È il Grand Hotel Adriatico di Firenze il primo albergo italiano ad aver ottenuto la certificazione QueerVadis Diversity & Inclusion Protocol, il label del programma internazionale certificato RINA volto alla promozione dell’accoglienza turistica della comunità LGBTQ+. Un riconoscimento arrivato alla fine di un percorso di analisi e adeguamento delle policy dell’hotel in direzione di una maggior inclusività dei servizi offerti agli ospiti.
Il percorso di certificazione
Ma in cosa consiste il percorso di certificazione? “Si parte da un’analisi del contesto in termini di buone pratiche già in essere per passare alla formazione professionale sui temi della diversità e inclusione, con particolare attenzione al viaggiatore LGBTQ+”, spiegano i certificatori del protocollo QueerVadis Diversity & Inclusion. “Legislazione, comunicazione, marketing e diversity management sono le macroaree di sviluppo. Il Grand Hotel Adriatico si è quindi impegnato nella redazione di un manuale di gestione dedicato alle buone pratiche per l’accoglienza LGBTQ+, che implica l’onere di mantenere aggiornati i contenuti”. Infine, la certificazione, con RINA, che ha verificato la congruità e le evidenze contenute nel manuale di gestione. Una certificazione, “rilasciata ‘senza debiti’ al Grand Hotel Adriatico che – sottolineano – rappresenta uno strumento strategico per il posizionamento commerciale, in particolare sui mercati occidentali, molto attenti ai temi di diversità e inclusione”.
Una leva, anche commerciale
Grazie al label internazionale, il turista che desidera scoprire Firenze saprà dunque da oggi che al Grand Hotel Adriatico troverà personale preparato a segnalare le peculiarità dei vari tour della città, ristoranti e locali. “Nella nostra azienda – spiega Laura Innocenti, direttore commerciale del Gruppo Arshotels Firenze di cui fa parte il Grand Hotel Adriatico e Rivoli Boutique Hotel – abbiamo sempre accolto gli ospiti senza mai fare distinzioni di etnie, credo religioso o orientamento sessuale. Lo abbiamo sempre fatto, ma senza soffermarci sul valore di un’accoglienza totalmente inclusiva, per questo abbiamo deciso di investire per fare qualcosa di più. Siamo orgogliosi di aver ricevuto questa certificazione che va ben oltre il definirsi ‘gay friendly’. La certificazione rappresenta per noi un ulteriore impegno a perfezionamento della nostra ospitalità verso i viaggiatori”.
I numeri del turismo LGBTQ+
“Il turismo LGBTQ+ – commenta Alessio Virgili, CEO di Sonders&Beach, il gruppo turistico a capo del programma incentrato sul protocollo – ha superato i 43 miliardi di euro e quest’anno con il boom del turismo farà dei numeri ancora più importanti, ma bisogna anche osservare che il 50% dei viaggiatori LGBTQ+ europei che scelgono un albergo sono attenti al fatto che sia deliberatamente LGBTQ+ friendly”.
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