È ai nastri di partenza il lungo ponte di primavera che quest’anno vede unirsi Pasqua alle festività del 25 aprile e del Primo Maggio e che, secondo le stime di Federalberghi, vedrà mettersi in viaggio circa 11,3 milioni di concittadini, di cui 2,7 milioni opteranno per la vacanza prolungata, per un giro d’affari di 4,9 miliardi di euro.
Le scelte degli italiani
Relax, passeggiate, esperienze enogastronomiche e il contatto con la natura saranno gli elementi principali che orienteranno le attività degli italiani per queste vacanze, principalmente dedicate al riposo. La maggior parte (88%) rimarrà in Italia, mentre il 12% sceglierà una località estera. Le mete preferite per i viaggiatori che resteranno in Italia saranno il mare (34,9%), la montagna (23,9%), le località d’arte (18,5%) e, a seguire, i laghi (5,5%) e le località termali (1,3%). Per coloro che invece si recheranno all’estero, favoriti dalla vicinanza con i ponti primaverili, vincono le grandi capitali europee (76,6%), seguite da quelle extraeuropee (13,2%), dal viaggio in crociera (5,7%) e dalle località marine (4,5%). Chi partirà nei prossimi giorni soggiornerà principalmente presso la casa di parenti e amici (42,4%), ma un abbondante 15% sceglierà l’albergo e il villaggio turistico, seguiti da bed & breakfast (14,4%) e le case di proprietà (7,7%).
Segnali di recupero
Tra i dati interessanti, quello secondo il quale viaggi e vacanze di Pasqua sono stati programmati e prenotati con largo anticipo, una tendenza “che sembrerebbe riprendere il suo passo, dopo aver subito una battuta d’arresto a causa del disorientamento generale provocato a suo tempo dalla pandemia”, commenta i presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. “Le scelte degli italiani in occasione delle festività pasquali rappresentano per il comparto un test importante per poter immaginare l’andamento della stagione estiva in arrivo – aggiunge -. Questa fotografia del movimento turistico dei nostri concittadini nei giorni di Pasqua va considerata un ottimo segnale di recupero, soprattutto in relazione alla performance del “trimestre bianco”, periodo legato alle settimane sulla neve durante il quale si era registrato un calo di presenze. I risultati di questa indagine ci consentono di tornare a essere ottimisti, a sentirci nuovamente ‘in quota’. Resta il fatto – sottolinea – che l’aumento del costo della vita non può che essere ragione di preoccupazione per il nostro comparto: non dimentichiamo che, per tre vacanzieri su quattro, è stato proprio il problema degli aumenti a influenzare le scelte di viaggio, spingendo la maggior parte di essi a ridurre le spese generali e la stessa durata della vacanza. Ciò che questi dati evidenziano lascia sperare di poter avere maggior respiro, soprattutto nella prospettiva che ci troviamo di fronte: quella di approcciare con il massimo della competitività la stagione alta che ci aspetta”.
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