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Mercati europei in risalita

Ma la crescita stenta in Medio Oriente e Nord Africa

Ma la crescita stenta in Medio Oriente e Nord Africa

Di Giorgio Bini, 29 Luglio 2011

Eppur si muove: il tradizionale fermo immagine sullo stato del mercato del real estate alberghiero dell´area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa), tracciato semestralmente dalla società di consulenza Jones Lang LaSalle Hotels, mostra un timido movimento verso l´alto del trend generale delle transazioni. Almeno per una parte consistente del Vecchio continente. Secondo l´ultimo Hotel investor sentiment survey, infatti, il miglioramento, seppur parziale, del quadro economico avrebbe convinto gli investitori a esplorare nuove opportunità di investimento alberghiero, soprattutto in Europa occidentale. «Nel corso degli ultimi sei mesi abbiamo in effetti assistito a un sostanziale miglioramento delle performance delle strutture ricettive», racconta l´executive vice president Jones Lang LaSalle Hotels Italia, Roberto Galano. «In area Emea, in particolare, la risalita è stata guidata dalla Germania, dove le migliori aspettative di crescita, nel medio periodo, sono state registrate nelle città di Monaco e Amburgo». Nel Regno Unito, la ripresa è stata invece sostanzialmente trainata da Londra, mentre nelle restanti città del paese britannico i segnali di recupero sono ancora deboli. Tuttavia anche per loro l´Hotel investor sentiment survey segnala un miglioramento atteso nei prossimi due anni, soprattutto per quanto riguarda la capitale scozzese, Edimburgo.
«Gli investitori rimangono ancora cauti, ma la volontà di tornare a dirigere i propri capitali verso il settore alberghiero è ormai evidente», prosegue Galano. «Lo dimostra bene la crescita del 160% registrata dal volume di investimenti dell’area Emea nel primo trimestre del 2011, rispetto allo stesso periodo del 2010». Oltre ad alcune città tedesche e a Londra, i mercati principali dovrebbero peraltro continuare a essere rappresentati da centri come Madrid, Roma, e Parigi, mentre è probabile che Stoccolma e Copenaghen possano trarre vantaggio dalla ripresa della domanda business. «In queste aree l’interesse degli investitori si indirizza soprattutto verso gli alberghi di categoria medio-alta, mentre in Europa dell´Est, in Medio Oriente e in Nord Africa, la loro attenzione è focalizzata in prevalenza sul segmento lusso». Proprio in questi ultimi mercati si dovrebbero peraltro registrare, con gradazioni e motivi differenti, le maggiori resistenze alla ripresa delle transazioni. Anche se nella parte orientale del Vecchio continente, gli ultimi sei mesi hanno fatto registrare un miglioramento complessivo delle performance alberghiere, «principalmente trainate dai mercati di Istanbul, Mosca e Varsavia, dove il turismo si è rapidamente sviluppato nel corso degli anni più recenti, incoraggiando così le catene alberghiere internazionali e gli investitori a espandersi in queste città per beneficiare della crescita attesa».
In Medio Oriente e in Nord Africa, invece, la difficile situazione politica di alcuni paesi e un eccesso di offerta in altri, con flussi turistici ancora deboli, sono fattori destinati a incidere negativamente sulle performance del comparto del real estate alberghiero. «Ciononostante», riprende Galano, «i mercati delle cosiddette gateway city (ossia le città dove si trovano i maggiori aeroporti internazionali, ndr) si sono sostanzialmente mantenuti stabili, mentre le aspettative di rendimento degli investitori negli ultimi sei mesi si sono rafforzate di 40 punti percentuali base, a testimonianza della loro fiducia nelle previsioni di continua crescita dell´industria turistica di queste città».
Nel complesso, l´Hotel investor sentiment survey sostiene che le attuali condizioni di mercato dovrebbero favorire la posizione dei venditori, soprattutto nei paesi dell’Europa occidentale. La ricerca sottolinea, in particolare, come in mercati quali Londra e Parigi il numero degli acquirenti superi già oggi quello dei venditori. «Tutti i segnali registrati fino a ora indicano che gli investitori vedranno aumentare il numero di hotel in vendita nella seconda metà dell’anno», conclude Galano. Se la ripresa dovesse proseguire, quindi «si prevede che possa contemporaneamente aumentare la propensione dei proprietari a mettere sul mercato i propri asset alberghieri».

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