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Occupazione e formazione

Di Gianfranco Benati, 6 Dicembre 2002

Sui problemi dell’occupazione, alla ribalta in questi giorni per i noti casi del settore industriale, dopo il suo intervento al Technotel di Genova, abbiamo chiesto al Presidente della Federalberghi Bernabò Bocca di parlarci del settore turistico, alla luce del suo sviluppo sul territorio nazionale e della crescita occupazionale che negli ultimi anni ne è conseguita. Ovviamente, dal punto di vista di Jobintourism, con riguardo anche ai problemi della “formazione” professionale.

Domanda: Presidente, che ne pensa della situazione congiunturale, dopo un’annata certamente non tra le più favorevoli degli ultimi anni?

Risposta: “Guardando realisticamente la congiuntura economica attuale, non possiamo sottacere una forte preoccupazione. Essere ottimisti significa avere un approccio positivo nei confronti delle sfide che la quotidiana attività ci pone, senza nascondere le difficoltà. All’indomani del grande Giubileo dell’anno 2000 si erano aperte nuove sfide e nuove possibilità per l’economia turistica nazionale e mondiale, malgrado i segnali di una stanchezza dell’economia mondiale.” In particolare, il rallentamento dell’economia americana, con la sopravvalutazione della new economy, l’attentato dell’11 settembre, i casi di Enron e di Worldcom. Con ripercussioni sulla nostra economia turistica.

D: E da questa parte dell’Atlantico?

R: “Dopo l’iniziale euforia, abbiamo tutti dovuto fare i conti con l’Euro. Da un lato, politiche monetarie restrittive hanno limitato in tutta Europa il ricorso alla spesa pubblica, dall’altro si sono registrate alcune tensioni nei prezzi. Ad essere realistici, tutto il chiacchiericcio intorno a fantomatiche inflazioni non ha ottenuto altro esito se non quello di diminuire la già scarsa propensione delle famiglie italiane all’acquisto di beni e servizi”.

D: E sull’occupazione, o meglio, sui pericoli di un aggravamento della disoccupazione in certe aree del Sud (il caso di Termini Imerese)?

R: “Le rispondo con un’altra domanda: non sarebbe meglio investire al Sud – e non solo al Sud – per creare poli di eccellenza turistica? Creare un posto di lavoro nel turismo costa sei volte meno che crearlo, o sussidiarlo, nell’industria. Però questa opzione viene troppo spesso scartata. Paghiamo, come contribuenti, il dazio all’idea sorpassata della programmazione economica, dell’industrializzazione forzata, al mito populista dei quinti o sesti o settimi centri siderurgici.”

R: Come Federalberghi cosa suggerite di fare? Non da oggi sollecitate le istituzioni ad intervenire diversamente per il settore turistico!

D: “E’ necessario pensare ad una partnership che convogli le risorse disponibili per lo sviluppo delle zone cosiddette arretrate, verso esperienze imprenditoriali maggiormente consone alla tradizione economica del nostro Mezzogiorno, caratterizzate da un ridotto impatto ambientale e sociale. Questa è la prima delle nostre sfide, e su questo vogliamo confrontarci con gli amministratori locali e centrali, con i gestori del credito, con i responsabili delle infrastrutture e dei trasporti.”

D: Con quali possibili effetti sull’occupazione?

R: “Ci tengo a ribadire che ogni nostra richiesta deve essere letta in chiave di volano per uno sviluppo che si accompagna ad elevati tassi di occupazione della manodopera: questa è la nostra cultura, questo sta nel nostro Dna di imprenditori turistici.”

D: Dall’osservatorio di Jobintourism si evidenzia una domanda di risorse umane non solo di qualità al livello di management ma anche di manodopera che proviene da altri paesi.

R: “La mia esperienza di imprenditore turistico conferma l’importanza che le risorse umane rivestono per il Turismo: il principale capitale del settore è il capitale umano. Le nuove regole della nuova strumentazione legislativa permetteranno un sensibile aumento della percentuale di occupati. Il turismo crea ogni anno migliaia di posti di lavoro: è necessario secondare questa tendenza accompagnandola con una regolazione che dia all’azienda e al lavoratore un rapporto di lavoro meno vincolistico e ingessato.

D: E riguardo ai lavoratori stranieri che operano nelle vostre aziende?

R: “Per poter sostenere la crescente concorrenza internazionale le nostre imprese devono poter contare su di una base occupazionale particolarmente qualificata e professionalizzata. Sosteniamo da sempre la necessità di favorire il processo di ricerca di lavoratori qualificati in Italia, ma anche al di fuori dei confini comunitari, nel più rigoroso rispetto di tutte le normative vigenti in materia di immigrazione e di tutela dei lavoratori. Solo grazie al contributo di cittadini extracomunitari molte piccole imprese riescono ad assicurarsi l’operatività durante la stagione turistica. Abbiamo lavorato con risultati lusinghieri, e continueremo a lavorare per estendere le opportunità di lavoro nel turismo anche oltre i confini dell’Unione Europea.”

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