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Philippe Trapp nell’isola delle rose

Di Antonio Caneva, 22 Novembre 2002

Nella laguna veneziana c’è un’isola artificiale, Sacca Sessola, che a 15 minuti di motoscafo da piazza San Marco, sta vivendo una profonda trasformazione che la porterà a diventare un importante albergo, a vocazione congressuale. L’albergo, il più grande di Venezia, avrà 324 tra camere e suite, oltre ad un importante centro congressi e rappresenterà un momento di rinnovamento nel tradizionale panorama alberghiero veneziano. La peculiarità dell’isola consiste nell’essere stata costruita nel 1870 con il materiale di scavo della Stazione marittima e che, grazie ai giochi delle correnti e alla posizione nella laguna, gode di un microclima che, un tempo, l’aveva fatta denominare “isola delle rose”e che consente anche la crescita rigogliosa di ulivi. Curiosi alle novità, ci siamo recati a Venezia per vedere di persona questa importante nuova realtà, di proprieta della CIT Holding, con gestione Sofitel. A Venezia esiste già un Sofitel e lì ci siamo incontrati con il direttore del nuovo albergo Sofitel Venezia in Isola, Philippe Trapp, alla direttrice del Sofitel Venezia, Carlotta Vazzoler ed all’impareggiabile Claudio Nobbio. Un piacevole percorso in motoscafo, respirando la salsedine, ed ecco avvicinarsi l’isola: il primo impatto è con la torre dell’acqua (la più alta della città) e poi con gli imponenti edifici, nascosti tra gli alberi. L’isola, che sino al 1980 ospitava un ospedale, era organizzata in maniera autosufficiente e questo ha lasciato una serie di strutture, quali ad esempio, il vecchio dopolavoro aziendale, che, anche architettonicamente, sono estremamente piacevoli. Ci accoglie Luca Rossi, architetto veneziano, dotato di quella simpatia arguta tipica degli abitanti della laguna e ci accompagna, assieme a Philippe Trapp, a visitare l’isola e quanto sinora realizzato, sia in termini di recupero dell’esistente che di nuovo. Ci racconta della visione che ha di questo albergo dove tutte le strutture rappresentano la tappa di un viaggio, tra Marco Polo e Corto Maltese. Trapp, che proviene dal gruppo (precedentemente era direttore del Sofitel in Sardegna) ci parla, con il suo simpatico accento francese, della visione che ha di questa attività. Dal tetto dell’albergo, attrezzato a terrazza, si gode una vista impareggiabile di Piazza San Marco da una parte e, girando la testa, del Lido dall’altra e lui ci racconta che lì verranno organizzati eventi e feste. Visitiamo, allo stesso piano, la suite di 250 metri mentre ci parla dell’importante centro di studi marini operante nell’isola e che la società, ben lungi dal chiuderlo, si impegnerà per favorirne lo sviluppo. D’altronde, cosa può essere più funzionale a Venezia che degli studi marini! Ci racconta poi, Trapp, che nell’isola verranno realizzati due campi da tennis, una piscina, un golf driving range nove buche e percorsi nel parco; il lavoro si indirizzera sia al loisir (siamo francesi) che al business. Ma non finisce qui, con l’entusiasmo strabordante ci parla poi del roseto che verrà recuperato, della chiesetta dove verranno celebrati matrimoni, del centro benessere che si chiamerà “la dolce vita” e questo nome è forse l’unica nota stonata in un progetto che mirabilmente coniuga il moderno al recupero di un’importante pezzo di storia veneziana, avvicinata con rispetto ed attenzione.

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