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Marketing territoriale dal vivo

Di Antonio Caneva, 4 Luglio 2008

Per chi non avesse dimestichezza con il baglio trapanese*, l’arrivo al Kempinski Hotel Giardino di Costanza è una sorpresa. Provenendo da Mazara del Vallo, improvvisamente dalla campagna si arriva a un complesso cinto da un alto muro, il quale, invece di creare una barriera, trasmette un senso di tranquillità: ponte tra un esterno macchiato dalle diverse sfumature di verde degli ulivi e della vite e un interno che si intravede, chiaro, curato e ordinato.
Il Kempinski Hotel Giardino di Costanza è un cinque stelle, che apre nella Sicilia occidentale il concetto di lusso. La Sicilia è sicuramente una delle destinazioni di maggior interesse e merito di questo albergo è di fare da apripista ai complessi di livello che nei prossimi anni si affacceranno con le loro proposte.
L’hotel è composto da un centinaio di camere (interessanti le due penthouse sul tetto che dispongono, tra l’altro, di una piscina privata), integrate da quanto si può immaginare pertinente a una struttura di livello: centro benessere, centro longevity, piscina esterna con dei tranquilli baby e junior club, piscina interna, spiaggia privata (a nove chilometri), centro congressi e, in realizzazione, un campo golf a 18+9 buche con ville e residence.
L’albergo è relativamente recente ma quello che più colpisce è il senso di elegante serenità che si avverte, favorito da un’architettura e da arredi che fanno percepire il complesso come se tutto fosse lì, da sempre. L’architetto Daniela Baiasco, in una battuta, definisce così il suo eccellente lavoro: «La campagna circostante con i suoi bagli e il suo silenzio mi hanno indirizzato a scegliere un lusso tranquillo».
Il centro benessere Nakhlah, poi, propone un’atmosfera avvolgente e seducente, lussuosa ma discreta: chaise longue, luce di candela, musica suggestiva, una grande piscina interna riscaldata, palestra, zona relax, grandi spazi, prodotti naturali della Sicilia e rigore scientifico. Qui, alghe ed erbe sono miscelate pochi istanti prima di essere applicate per non disperdere i principi attivi, mentre agrumi appena spremuti per conservare le vitamine, sale marino e argilla vulcanica sono gli ingredienti di base del programma di bellezza «Care suite» di Daniela Steiner. La sua particolare filosofia si basa sull’unione delle tre aree (testa, corpo e piedi), tradizionalmente distinte nei trattamenti, allo scopo di procurare un beneficio totale.
Nel corso del mio soggiorno il general manager Paolo Sanavia mi ha fatto così visitare il complesso e ho scoperto degli angoli molto interessanti; era sera e sotto una tenda/gazebo uscivano le note di un piano cui, a intermittenza, si univa una tromba: suoni struggenti mescolati allo sciabordio di una cascatella che scendeva dalla piscina sino al terrazzo, su cui, a lume di candela, alcune coppie stavano cenando.
Sanavia mi parlava dei continui miglioramenti della struttura e dei progetti prossimi e mi descriveva anche la sua visione di marketing territoriale, indispensabile per lo sviluppo di una struttura, come il Giardino di Costanza, posta non già a Taormina ma a Mazara del Vallo. Ho preso questa conversazione come una breve, interessante lezione, che posso così sintetizzare: «Il marketing territoriale si pone come uno strumento di promozione del territorio e di stimolo allo sviluppo locale articolato sulle cinque P: prodotto, pubblicità, promozione, processi, people, ossia le risorse umane giuste. Dalla teoria alla pratica, l’attuazione dei progetti si fonda sulla regola delle tre A: attrazioni (la motivazione che spinge a visitare un territorio), accessibilità (il livello di fruibilità dell’offerta, quindi la ricettività adeguata alle aspettative della clientela), Animazione (la capacità di rendere stimolante e piacevole una vacanza). Il presupposto, quindi, è che occorre saper ascoltare il mercato per valorizzare i segmenti turistici e dare nuova luce alla storia della regione: i borghi e le tradizioni folcloristiche, le città d’arte e gli itinerari enogastronomici».
E nella Sicilia occidentale ci sono luoghi di grande interesse. Immerse nella magia del tempo, per esempio, si trovano le antiche vestigia dei Greci e dei Fenici: visitare Selinunte e Segesta è un vero tuffo nel passato, mentre la medievale Erice, com’è noto, è il punto d’incontro degli scienziati di tutto il mondo.
Io sono stato alla spiaggia di Selinunte. L’amico Sanavia mi scuserà se ho tradito il suo lido, però non potevo rinunciare alla seduzione di una giornata al mare in una spiaggia di sabbia di svariati chilometri, praticamente da solo a immergermi in un mare cristallino.
Prima di partire mi hanno indicato come molto interessante un’escursione a Mothia, a poca distanza dall’albergo. La piccola isola rappresenta un antichissimo insediamento punico e le testimonianze più antiche, tra cui la bellissima statua dell’Auriga, provengono dagli scavi eseguiti dal proprietario inglese Giuseppe Whitaker nei primi decenni del ‘900. L’isola, situata a un chilometro dalla costa, si raggiunge con una traversata in traghetto di circa mezz’ora.
Nel lasciare un posto bisogna avere sempre il rimpianto per non aver fatto qualcosa: diventa l’obiettivo del viaggio successivo.

* Definizione su Wikipedia: il baglio era una grande azienda agricola abitata, oltre che dagli stessi proprietari terrieri, anche dai contadini che vi lavoravano tutto l’anno o stagionalmente. Era quindi dotato di numerosi alloggi, ma anche di stalle e depositi per i raccolti. Ancor oggi in Sicilia, nelle zone di tradizionale uso agricolo, è possibile incontrare tali costruzioni di notevole volume ed estensione per lo più in abbandono, ma a volte restaurate e riutilizzate come aziende agrituristiche.

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