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Maître per passione e perseveranza

Il restaurant manager del Brunelleschi, Alessandro Recupero, è Professionista dell'anno Amira 2016

Il restaurant manager del Brunelleschi, Alessandro Recupero, è Professionista dell'anno Amira 2016

Di Marco Bosco, 14 Luglio 2016

«Il nostro non è un lavoro come tutti gli altri: occorre sapere, certo, ma anche saper fare e soprattutto saper essere». È il ritratto del mestiere del maître secondo Alessandro Recupero: il restaurant manager dell’hotel Brunelleschi di Firenze è stato appena nominato Professionista dell’anno 2016 per l’Associazione italiana maître d’hotel e ristoranti (Amira). Ritirerà ufficialmente il premio il prossimo ottobre, in occasione del convegno nazionale Solidus, quando, come vuole tradizione, verranno consegnati i riconoscimenti di Professionista dell’anno rilasciati da tutte le realtà partner del forum permanente delle associazioni professionali del mondo alberghiero italiano.
L’evento si celebrerà presso l’hotel La Torre, a Palermo: proprio in quella Sicilia da dove è partita, qualche anno fa, la vicenda personale e professionale di maître Recupero: «Il mio carissimo nonno materno, grande maestro della ristorazione e famosissimo in Sicilia come direttore di diverse strutture f&b di lusso, mi portava spesso con sé durante i suoi servizi: voleva farmi divertire e allo stesso tempo mangiare bene. Con il passare degli anni, cominciò così a notare che mi appassionavo sempre di più: osservavo i camerieri vestiti con frac e guanti bianchi ondeggiare con professionalità le posate per i commensali, seguivo con cura tutte le istruzione del maître durante il servizio…».
Una passione nata da lontano, insomma, e coltivata con cura e perseveranza, dato che, come ammette lo stesso Recupero, «le migliori nozioni le ho potute acquisire solamente rubando il mestiere attraverso lo sguardo e senza farmene accorgere, perché sia il maître, sia i camerieri erano molto gelosi del loro lavoro». Tante lezioni colte al volo, dunque, che col tempo, e con l’esperienza, sono riuscite a condurlo a un obiettivo davvero importante, che però non può rappresentare «un punto d’arrivo, per quanto prestigioso possa essere il traguardo».
Anzi, il premio, per Recupero, rappresenta oggi una motivazione ulteriore per continuare «a vivere e ad amare questo lavoro in ogni sua componente, nonché a far sentire gli ospiti sempre come a casa propria e soprattutto a non dire mai di no. Perché i concetti più importanti che ogni giorno ripeto a me stesso sono sorriso, empatia, accoglienza e responsabilità».
C’è grande orgoglio nelle parole del restaurant manager del Brunelleschi, che ricorda come fare molti sacrifici significa, alla fine, poter raccogliere i frutti di tanta fatica: «Ma devo anche ringraziare il presidente Amira, Carlo Hassan: mio maestro sin dai miei primi passi, quando ho avuto l’onore di lavorare insieme a lui presso il famosissimo ristorante Charleston di Palermo. Vorrei poi ringraziare anche la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto in ogni situazione e seguito in ogni mia avventura lavorativa. Soprattutto in quest’ultima mia esperienza di Firenze, per cui ho chiesto loro lo sforzo di trasferirsi, lasciando definitivamente la nostra città natale con tutti i suoi affetti e ricordi».

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