«Sfide e opportunità nella gestione dell’ospitalità: il ruolo del direttore nell’incremento delle competitività e del confronto diretto con altre realtà turistico-alberghiere»: questo il tema al centro del quindicesimo convegno di studi organizzato dall’Associazione direttori d’albergo (Ada) lo scorso 17 novembre alla Fiera di Roma all’Eur, nell’ambito della 42a Settimana internazionale della vita collettiva, la mostra di tecnologie, prodotti e servizi per alberghi e pubblici esercizi.
Coordinati da Alberto Camandona, docente in hospitality management e socio Ada, sono intervenuti il vicesindaco di Roma e assessore al turismo, Maria Pia Garavaglia; Umberto Martuscelli, presidente Ada Lazio; Luigi De Simone Niquesa, presidente Charming hotels; Giulio Querini, ordinario di economia del turismo all’università di Roma La Sapienza; Giancarlo Mulas, presidente dell’Ente bilaterale turismo del Lazio; Sergio Di Macco, esperto di sicurezza e autore del Manuale standard alberghiero; Vanni Del Pan, chef dell’Ambasciatori Palace Hotel; Gaetano Castellano, direttore del Grand Hotel Virgilio di Sperlonga.
Umberto Martuscelli ha aperto il dibattito sottolineando che «il direttore d’albergo ha un ruolo centrale nell’impresa ricettiva, in quanto deve rispondere a diverse esigenze e interessi, occupandosi sia del rapporto con la clientela, molto attenta al rapporto qualità-prezzo, sia della gestione del personale, che richiede condizioni lavorative ottimali. Inoltre, è suo compito garantire alla proprietà della struttura la massima efficienza e produttività».
Maria Pia Garavaglia ha posto l’accento sull’importanza della presenza costante di un direttore capace di gestire la struttura in maniera efficiente, per rispondere a tutte le esigenze degli ospiti, in qualsiasi momento. Rivolgendosi agli studenti presenti al convegno, Garavaglia ha poi sottolineato che «lo studio, l’aggiornamento, quindi la formazione professionale sono gli strumenti essenziali per diventare bravi direttori d’albergo. Il futuro dell’ospitalità vedrà gli alberghi identificati non in base al numero di stelle, ma al fattore umano, alla capacità di tutto il personale di soddisfare gli ospiti, in modo che abbiano un bel ricordo di quell’hotel e quindi anche della città o località in cui si trovano».
Secondo Luigi De Simone Niquesa, «ora, per competere sul mercato, il direttore deve promuovere la sua struttura, attrarre i clienti per sottrarli ad altre realtà alberghiere. In questo processo diventa fondamentale l’aggregazione, l’identificazione con un marchio che supporti la sua promozione. Il nome proprio di un albergo non è più sufficiente per distinguersi, occorre affiancargli quello di un brand di appartenenza. Nel nostro paese solo il 3-4% delle strutture ricettive si identifica con un marchio, mentre in Francia sono arrivati al 40% e negli Stati Uniti al 65%».
Giancarlo Mulas ha detto che in ottobre le presenze di turisti italiani e stranieri nella capitale sono aumentate del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre da gennaio a ottobre la crescita è stata complessivamente del 9%. «Nonostante questi dati positivi», ha precisato, «il turismo in Italia registra una crescita più lenta rispetto agli altri paesi europei, che a loro volta totalizzano un incremento inferiore rispetto al turismo mondiale, cresciuto negli ultimi dieci anni del 14%. Quindi la sfida dei direttori d’albergo, e più in generale dell’industria ricettiva italiana, va vista in un contesto più ampio, in cui la formazione professionale, l’aggregazione e l’attività promozionale sono basilari per abbattere eventuali ostacoli ed essere più competitivi, così come è necessaria una maggiore sinergia fra stato, regioni e imprese. In quest’ottica la nuova Agenzia del turismo potrà sicuramente portare innovazioni importanti».
«È grazie al sostegno del vicesindaco», ha sottolineato Martuscelli, «che ogni anno l’Ada Lazio può assegnare borse di studio agli istituti tecnici e alberghieri per incentivare la formazione».
Ospitalità, oggi è una sfida
Di Giorgio Bini, 8 Dicembre 2006
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