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Masthermed, un’authority per il termalismo nel Mediterraneo

Di Job in Tourism, 26 Maggio 2006

Avrà luogo a Salsomaggiore, entro l’estate, il primo congresso internazionale della società mediterranea di medicina termale. È il primo importante appuntamento di Masthermed, costituitasi presso le Terme di Tabiano ai primi del 2006 come autorevole punto di riferimento del termalismo mediterraneo e authority del settore.
L’associazione rappresenta 37 paesi affacciati sul Mediterraneo o sul Mar Nero e 21 sono le discipline mediche che si occupano delle patologie trattabili con terapie termali. «Si tratta di fare un’operazione simile a quella portata avanti in Europa per i cibi e i vini di qualità», ha affermato Alberto Alfieri, presidente delle Terme di Tabiano, «che preveda la certificazione delle aziende termali, un organico piano di controllo della qualità e, soprattutto, seri investimenti in ricerca e sviluppo. Questa la formula per rilanciare il termalismo in Italia, in Europa e in tutta l’area del Mediterraneo. Ecco perché nasce la Società mediterranea di medicina termale. Lo scopo è infatti la diffusione del termalismo modernamente inteso su vasta scala. È chiaro che non si può parlare di termalismo senza un’associazione di luoghi termali che ne curi le finalità e ne garantisca la qualità».
L’iniziativa è nata dalla considerazione del rinnovato interesse per la salute e il benessere che si registra negli ultimi anni, con una tendenza però a privilegiare l’aspetto wellness piuttosto che il termalismo vero e proprio: un trend che solo negli ultimi due anni sembra essersi modificato a favore di una lieve crescita. Ecco cosa dicono i dati Federterme-Confindustria: dal 1999 al 2004 le cure termali tradizionali hanno subito una diminuzione del 10,4%, mentre quelle attribuibili al benessere termale sono aumentate del 136,4%.
Rilanciare il termalismo, prezioso patrimonio naturale di numerosi paesi dell’area mediterranea, è dunque l’obiettivo che si pone Masthermed, con un programma di valorizzazione scientifica. Italia, Francia, Spagna, Ungheria, Romania, Ucraina, Turchia e Marocco abbondano di acque, vapori, fanghi ed emissioni termali e hanno sviluppato un’imponente rete di stazioni termali accoglienti e confortevoli. Però, per rispondere alle attuali esigenze, secondo l’associazione, l’offerta di un sito termale deve riqualificarsi ponendo cura ad alcuni punti chiave:
• vacanza stress-free con valore salutistico (una sistemazione alberghiera idonea con opportuni impianti e controlli medici);
• cultura salutistica (approfondimento dei meccanismi di recupero dell’organismo umano, dell’integrazione di pratiche personali in appoggio alla terapia medica);
• valenza terapeutica (le terme devono specializzarsi e potenziare il loro legame con la medicina tradizionale, istituendo cartelle mediche dei propri clienti che vengono seguiti in tandem con i medici curanti);
• ricerca e sviluppo (aspetto trascurato da potenziare e accreditare in collaborazione con ministeri, università e aziende);
• comunicazione (siti termali come luoghi di scambio culturale multidisciplinare, anche con l’approvazione ministeriale).
Nel rapporto Federterme-Confindustria 2004 si legge appunto che, mentre molti centri hanno usato l’aggettivazione termale per qualificare le proprie attività, le terme fino a una decina d’anni fa hanno rifiutato la stessa concezione di benessere e l’attivazione di uno specifico comparto per paura di contaminare la componente sanitaria, dimenticando che le cure termali possiedono proprio quelle caratteristiche naturali che rispondono alle richieste di un “mercato della salute” inteso in senso sempre più olistico.

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