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Nutrire spirito e professionalità

La gestione di un agriturismo toscano uplevel tra atmosfere bohémien e ospitalità calorosa

La gestione di un agriturismo toscano uplevel tra atmosfere bohémien e ospitalità calorosa

Di Massimiliano Sarti, 17 Luglio 2014

Un sogno diventato realtà: Luciano Lusardi vanta una storia importante nell’hôtellerie internazionale, con una lunga esperienza alle spalle in brand e gruppi prestigiosi come Ihg, Rocco Forte, Leading hotels of the world… «Chi mi conosce sa bene, però, che ho sempre desiderato vivere in un luogo di profonda armonia con la natura. Il mio percorso lavorativo, come è normale che sia, a volte mi ha condotto in altre direzioni. Nella seconda parte di carriera ho perciò deciso di regalarmi un’esperienza inedita, capace al contempo di nutrire spirito e professionalità».
Diventato amministratore delegato di Borgo Pignano a gennaio di quest’anno, Lusardi gestisce così oggi una tenuta privata di circa 300 ettari situata nel cuore della campagna toscana, tra Volterra e San Gimignano: un agriturismo 3 spighe sorto intorno a un antico borgo di origine etrusca e composto da una villa settecentesca, nonché da una serie di case coloniche ristrutturate. Qui si seguono i principi della permacultura, dell’agricoltura biologica e in parte di quella biodinamica, mentre le esigenze della sostenibilità ambientale sono garantite dalla presenza di numerosi pannelli fotovoltaici, nonché dallo sfruttamento delle biomasse per le necessità di riscaldamento dell’intero complesso.
«Ma i nostri servizi possono tranquillamente rivaleggiare con quelli di molti buoni 5 stelle dell’ospitalità più tradizionale», ricorda lo stesso Lusardi. «D’altronde qui ci troviamo in un luogo privilegiato: in uno dei posti più belli della Toscana, per ammissione degli stessi abitanti della regione, dove è davvero possibile mantenere la promessa di rigenerare corpo e mente, in un contesto naturale privo di ogni artificio».

Domanda. Come si caratterizza quindi la vostra accoglienza?
Risposta. Offriamo un’ospitalità calorosa e personale, immersa in atmosfere dai connotati bohémien, ideali per chi alla ricerca della giusta ricarica o dell’ispirazione creatrice. L’accoglienza, di conseguenza, assume tratti dai toni informali, tanto che, chi viene da noi, prova spesso la sensazione di essere ospite di una tenuta privata, piuttosto che di una struttura ricettiva.
D. Chi sono i vostri clienti?
R. Sono persone che ricercano un’esperienza autentica. Ospitiamo molti uomini d’affari, soprattutto dell’Europa del Nord o degli Stati Uniti, ma anche di altri continenti: persone che sperimentano vite dai ritmi particolarmente stressanti e che desiderano trovare ambienti in cui stare, almeno per un po’ di tempo, lontani dai propri cliché professionali. E poi ci sono gli allievi della Prince’s Drawing School di Londra: giovani artisti patrocinati dalla fondazione Moritz-Heyman, a cui viene data l’opportunità di un soggiorno ispiratore in Italia. Non posso inoltre non citare i numerosi gruppi yoga che arrivano qui praticamente da ogni parte del mondo. Tutti, indistintamente, cercano un servizio attento, un’ottima offerta enogastronomica e un ambiente informale, in cui essere trattati come amici. Basti pensare che a Borgo Pignano, il nome di battesimo è spesso un must nei rapporti personali.
D. Come trovate il giusto equilibrio tra le necessità del servizio e una gestione meno formale dell’accoglienza?
R. Prima di tutto mantenendo una discrezione totale. Per il resto, è soprattutto una questione di empatia. D’altronde, pur non essendo certo isolati dal mondo, non ci troviamo neppure nel bel mezzo di Via Veneto, a Roma. I nostri ospiti trascorrono perciò spesso molto tempo da noi ed è inevitabile che abbiano contatti quotidiani con chi poi, magari, dà loro lezioni di cavallo, li assiste in piscina o serve le colazioni. Anzi, sono gli stessi ospiti a voler stabilire un rapporto personale con il nostro staff.
D. Qual è quindi la sua missione di manager a Borgo Pignano?
R. Quella di aiutare l’azienda a esprimere tutte le proprie potenzialità, senza snaturarne le caratteristiche di fondo. Grazie alle mie esperienze passate io posso infatti portare senz’altro una serie di competenze utili, soprattutto in termini organizzativi e di know how specifico legato all’ospitalità. In questi mesi, per esempio, abbiamo già migliorato la nostra presenza online, grazie a una nuova pagina web, a un nuovo motore di prenotazioni e all’affiliazione ad alcuni portali accuratamente selezionati. In questa mia nuova avventura, inoltre, mi hanno seguito anche tre risorse che erano con me al Verdura, portando con loro tutta la qualità del servizio Rocco Forte: è così che Michele ha affiancato Francesco alla reception, mentre Paola e Gabriele sono diventati i responsabili di sala della nostra ristorazione. Ma qui ho la fortuna di aver trovato pure alcune straordinarie eccellenze professionali: vere star del loro settore, da cui io sto stesso sto imparando moltissimo.
D. A chi si riferisce, in particolare?
R. Penso, per esempio, al nostro apicoltore, Antonio, che produce un ottimo miele; alla nostra erborista Elisabetta, che fa cose straordinarie con le essenze; o al nostro capo-ortolano, Davide, che ha persino inventato una nuova varietà di melone-banana. Ma anche alla nostra responsabile pubbliche relazioni, Camilla, per le cui lezioni di cucina vengono addirittura dall’estero.
D. Come si riescono ad armonizzare tra loro tante vocazioni e competenze diverse?
R. Il luogo stesso in cui lavoriamo aiuta a sviluppare doti come la concordia e la condivisione. Il team è piccolo, ma molto affiatato e ci si si aiuta volentieri vicendevolmente. Il livello di soddisfazione tra i collaboratori, d’altronde, è davvero elevato. Anche se qui non abbiamo employee survey, sul modello di quanto avviene nei grandi gruppi internazionali, è una cosa che si può intuire dal grado di partecipazione con cui tutti vivono ogni attività e momento della giornata.
D. In tale contesto di idillio arcadico ci saranno però pure delle criticità da affrontare, delle piccole difficoltà nella gestione quotidiana di spazi non convenzionali…
R. In realtà, io ci vedo quasi esclusivamente vantaggi: le nostre camere e suite non sono delle scatole anonime, ma degli ambienti ampi e accoglienti, in cui spesso il bagno è grande quanto una camera di standard internazionale. Non solo: godiamo anche del lusso di beneficiare di spazi che è possibile dedicare a funzioni impensabili in strutture cittadine, dove l’utilizzo di ogni metro quadrato deve rispondere a una precisa logica economica. Mi riferisco, per esempio, alla nostra biblioteca, alla sala biliardo o alla sala musica… Per quanto riguarda le manutenzioni giornaliere, infine, ci rivolgiamo a selezionati professionisti esterni, che condividono pienamente il nostro progetto.
D. Quali, quindi, gli obiettivi del prossimo futuro?
R. Sono sinceramente convinto che Borgo Pignano, con un quid di organizzazione in più, ma mantenendo la sua caratteristica originaria, sia destinato a diventare presto un nuovo e originale protagonista del panorama ricettivo nazionale.

Chi è Luciano Lusardi

Con una ventennale esperienza in InterContinental Hotel Group (Ihg) alle spalle, Luciano Lusardi ha gestito, in qualità di direttore operativo, varie realtà Ihg in Spagna, Portogallo, Italia, Malta, Marocco e Francia. Più recentemente, ha inoltre ricoperto il ruolo di general manager del siciliano Verdura Golf & Spa Resort, parte del gruppo Rocco Forte, nonché del Leading pugliese Borgo Egnazia.

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