Job In Tourism > News > Risorse umane > Meliá obiettivo recruiting

Meliá obiettivo recruiting

La compagnia punta forte sull'Italia ed è a caccia di profili per i suoi ambiziosi piani di espansione

La compagnia punta forte sull'Italia ed è a caccia di profili per i suoi ambiziosi piani di espansione

Di Massimiliano Sarti, 14 Gennaio 2016

Aaa cercasi camerieri, chef, personale di contatto, addetti alla accoglienza, responsabili, manager e non solo: Meliá Hotels International torna al Tfp Summit con obiettivi di recruiting decisamente ambiziosi. Il gruppo spagnolo intende infatti più che raddoppiare la propria presenza in Italia, passando dagli attuali sei alberghi a 13 hotel nella Penisola in pochi anni. Primo passo di tale piano di sviluppo è il Meliá Siracusa, la cui apertura è prevista per la prossima estate: «Stiamo parlando di una nuova struttura, che necessiterà di profili per tutte le aree e per tutti i livelli: dal food & beverage al front of the house, dall’amministrazione al marketing e al management», racconta Sabrina Chiarentin. «Ma la selezione, nel nostro gruppo, è un processo costante, non necessariamente collegato a uno specifico progetto o a una singola inaugurazione» tiene a precisare la human resources director.
Domanda. Chi pensate di incontrare al Tfp Summit?
Risposta. Giovani talenti, persone dinamiche e disposte a mettersi in gioco, nonché professionisti che concepiscano l’eccellenza del servizio come una missione da perseguire con passione, non come un dovere.

D. Quali allora le caratteristiche del candidato ideale?
R. La nostra politica risorse umane predilige soprattutto i profili dotati di esperienza nel settore alberghiero, possibilmente di lusso. Ricerchiamo però anche giovani al termine di brillanti percorsi accademici e interessati a partecipare a programmi formativi di stage. In quest’ultimo caso, eventuali periodi di studio o lavoro all’estero e la conoscenza fluente della lingua inglese costituiscono variabili fondamentali. Tra gli altri requisiti che ricerchiamo, segnaliamo una serie di condizioni che riteniamo propedeutiche allo sviluppo e all’ampliamento di specifiche competenze manageriali, quali una certa fluidità del percorso accademico, l’eventuale conseguimento di master post-laurea e la disponibilità alla mobilità internazionale. Importanti sono infine anche alcune soft-skill, come le doti di leadership, la pro-attività, la passione per i risultati, l’attitudine al servizio e la predisposizione al team-working.

D. Considerate le necessità legate all’imminente apertura del Meliá Siracusa, come funzionano, in particolare, le selezioni per le start-up?
R. In questi casi le prime fasi di recruiting sono soprattutto dedicate a manager e responsabili di reparto, per poi passare alle altre mansioni. Per le figure particolarmente innovative, quali per esempio quelle legate all’area della guest experience, accogliamo anche candidature provenienti dal settore della moda e dello stile. Nel processo di selezione, rigoroso e molto strutturato, utilizziamo quindi una metodologia di assessment, che prevede esercitazioni e simulazioni tese a individuare la corrispondenza tra il profilo di ogni candidato, in termini di capacità potenziali, e i comportamenti attesi da Meliá. Sono inoltre previsti colloqui con i responsabili delle risorse umane e con uno o più manager di linea, volti ad approfondire la reciproca conoscenza.

D. Negli ultimi anni, molte compagnie alberghiere, Meliá compresa, si sono impegnate a creare nuovi profili, pensati appositamente per venire incontro alle esigenze di una domanda in costante evoluzione. Mi viene per esempio in mente proprio la vostra area guest experience. Quali sono le motivazioni alla base di tali innovazioni di ruolo?
R. Lo scenario di mercato contemporaneo è molto più competitivo di un tempo. Trovare clienti è diventato più difficile, fidelizzarli una vera impresa. Da qui la necessità di inedite figure professionali legate alla guest experience, ma anche alla brand reputation: nuove competenze, nuovi saperi, frutto di una ospitalità pur sempre basata sulle relazioni umane. Il professionista della guest experience, in particolare, intende racchiudere in sé la parte migliore dei vecchi concetti di conciergerie, adattandoli però al contesto contemporaneo: non è più solo una questione di mera assistenza al cliente, anche se questo aspetto rimane certo parte integrante del servizio; l’obiettivo è ora quello di catturare l’ospite, grazie alla creazione di un rapporto di fiducia reciproco e alla possibilità di fargli vivere emozioni intense e autentiche. E tutto ciò, attraverso una sapiente combinazione degli aspetti fisici della struttura hotel e della qualità del servizio, nonché al tocco personale di ciascun membro del team. Lavorare all’interno di un reparto completamente nuovo come quello della guest experience, che in alcune nostre strutture può arrivare a contare fino a otto risorse, significa dunque coinvolgere gli ospiti in un percorso sensoriale attivo fin da prima del loro arrivo. Solo così si può infatti agire direttamente sulle aspettative dei clienti e porre le basi per la creazione di un vero link emozionale.

D. Quali i vostri strumenti di misurazione delle performance?
R. Ogni anno noi effettuiamo una performance review, attraverso la quale analizziamo competenza per competenza il comportamento atteso di ogni nostro collaboratore. Il momento è anche un’occasione di incontro tra dipendente e superiore, durante il quale viene stimolato un confronto strutturato e focalizzato sulla ricerca dell’eccellenza. Il tutto si traduce in azioni concrete per il raggiungimento delle performance auspicate.

D. Avete sistemi di incentivazione ad hoc, utili a premiare i talenti migliori?
R. Naturalmente sì. Ma siamo anche fermamente convinti che il migliore strumento a nostra disposizione, per trattenere i talenti, sia la loro professionalizzazione. Proprio lo scorso mese abbiamo per esempio dato avvio alla nuova Meliá Academy: un «master di alta specializzazione in management dell’impresa alberghiera» dedicato alle figure chiave del nostro gruppo in Italia e della durata di quasi un anno. Progettato in collaborazione con Newton Management, il Sole 24 Ore e la consulente aziendale nel settore turistico-ricettivo, Silvia Moretti, il percorso si propone l’obiettivo di integrare e migliorare le competenze manageriali dei partecipanti, oltre che di consentire loro di interpretare e calarsi nel proprio ruolo alla luce delle nuove tendenze del settore.

D. Master a parte, come funzionano, in generale, i vostri programmi formativi?
R. Il fattore formazione, mi piace ribadirlo, è un aspetto determinante della nostra strategia di impresa. Nostro obiettivo è quello di orientare le professionalità acquisite dai vari profili conformandole alle nostre esigenze di competenze, e di integrare, nelle persone prive di esperienza, il know-how personale con quello professionale. Tutti i nostri programmi formativi, studiati e definiti in armonia con la cultura e gli standard aziendali, partono quindi dai fabbisogni dei reparti e delle singole risorse. Varie sono inoltre le articolazione dei percorsi, che spaziano dai corsi professionali di natura spiccatamente tecnica ai piani formativi individuali per l’evoluzione professionale dei dipendenti, passando anche per le esperienze motivazionali mirate a creare senso di appartenenza e a coinvolgere i collaboratori negli obiettivi individuali.

D. Si può avere un esempio concreto?
R. Certamente. Proprio l’anno scorso al Gran Meliá Rome Villa Agrippina abbiamo organizzato un progetto di sensibilizzazione sulle “diversità” in collaborazione con la Fondazione Adecco per le pari opportunità, nonché con le onlus Vma e l’Isola che non c’era. L’iniziativa ci ha dato la possibilità di riflettere e di costruire un approccio professionale più consapevole e propositivo nei confronti della stessa “diversità”, nonché di esplorare le nostre modalità relazionali al di fuori del contesto lavorativo e di favorire il senso di appartenenza all’azienda e al team. Nello specifico, lo staff dell’hotel è stato coinvolto in due giornate esperienziali outdoor in barca a vela con i ragazzi dell’Associazione italiana persone down (Aipd) e in un torneo di ping pong con atleti paralimpici.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati