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Pasqua: crescono gli arrivi in hotel, ma senza “tutto esaurito”

Secondo le stime di Assoturismo, i prossimi giorni di festa segneranno un andamento positivo per le strutture ricettive italiane, grazie soprattutto alla domanda straniera, che continua a crescere. Rallenta, invece, il mercato italiano, su cui pesa la riduzione del potere di acquisto

Secondo le stime di Assoturismo, i prossimi giorni di festa segneranno un andamento positivo per le strutture

Di Job in Tourism, 27 Marzo 2024

La previsioni del tempo sono infauste su gran parte dell’Italia, per i prossimi giorni di fesa, ma per fortuna si può dire altrimenti di quelle turistiche, con una Pasqua che registrerà un andamento positivo, seppur non “da tutto esaurito” e con un rallentamento del mercato interno.

Secondo le stime elaborate dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, su un campione di 1.308 imprese italiane della ricettività, per il periodo che va dal 30 marzo al 2 aprile sono previste oltre 7 milioni di presenze nelle strutture ricettive ufficiali del nostro Paese, con un aumento del +1,2% rispetto allo scorso anno. A trainare sono, ancora una volta, soprattutto le presenze straniere, in crescita del + 3,2% sul 2023.

Le presenze

Previsioni nel complesso positive, dunque, anche se il confronto con lo scorso anno risulta difficile per via della diversa collocazione del calendario di questa Pasqua bassa 2024. La quota delle presenze italiane per il periodo delle festività è stimata al 51% del movimento totale, il 49% per le presenze straniere. Ma mentre questi ultimi mettono a segno un forte aumento, la domanda italiana mostra una leggera flessione (-0,8%): continua a pesare la riduzione del potere d’acquisto, che incide su budget e scelte di consumo.

La Pasqua delle città d’arte e dei borghi

La tendenza attesa è positiva in tutto il Paese, anche se non uniforme per tutte le tipologie di offerta e tutte le aree. Saranno le regioni del Nord Ovest a registrare le variazioni più significative del movimento con il +1,8% (-0,4% di italiani e +4,2% di stranieri), seguite dalle regioni del Centro con il +1,2% (-0,9% di italiani e +3,4% di stranieri). La stima per le aree del Sud e Isole si ferma invece al +0,7% (-0,4% di italiani e +2,3% di stranieri). Per il Nord Est la stima è del +0,9% (-1,1% di italiani e +2,7% di stranieri).

Sarà ancora il patrimonio artistico e culturale delle città, dei centri d’arte e dei borghi e le eccellenze italiane a suscitare il maggior interesse verso la domanda, soprattutto straniera, con un aumento stimato di presenze del +2,7%, ma senza aspettative del “tutto esaurito”. Un’altra quota consistente è attesa nelle destinazioni sciistiche della montagna (+2,1%). Per le località dei laghi e della campagna e collina le stime indicano rispettivamente il +1,1% e il +0,3%, mentre si prevede una leggera flessione per le destinazioni marine (-0,7%) e termali (-0,7%).

Il traino degli stranieri

La domanda italiana sarà maggioritaria nelle località costiere e termali, i turisti stranieri, invece, visiteranno soprattutto città centri d’arte, località di campagna, collina, laghi e montagna. Le nazionalità di provenienza sono soprattutto quelle europee, con i turisti tedeschi in aumento nelle località dei laghi, nelle strutture delle città e centri d’arte e della campagna e collina. Per quanto riguarda i visitatori francesi, le destinazioni preferite risultano città e centri d’arte, mentre la domanda dei viaggiatori svizzeri si concentra su località dei laghi, marine e della montagna. Infine, i turisti statunitensi, ovvero il mercato extraeuropeo che mostra maggiore crescita: le scelte sono orientate verso le città d’arte, borghi e centri minori, aree rurali e della collina. Altri mercati segnalati in aumento sono, in ordine di importanza, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Paesi Arabi e Paesi del Sud America.

“Nonostante il difficile contesto internazionale – commenta Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti – il turismo continua a segnare performance in crescita, con l’aumento di visitatori stranieri che compensa i segnali di stanchezza che arrivano dalla domanda italiana. Una dinamica che, da un lato, sottolinea le capacità ‘anticicliche’ del comparto, capace di crescere anche in una fase difficile. Dall’altro, però, conferma l’impatto negativo di questi due anni di corsa dei prezzi: sia per i consumatori, i cui budget sono ridotti dalla perdita del potere d’acquisto, sia per le imprese che, come le famiglie, hanno visto erodersi i margini a causa dell’aumento dei costi di gestione dell’attività. Elementi di incertezza da monitorare con attenzione, visto il ruolo fondamentale che il turismo svolge per l’intera economia italiana”.

Cara Pasqua (per gli italiani)

I conti degli aumenti per i viaggiatori italiani li ha fatti Federconsumatori che, per gli alberghi, ha stimato come un pernottamento in camera doppia nel weekend di Pasqua, per 2 persone, con colazione compresa, costi mediamente il 66% in più rispetto al weekend precedente. Anche i menu dei ristoranti segnano aumenti rispetto ad altri periodi: un pasto completo, per 2 persone, costa mediamente 12% in più. Facendo il confronto con il weekend di Pasqua 2023, invece, l’hotel registra un aggravio del +9%, il ristorante del +8%.

“Non tutti potranno permettersi di partire: solo 1 famiglia su 7 (pari a circa 3,7 milioni di famiglie) sceglierà di trascorrere Pasqua lontano da casa – ha stimato l’associazione dei consumatori -. Di questi oltre il 96% resterà in Italia, approfittando dell’ospitalità di amici e parenti, oppure scegliendo soluzioni low cost in b&b, agriturismi o appartamenti in affitto. In tale situazione si riduce fortemente anche il numero di famiglie che mangerà fuori casa: farà tale scelta per Pasqua o Pasquetta 1 famiglia su 4, preferendo soprattutto agriturismi e ristoranti dalla cucina tradizionale; in molti non rinunceranno, inoltre, al consueto pic nic o barbecue all’aperto”.

 

 

 

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