoluzioni del web) non hanno ancora compiutamente percepito l’importanza della rete per lo sviluppo della propria industria turistica internazionale. È questa una delle conclusioni per certi versi più sorprendenti di una recente indagine denominata D-web e condotta dagli studenti del master in tourism management della Iulm di Milano. Coordinati dai docenti Raffaella Caso e Francesca d’Angella, gli allievi dell’ateneo meneghino hanno, in particolare, analizzato la competitività di 160 portali di destinazioni turistiche internazionali sulla base di alcune variabili tese a misurarne la popolarità, la facilità di utilizzo, l’efficacia delle azioni di promozione e la qualità delle informazioni contenute.
Dallo studio è emerso, in particolare, come alla base dell’attenzione con cui i paesi emergenti curano i propri siti web a vocazione turistica ci sia sicuramente anche il fattore economico: la competitività in rete non richiede necessariamente una grande disponibilità finanziaria. Un’affermazione, quest’ultima, che trova conferma pure nell’analisi comparata delle performance web relative alle regioni italiane. L’indagine dimostra, infatti, come a capeggiare la classifica dei migliori siti della penisola siano quelli del Trentino, della Toscana e della Liguria, che, secondo i dati Confturismo-Confcommercio, sarebbero tutte regioni con investimenti per la promozione turistica di livello medio-basso. Al contrario, i big spender, tra cui Sicilia, Lazio e Calabria, mostrano chiaramente di avere sino a qui trascurato il canale on-line. Unica eccezione a questa regola, il Piemonte, che presenta al contempo alti livelli di spesa promozionale e buone performance del proprio sito.
Non stupisce, ma neppure conforta, invece il dato per cui nessun portale italiano è presente nelle top 5 mondiali dedicate ai migliori siti turistici a livello nazionale, regionale o cittadino, così come il fatto che in tutte e tre tali categorie, D-web abbia registrato, per i portali del nostro paese, risultati inferiori alla media globale. Quasi scontata, infine, la conferma che l’innovazione in internet paghi: i portali dotati di strumenti web 2.0 registrano, infatti, mediamente performance migliori rispetto ai siti tradizionali. Appare, in altre parole, evidente come, per il nostro paese, ci sia nel web ancora un ampio potenziale da sfruttare a tutti i livelli: da quello nazionale a quello regionale e persino locale. Uno spazio di manovra in cui magari agire ispirandosi ad alcune delle innovative best practice individuate dagli studenti della Iulm, come, per esempio, il virtual tour di Montreal (www.tourisme-montreal.org/MontrealTV), la segmentazione delle offerte e i tool 2.0 presenti nel sito di Visit Britain (www.visitbritain.it/things-to-see-and-do/things-to-do-for-people-like-me), nonché la sezione business & meeting di VisitSingapore (www.visitsingapore.com/publish/stbportal/en/home).

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