Hyatt, ma anche Hilton e Marriott. Come vi raccontavamo nelle scorse settimane, prosegue la corsa dei big mondiali dell’hôtellerie ad ampliare il prodotto sul segmento dei soggiorni prolungati, con particolare riferimento al mercato mid-scale. Ma quali sono le ragioni dietro a questa accelerazione negli investimenti?
Secondo una ricerca portata avanti da Skift, a monte ci sarebbero alcune questioni congiunturali proprie del mercato americano. Ad esempio, la crisi degli affitti, con i costi molto elevati che hanno fatto aumentare la domanda verso forme di soggiorno temporanee da parte di chi è in cerca di case più a buon mercato, le intenzioni del Governo di sostenere questo segmento così come l’incremento del settore dei viaggi bleisure. Ma non solo.
Meno costi, più margini
Secondo l’analisi, investitori e sviluppatori stanno mostrando un interesse crescente per i soggiorni prolungati anche perché li ritengono, sul lungo periodo, “un modello di business migliore” rispetto a quello degli hotel tradizionali, soprattutto in uno scenario economico complesso come quello attuale.
Innanzitutto, i costi, tendenzialmente più bassi perché questo genere di proprietà richiede meno personale, a causa del ricambio meno frequente degli ospiti e dei servizi di pulizia. Inoltre, il long-stay garantisce un breakeven sull’occupazione più basso ed è caratterizzato da meno prenotazioni proveniente delle OTA, con meno costi sulle commissioni. I soggiorni prolungati promettono, dunque, di garantire margini più ampi e un maggior ritorno dell’investimento.
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