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L’ufficio a bordo di un aereo

È fondamentale saper gestire i periodi a terra in modo efficace

È fondamentale saper gestire i periodi a terra in modo efficace

Di Massimiliano Sarti, 8 Aprile 2011

«Volare è sempre stato il mio sogno, fin da quando ho iniziato a studiare lingue e letterature straniere all’università. Ho sempre amato viaggiare, così ho deciso di studiare l’inglese, in modo da poter trovare un lavoro che mi permettesse di perseguire questo sogno. Nel 1994 ho vinto una borsa di studio presso il Ramapo College, nello stato Usa del New Jersey, e poi nel 1995 un’altra borsa presso l’università del Galles, a Swansea. Esperienze, queste, che mi hanno permesso di raggiungere un livello di inglese adeguato a cercare un lavoro che mi permettesse di viaggiare in tutto il mondo. Nel maggio 1997 ho fatto quindi domanda per diventare hostess per Emirates Airline e tre mesi dopo sono atterrata a Dubai». Obiettivi precisi e un percorso mirato all’internazionalizzazione della propria professionalità. È la strategia che ha permesso alla fanese Vanessa Riminucci di intraprendere una carriera di successo nell’aviazione civile, che l’ha portata, dopo nove anni di esperienza negli equipaggi di cabina degli aerei Emirates, a diventare oggi cabin crew trainer della compagnia.
Domanda. Cosa significa avere il proprio ufficio a bordo un aereo?
Risposta. Vuol dire che, anche se il tuo ufficio sembra più o meno lo stesso ogni giorno, le persone con cui lavori sono sempre diverse, provenienti da ogni parte del mondo, con differenti culture, esperienze e storie da condividere. È divertente: ti senti parte di una grande famiglia multiculturale e impari sempre qualcosa di nuovo.
D. Quali competenze è necessario avere?
R. All’interno del team Emirates service delivery ci confrontiamo con uno schema chiamato Nujoom (stella, in arabo); lo Nujooum definisce le diverse personalità di servizio che il nostro personale di bordo deve saper interpretare: cosmopolita, premuroso, personale, pionieristico e accurato. Ci piace pensare che i nostri cieli siano pieni di queste stelle lucenti, che vigilano sulla sicurezza e il benessere dei nostri passeggeri.
D. Quali sono i vantaggi di questo tipo di lavoro?
R. Oltre al fatto che ogni giorno è diverso dagli altri, e alla possibilità di lavorare con team differenti per ogni volo, ci sono moltissime opportunità per effettuare escursioni incredibili e visitare le località delle varie destinazioni toccate: è un po’ come andare in vacanza gratis. E poi si incontrano spesso persone molto interessanti, con diverse storie da raccontare: un modo per arricchire il proprio bagaglio culturale.
D. Quali, invece, i compromessi con la propria vita privata, sociale e familiare, che chi intraprende una carriera simile deve sapere di dover necessariamente affrontare?
R. La natura stessa di questo lavoro non ti consente di avere il weekend libero da passare con la famiglia. All’equipaggio di cabina, però, è consentito richiedere un certo periodo di ferie al mese, per un minimo di otto giorni, che si può scegliere di trascorrere nelle proprie destinazioni preferite. Non solo: le mamme possono smettere di volare per alcuni mesi, durante la maternità, per tornare dopo il parto e continuare la propria carriera. Certo, quando svolgi questo tipo di professione diventa fondamentale imparare a gestire il proprio tempo a terra in modo efficace. E poi alcune persone credono che faccia bene trascorrere un po’ di giorni lontano dai parenti.
D. È soddisfatta della sua scelta di vita e di lavoro?
R. Sono molto felice di aver preso la decisione di lasciare l’Italia. Non è stata una scelta facile da fare, ma sicuramente ha dato i suoi frutti. Emirates è una compagnia aerea mondiale, che è cresciuta velocemente negli ultimi 20 anni e sono molto orgogliosa di farne parte. Io naturalmente torno spesso a casa. E i miei parenti possono venire a trovarmi, avvalendosi delle condizioni agevolate a loro riservate.
D. Che cosa si sente di consigliare ai giovani che intendono intraprendere questa carriera?
R. Suggerirei loro, prima di tutto, di imparare a parlare e a scrivere l’inglese in maniera fluente; di fare esperienza nell’industria dei servizi ai clienti in Italia e, se possibile, all’estero, nonché di sforzarsi di essere il più possibile naturali, mostrando la propria personalità. Questo lavoro è duro, ma anche estremamente gratificante, con importanti opportunità di carriera.
D. Come si diventa, infine, istruttore del personale di bordo?
R. Impegnandosi e lavorando sodo. Per i suoi cabin crew trainer, in particolare, Emirates ricerca varie competenze in ambito di leadership, comunicazione, orientamento alla clientela, organizzazione, attenzione ai dettagli e spirito d’iniziativa.

Fare carriera nella compagnia di Dubai

Emirates tiene molto a valorizzare i propri dipendenti. Un reparto corporate training e uno cabin crew training gestiscono, in particolare, le risorse che Emirates mette a disposizione del personale per la valorizzazione e la qualificazione delle risorse umane. All’interno della compagnia gli scatti di carriera per l’equipaggio di cabina (il cabin crew) sono abbastanza veloci: si inizia come G2 (equipaggio di economy class) per poi ottenere una promozione a G1 (business class) e Fg1 (first class). Le posizioni di sorveglianza in cabina, quindi, sono quelle prima di senior flight steward e successivamente di commissario di volo. Dopo alcuni anni di esperienza operativa c’è, infine, anche la possibilità di entrare nel team di cabin crew training, come ha fatto Vanessa Riminucci, e diventare istruttore del personale di cabina. In quest’ultimo contesto il livello di partenza è quello di part-time trainer, che unisce il volo alla formazione a terra, a cui segue la figura di training officer a tempo pieno e, infine, di training specialist.

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