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Long-stay, le ragioni del successo tra i big

Un modello di business migliore, fatto di costi più bassi e margini più elevati, oltre alla congiuntura del mercato americano, spiega gli investimenti sempre più consistenti sul segmento delle grandi compagnie internazionali

Un modello di business migliore, fatto di costi più bassi e margini più elevati, oltre alla congiuntura del

Di Job in Tourism, 16 Maggio 2023

Hyatt, ma anche Hilton e Marriott. Come vi raccontavamo nelle scorse settimane, prosegue la corsa dei big mondiali dell’hôtellerie ad ampliare il prodotto sul segmento dei soggiorni prolungati, con particolare riferimento al mercato mid-scale. Ma quali sono le ragioni dietro a questa accelerazione negli investimenti?

Secondo una ricerca portata avanti da Skift, a monte ci sarebbero alcune questioni congiunturali proprie del mercato americano. Ad esempio, la crisi degli affitti, con i costi molto elevati che hanno fatto aumentare la domanda verso forme di soggiorno temporanee da parte di chi è in cerca di case più a buon mercato, le intenzioni del Governo di sostenere questo segmento così come l’incremento del settore dei viaggi bleisure. Ma non solo.

Meno costi, più margini

Secondo l’analisi, investitori e sviluppatori stanno mostrando un interesse crescente per i soggiorni prolungati anche perché li ritengono, sul lungo periodo, “un modello di business migliore” rispetto a quello degli hotel tradizionali, soprattutto in uno scenario economico complesso come quello attuale.

Innanzitutto, i costi, tendenzialmente più bassi perché questo genere di proprietà richiede meno personale, a causa del ricambio meno frequente degli ospiti e dei servizi di pulizia. Inoltre, il long-stay garantisce un breakeven sull’occupazione più basso ed è caratterizzato da meno prenotazioni proveniente delle OTA, con meno costi sulle commissioni. I soggiorni prolungati promettono, dunque, di garantire margini più ampi e un maggior ritorno dell’investimento.

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