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Obiettivo green travel policy

Strategia, traguardi e motivazioni alla base dell'offerta sostenibile Cisalpina Tours

Strategia, traguardi e motivazioni alla base dell'offerta sostenibile Cisalpina Tours

Di Massimiliano Sarti, 24 Gennaio 2013

Una serie di strumenti per il calcolo delle emissioni di Co2 durante tutte le fasi delle trasferte, compreso il soggiorno in hotel; un sito dedicato al car pooling per la razionalizzazione dei processi di mobilità casa-azienda e viaggi business; l’inclusione di criteri di sostenibilità nella valutazione dei fornitori; un pratico vademecum intitolato Guida per il viaggiatore d’affari responsabile. Sono solo alcune delle misure che la travel management company Cisalpina Tours ha recentemente introdotto per modellare la propria offerta sulle istanze del viaggio sostenibile e mettere a disposizione dei propri clienti modelli efficaci di green travel policy.
Un mossa coraggiosa, in un comparto, come quello del business travel italiano, in cui le ragioni delle politiche eco-compatibili, seppur affatto sconosciute alle aziende, si scontrano con problemi di scarsa informazione e con i timori di un aggravio dei costi, in una fase congiunturale non certo delle più favorevoli. Evidenze, queste ultime, che emergono anche da una recente indagine (vedi il box a fianco, ndr) realizzata proprio da Cisalpina Tours, in occasione dell’avvio di una partnership con l’advisor e network di riferimento per la sostenibilità, LifeGate. E allora perché una tmc dovrebbe comunque intraprendere questa strada? «Perché siamo fermamente convinti che la sostenibilità rappresenti il futuro e che la valutazione del livello di eco-compatibilità dei prodotti debba ormai fare parte di qualsiasi strategia di marketing», spiega Rosemarie Caglia, responsabile marketing business travel di Cisalpina Tours. «Proprio i risultati della nostra ricerca dimostrano peraltro come una delle cause principali del ritardo, nell’implementazione di politiche green, risieda nell’assenza di interlocutori preparati, in grado di fornire la consulenza e gli strumenti adeguati alla loro attuazione. Non solo: anche se non rappresenta ancora la maggioranza, il numero delle aziende, che inserisce il capitolo sostenibilità nei propri bandi riservati alle tmc, sta aumentando sempre di più, soprattutto nei settori food & beverage e del mondo pharma».
L’idea è stata così quella di partire con un percorso di sensibilizzazione ambientale rivolto alle risorse interne della propria tmc: un progetto che ha consentito a Cisalpina Tours di ottenere, poco prima della scorsa estate, la certificazione ambientale Iso 14001; «Un passo necessario per diventare consulenti credibili di politiche sostenibili», come sottolinea ancora Rosemarie Caglia. È quindi da tali presupposti che si sono poi sviluppati tutti gli altri servizi green: «A cominciare dal portale di car pooling aziendale: una sorta di social network privato, in cui i dipendenti di un’impresa confrontano le proprie esperienze di mobilità, sia nei tragitti casa-lavoro, sia durante le trasferte aziendali. Si riescono così a scoprire opportunità di razionalizzazione degli spostamenti che solo la comunicazione online 2.0 può consentire. Con tutte le conseguenze, anche in termini di contenimento dei costi, che da ciò possono derivare». E proprio evidenziare le opportunità di risparmio garantite dalle pratiche sostenibili è una delle priorità in capo alle strategie di comunicazione di Cisalpina Tours. «Al contrario di quanto temono alcune imprese, viaggiare green non significa affatto un aggravio di spesa. Anzi: in molti casi si può tradurre in una razionalizzazione dei costi. Anche la semplice gestione del cosiddetto ultimo miglio, ossia del tragitto tra lo scalo di arrivo e l’albergo in cui si soggiorna, rappresenta un ottimo strumento di riduzione delle emissioni e dei budget».
Già: e gli alberghi? «Per il comparto ricettivo», conclude Rosemarie Caglia, «abbiamo aderito al programma di LifeGate, Stay for the Planet, dando l’opportunità alle singole strutture di accedere alla valutazione quantitativa e qualitativa delle proprie performance ambientali, con un rating di sostenibilità uniforme su tutto il territorio nazionale. Un progetto in divenire che sta riscontrando notevole successo. Anche in questo caso, tuttavia, non manca chi si dimostra timoroso verso l’iniziativa e, pur avendo implementato iniziative green, preferisce non aderire. La paura è quella di non risultare perfetti all’analisi e di essere perciò scartati dai processi decisionali dei clienti. Chi si comporta in questo modo non si rende conto, però, che così facendo esce direttamente dagli hotel program dedicati alle aziende eco-sensibili».

L’indagine nel dettaglio

Un quadro ancora in evoluzione ma caratterizzato da una certa fatica ad andare oltre le dichiarazioni d’intenti. È quanto emerge, in tema di sensibilità ecologica, da un recente sondaggio condotto dal centro studi di Cisalpina Tours, in collaborazione con LifeGate. Le istanze ambientali, in pratica, non sarebbero del tutto fuori dalle filosofie aziendali ma avrebbero difficoltà a tradursi in azioni pratiche: la maggioranza degli intervistati (oltre 3.500 imprese del database Cisalpina più tutti i contatti di LifeGate) ha infatti ammesso che la propria azienda non mette in atto alcun accorgimento per rendere sostenibile la gestione dei viaggi d’affari. Tuttavia il 30% ha al contempo rivelato l’esistenza di campagne di sensibilizzazione interne sui temi ambientali.
Una delle questioni principali è che i buoni propositi si scontrano molto spesso con le difficoltà di una loro effettiva messa in pratica: è significativo, per esempio, che il 55% degli intervistati non utilizzi nessuno strumento di rendicontazione delle emissioni di Co2, mentre il 21,74% ammette di non considerare la produzione di anidride carbonica tra i parametri di cui tener conto nella pianificazione delle scelte d’acquisto per il travel. Per quanto riguarda gli hotel, poi, vi è una generale carenza di informazioni e di chiarezza su quali siano gli elementi in grado di fare la differenza nel processo di selezione secondo criteri di sostenibilità. Quasi il 70% degli intervistati dichiara, infatti, di non sapere quali siano i comportamenti che una struttura alberghiera dovrebbe attivare per essere eco-sostenibile. E anche sulle certificazioni ambientali, che attestano l’effettiva messa in pratica di comportamenti eco-compatibili da parte degli hotel, emerge una certa genericità informativa: una buona parte degli intervistati, oltre il 35%, ammette di non conoscerle affatto, mentre il 39% ne ha solo sentito parlare.
Provando, infine, a indagare sulle altre possibili cause di questo ritardo, sono emersi elementi piuttosto frammentati e diversificati. Com’era prevedibile, però, il primo fattore citato è quello economico: quasi il 24% degli intervistati ammette il timore che la sostenibilità comporti necessariamente maggiori costi d’acquisto. A seguire (18%) viene segnalata l’oggettiva difficoltà a individuare fornitori di servizi effettivamente specializzati, che includano, nella propria offerta, anche dei buoni strumenti per la costruzione di una green travel policy efficace.

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