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Oltre i confini di Praga

Di Antonio Caneva, 4 Gennaio 2008

Mi raccontavano di quando, prima della guerra, nella Repubblica Ceca ferveva una vita brillante, gli alberghi ospitavano una clientela elegante e sofisticata e le località termali erano il luogo di incontro della finanza, dell’industria e dell’aristocrazia europea. Nel clima grigio della guerra fredda non riuscivo a immedesimarmi in uno scenario tanto differente. Ho avuto modo di visitare Praga, immediatamente dopo la rivolta e, pur apprezzandone l’architettura e il sottile spirito romantico che vi aleggiava, mi riusciva difficile immaginare, nella opaca gestione del turismo, i volteggianti camerieri in smoking provenienti dalle migliori scuole alberghiere europee, che mi erano stati descritti. Marienbad a scuola, nelle lezioni di storia, era un nome lontano e Karlovy Vary si ricordava come Karlsbad.
Ora lo scenario è completamente cambiato: la Repubblica Ceca torna a essere un’interessante destinazione turistica in cui Praga fa la parte del leone. Attualmente, favorito anche dall’entrata della Repubblica Ceca nell’area Schengen, obiettivo del turismo ceco è l’ampliamento dei flussi verso le altre destinazioni del paese, ricche di interessanti offerte, ma schiacciate dall’enorme richiamo della capitale. In particolare, per gli italiani (nel 2006 sono stati in totale 400 mila gli arrivi di nostri connazionali), Repubblica Ceca significa Praga, tanto che, mentre per il turismo verso la capitale rappresentiamo il terzo paese di provenienza, nelle altre aree i visitatori provenienti dall’Italia si fermano al dodicesimo posto.
Il turismo è un’importante fonte di reddito e occupazione e le cifre sono esplicative: le entrate derivanti dal settore turistico nel 2006 sono state pari a 113,4 miliardi di corone (corrispondenti al 3,53% del pil), per un’occupazione nel settore del turismo che ammonta complessivamente a 569 mila posti lavoro, rappresentanti l’11,7% della occupazione attiva. Il paese conta, inoltre, ben 12 siti iscritti nel patrimonio culturale dell’Unesco, ha oltre 200 tra castelli e fortezze, più di 40 centri cittadini protetti come beni monumentali, 36 località termali e di cura, quattro parchi nazionali e 24 aree naturali protette, 72 campi da golf, circa 30 mila chilometri di piste ciclabili e 2.200 chilometri di piste da sci.
Nel parlare del turismo ceco non si può sottacere, poi, l’importanza del comparto benessere e termale che vanta una tradizione ultracentenaria. La più famosa località è Karlovy Vary (Karlsbad), karlovyvary.cz, in cui l’acqua sgorga da oltre 2 chilometri di profondità e raggiunge, nelle 12 fonti, temperature tra i 41 e i 73 gradi. La regione della Boemia occidentale però, oltre a questa destinazione, vanta anche altre due importanti località termali: Marianske Lazne (Marienbad), marienbad.cz, e Frantiskovy Lazne (Franzebad), frantiskovy-lazne.cz, tanto che l’insieme delle tre destinazioni viene denominato «Il triangolo termale».
Sono ben due, infine, le compagnie aeree che collegano direttamente l’Italia alla Repubblica Ceca: la compagnia di bandiera Czech airlines e la low cost SkyEurope, che recentemente ho ricordato per lo sfortunato viaggio inaugurale del secondo volo, partito con oltre quattro ore di ritardo. Ma già: succede. Due sono dunque i vettori, ma quello che mi vorrei ritagliare è un viaggio in macchina passando dall’Austria e sostando a Vienna, dove si può rivivere l’atmosfera imperiale, per proseguire poi per la Repubblica Ceca in cui trascorrere giornate pigre visitando Praga e, da lì, continuare vivendo le infinite sfaccettature del paese: i castelli, le fortezze, le terme, la natura, le montagne, l’andare in bicicletta e il gustare una cucina così diversa dalla nostra e, proprio per questo, sorprendente. Un programma per la primavera che, con le giornate che già si allungano, tra breve arriverà.

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