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Nell’antica terra del sale e del vino

Di Anna Goffi, 3 Settembre 2004

Il vino siciliano, ricavato da vitigni quali il Grillo, lo Zibibbo e il Nero d’Avola, fa bene e conquista sempre più il gusto straniero. Questo è quanto è emerso dalla sesta edizione del convegno internazionale “Vino e Salute” che, insieme al primo Expo regionale “Wine Sicily”, si è svolto non molto tempo fa a Trapani.
L’evento, promosso dalla Provincia di Trapani, dall’Assessorato regionale agricoltura e foreste e dall’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero) ha visto la presenza di 50 buyer provenienti da Germania, Svezia, Regno Unito, Francia, Danimarca, Polonia, Usa, Canada, Giappone, Australia, Russia, che hanno avuto modo di incontrare gli oltre 80 produttori locali presenti alla manifestazione.
Un’ottima occasione anche per rivedere un angolo di questa bellissima terra, tanto apprezzata da Goethe, e per ammirare il suo cielo così simile a quello africano, per inebriarsi dei suoi sapori decisi e dei suoi profumi dati dalla presenza di tante erbe aromatiche.
Trapani deve la sua vita al mare. La città, tuttora legata all’attività della pesca, in passato ha trovato ricchezza soprattutto nella pesca del corallo, come testimoniano le magnifiche opere coralline conservate nel Museo Pepoli. Sempre la presenza del mare, a Trapani, ha determinato la coltivazione del sale e l’itinerario denominato “Via del Sale”, che annovera un museo a Nubia e tutta la costa fino a Marsala, è sicuramente un’attrazione imperdibile per chi vuole comprendere l’aspetto culturale, antropologico ed economico del territorio.
A Marsala si possono ammirare i resti di un’antica nave punica il cui relitto, trovato dopo 2.300 anni, si trova oggi esposto nel baglio Anselmi, ma gli estimatori non mancheranno di visitare il Museo degli arazzi che custodisce 6 arazzi del ‘500, considerati una delle più importanti collezioni di arazzi fiamminghi esistenti al mondo.
Che dire poi del museo dedicato a Giuseppe Garibaldi e delle belle chiese presenti in città? Se ne consiglia la visita. E non si può mancare anche una puntata all’isola di Mozia, un tempo territorio fenicio. Qui, nel Museo Whitaker, dedicato all’archeologo che scoprì i tesori del luogo, è esposto il “Giovane di Mozia”, una bellissima statua marmorea, scolpita in un unico masso, che fa intravedere il corpo di un giovinetto nudo sotto velati e straordinari drappeggi. Ma ancora più emozionante risulta la statua di un altro giovane esposta a Mazara del Vallo: quella in bronzo del Satiro danzante, ritrovata in mare nel 1998 da un peschereccio mazarese e datata tra il III e il II secolo a.C.

In libreria

Gerardo Antelmo
MARSALA E IL SUO VINO

Editrice Ali&no

pag. 103, euro 10

Può un libro che parla dei produttori vinicoli di un territorio far venir voglia di passare un week end esattamente nella città descritta? Sicuramente può, se a narrare lo fa Gerardo Antelmo, profondo conoscitore di storia e cultura del vino oltre che esperto di prodotti tipici e di tradizioni locali.
L’autore, che si autodefinisce “enonauta”, ovvero curioso turista del vino alla scoperta di un territorio che produce le migliori etichette, non si limita a presentare le aziende vinicole che fanno il vanto di Marsala ma espone, con agile scrittura, storia e gloria della città, verità e leggende, reperti artistici e archeologici. Ne esce un ritratto a tutto tondo di questo angolo siciliano che presenta inestimabili tesori d’arte, bellezze paesaggistiche mozzafiato e che, essendo vocato da millenni alla viticoltura, è in grado di offrire prodotti straordinari per deliziare vista e palato di intenditori e buongustai.
Un libro veloce da leggere e facile da metabolizzare ma, soprattutto, un testo che invita a provare in prima persona, magari a differenti livelli, quanto viene descritto. Chi infatti non potesse programmare un itinerario in questa terra meravigliosa, può almeno gustarne i sapori, grazie agli indirizzi utili segnalati e alla descrizione di alcune ricette tipiche. (a cura di Anna Goffi)

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