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Maurizio Orlacchio, dal Cesar Ritz al Four Seasons hotel di Dublino

Di Maurizio Orlacchio, 12 Aprile 2002

Al momento sono Supervisor al Seasons restaurant del Four Seasons Hotel di Dublin. Primo contratto vero dopo vari internship scolastici. La compagnia è attenta a tutto, gli standard sono alti e il tutto va ad amalgamarsi con la spontaneità degli irlandesi. Ma la mia esperienza parte dal 3 di aprile del l998 alla stazione del treno di Montreux. Quando ho deciso di iscrivermi all’istituto Cesar Ritz non sapevo se fosse la decisione giusta, nonostante avessi visitato la scuola tre mesi prima. E’ stato il mio migliore amico che mi ha introdotto a questo tipo di programma che vede riunite insieme le tecniche svizzere dell’arte dell’hotellerie con il management americano: tutto ciò mi attirava molto. Quando sono arrivato a Montreux ero molto combattutto, sono stato portato nella mia stanza e subito mi si sono chiarite le idee quando ho scoperto che il mio compagno brasiliano Ricardo era nato il mio stesso giorno. La mia vita ha incominciato a piacermi seriamente in quell’edificio rosa sul lago Geneva, da dove si vede Losanna sulla sinistra e Montreux sulla destra, ma, come molti altri, mentre mi trovavo lì, non vedevo l’ora di finire e di lasciare quel posto, cosa che poi mi ha rattristato molto, in quanto è stato come lasciare una vera e propria famiglia. Essere uno studente significa portare molta pazienza, qualche volta significa anche andare incontro a periodi negativi durante i quali ti chiedi “Come farò a uscire da tutto ciò?”. Oggi però posso dire però che i momenti negativi fanno parte della vita di tutti i giorni. Il nostro insegnante ci diceva sempre “Divertitevi e ridete, per essere tristi aspettate di uscire nella giungla che c’è fuori. L’unico modo per sopravvivere nella cosidetta giungla una volte che ve ne andrete è quello di usare tutti i mezzi che la scuola vi ha fornito”. Ora so che aveva ragione. La mia prima “giungla” è stato il Grand hotel Dolder di Zurigo, un albergo cinque stelle, dove ho fatto le mie prime esperiense e ho conosciuto i miei primi colleghi. Quando sono rientrato a Le Bouveret, la pressione era davvero alta: dovevo organizzare un banchetto, esame che tutti gli studenti del secondo anno devono passare. “My Fair Lady”: un esercizio che dovevamo completare con successo lavorando insieme come un team, con il manager di un banchetto, quello dell’intrettenimento, quello della cucina con il suo stesso team, e così via. Come ho già detto precedentemente, il secondo anno è stato un po’ come un conto alla rovescia: tutti noi sapevamo che la fine dei nostri studi insieme stava arrivando. Prima però dovevamo prepararci per per lo “sport day”: gare sportive con altre scuole della Svizzera, durante le quali siamo riusciti, con la nostra squadra di soccer, ad arrivare alla vittoria e ad avere numerose possibilità, per quanto riguarda la mia personale esperienza, ho avuto la possibilità di testare i miei sentimenti e mi sono lanciato nella grande giungla del mondo del lavoro e in modo particolare nell’ Opryland Hotel in Nashville, Tennesee. Questo è il luogo dove si impara l’importanza della flessibilità e soprattutto ad essere disponibile sempre e in misura maggiore di quello che ci si aspetta. Non penso che avrò ancora la possibilità di lavorare in un così grande albergo, ma suggerisco a tutti di passare un po’ di tempo con i “Rednecks” dove, dopo due mesi, insieme al mio amico Rahman Degras, eravamo in grado di completare un check-in in meno di 12 secondi, visto che il numero di persone che fanno il chek- in giornalmente sono circa 2000. Alla fine di questo management, sono tornato in Europa, ho lavorato in Germania, a Dusseldorf con Fidelio System al Radisson Sas, ma per poco perchè ero stanco di tutto quell freddo, quella neve e quell ghiaccio e sognavo altri posti dove realizzarmi professionalmente. Così mi sono trasferito a Dublino, dove il Four Seasons Hotel mi ha offerto un posto come supervisore del ristorante. Sono qui da ormai 15 mesi e sono ancora convinto che “domain sarà migliore”.

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