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Parallelismi tra scrittura e operatività

Di Antonio Caneva, 5 Ottobre 2017

Cosa fa la differenza? Recentemente ho letto tre libri: Il farmacista del ghetto di Cracovia, Mio fratello rincorre i dinosauri, Open. Il primo, scritto dal farmacista Tadeus Pankiewicz parla della sua esperienza (lui, non ebreo) come farmacista nel ghetto di Cracovia al tempo dei nazisti; il secondo parla di un giovane con la sindrome di Down ed è raccontato dal fratello, Giacomo Mazzariol; il terzo, è la biografia del tennista André Agassi, ufficialmente scritta dal tennista stesso, mentre in realtà il lavoro è di J.R. Moehringer.
La storia del ghetto di Cracovia è Storia con la S maiuscola, fotografia di una tragedia immane che è persino penoso rivivere nei racconti. Ebbene, malgrado un tema così importante e toccante, il libro risulta piatto: una cronaca che non trasmette emozioni (e non sarei arrivato in fondo al volume, se non avessi recentemente visitato il luogo in cui è stata attiva la farmacia); il secondo libro tratta della nascita e dell’inserimento nel nucleo familiare del fratello di Giacomo, Giovanni, della sua accettazione che si trasforma in amore e si legge con piacere e partecipazione. Quello però che riesce a trasferire momenti di forte intensità e si scorre come un libro d’avventure è la biografia di Agassi.
Com’è mai possibile che argomenti di così diverso impatto abbiano risultati profondamenti dissimili, inversamente proporzionali all’importanza del tema trattato? La risposta è nella caratura dell’autore: il primo è un farmacista, il quale fa solo un resoconto del periodo; il secondo, un giovane con capacità di scrittura; il terzo è un fuoriclasse, uno scrittore vincitore, tra l’altro, del premio Pulitzer, che riesce a far vivere le pagine e a trascinare il lettore.
Nel turismo, a similitudine, talvolta capita di incontrare alberghi con enormi potenzialità che non riescono a emergere, mentre altri che hanno tutte le circostanze contro, che invece vivono e progrediscono brillantemente.
Anche qui, a mio avviso, dipende dagli “autori”: nel turismo, e nell’ospitalità in particolare, sono primarie le caratteristiche degli addetti, siano esse personali, di competenza o condivisione.
Da ciò deriva la necessità di uno scrupoloso impegno nella individuazione delle figure attive in azienda (dal direttore al lavapiatti). Non è impresa facile, perché ogni realtà richiede la valutazione delle proprie specifiche caratteristiche e, conseguentemente, con coerenza, l’inserimento di risorse adeguate.

Risorse adeguate non vuol dire necessariamente quelle con un curriculum più vasto o con esperienze più significative, ma quelle più adatte alla struttura.
E qui risiede la vera difficoltà, perché, mentre è ragionevolmente facile selezionare sulla base di dati oggettivi (quali per esempio le scuole frequentate e le relative votazioni, le lingue parlate, le strutture in cui si è lavorato…), non lo è altrettanto nel valutare gli aspetti intangibili, che contribuiscono a rendere le candidature idonee.
È un lavoro che richiede esperienza e sensibilità; il premio è un’azienda di successo, che si frequenta volentieri e produce reddito.

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