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Lo spazio che manca a Venezia

Il nuovo Jw Marriott Venice punta sull´ampiezza e la polifunzionalità dei propri ambienti

Il nuovo Jw Marriott Venice punta sull´ampiezza e la polifunzionalità dei propri ambienti

Di Massimiliano Sarti, 21 Maggio 2015

Una storia che affonda le proprie origini all´inizio del Nuovo millennio, si intreccia con le vicende di un campione passato del turismo italiano come la Cit, subisce pesantemente gli effetti della crisi dell´industria dei viaggi post-11 settembre 2001 e approda infine al suo lieto fine con l´apertura di un resort extra lusso griffato dallo studio di architettura Matteo Thun & Partners: il nuovo Jw Marriott Venice Resort & Spa sarà inaugurato ufficialmente il prossimo 24 giugno, ma è dallo scorso marzo in una fase di soft-opening che assomiglia terribilmente alla piena operatività.
L´idea di costruire un complesso alberghiero esclusivo sull´Isola delle Rose, già conosciuta anche con il nome di Sacca Sessola, risale infatti ai primi anni 2000, quando la Compagnia Italiana Turismo entrò in una partnership con il gruppo Accor per l´apertura di un Sofitel in questo fazzoletto di terra privato con vista su Piazza San Marco. Più recentemente, e dopo l´abbandono del progetto iniziale a seguito del fallimento della Cit, la banca tedesca Aareal, già creditrice della compagnia italiana e nuova proprietaria dell´isola, ha quindi deciso di portare avanti l´iniziativa, affidando però la gestione del resort a Marriott International tramite un accordo di management ad hoc.
Il complesso, una volta completato in ogni dettaglio, offrirà 250 camere distribuite in cinque diverse strutture, compresa una villa con due camere da letto, ambienti per la servitù, piscina e giardino privato, nonché una spa da 1.750 metri quadrati, 14 sale meeting, numerosi spazi multifunzionali all´aperto, un kids club e vari bar e ristoranti. Il tutto adagiato su un´isola privata di oltre 16 ettari, immersa in un suggestivo clima da anni Ruggenti.
«Rispetto all´idea originaria Sofitel-Cit», ci racconta il director of sales & marketing della struttura, Cristiano Cabutti, «noi abbiamo pensato di allargare un po´ le camere. In tutti questi anni le esigenze del mercato d´altronde sono cambiate, ma soprattutto abbiamo pensato che un´offerta ricettiva capace di assicurare ampi spazi agli ospiti potesse diventare il tratto distintivo della nostra proposta. Consideriamo sempre che ci troviamo a Venezia, dove la dimensione degli ambienti, anche negli hotel extra-lusso, deve gioco forza fare i conti con il retaggio storico della città».

Domanda. A chi vi rivolgete in particolare?
Risposta. Puntiamo a ospitare un 60% di domanda leisure e un 40% mice. Poiché noi siamo aperti da marzo a ottobre, contiamo che il comparto meeting e incentive ci dia una mano soprattutto durante i mesi di spalla. Certo non sarà facile, perché Venezia non è una destinazione tradizionalmente vocata al mice, se si escludono naturalmente i grandi eventi come la Biennale o la Mostra del cinema. Mi basti citare, a questo proposito, pochi numeri: secondo le ultime stime ufficiali, dei circa 25 milioni di arrivi annuali nella Laguna, solo 6 milioni rimangono in città almeno per una notte. Di questi il 20%-25% sono crocieristi e appena il 30% viaggiatori business…

D. Su cosa puntate allora per vincere la sfida mice?
R. Prima di tutto c´è da dire che non siamo i primi: il Molino Stucky, da questo punto di vista, ci ha preceduto e sono perciò convinto che le nostre rispettive offerte potranno completarsi vicendevolmente. Noi abbiamo un po´ meno camere di loro (250 contro circa 400), ma possiamo offrire la grande versatilità delle nostre 14 sale meeting e di tanti spazi multifunzionali all´aperto. Possiamo anche privatizzare l´isola, in parte o tutta, a seconda delle esigenze. Non solo: al contrario di quello che si potrebbe pensare, la gestione di trasporti e trasferimenti a Venezia è decisamente più efficiente che in altre città. Forse costa qualcosa in più, ma almeno si è al riparo dai fastidiosi inconvenienti della terraferma, quali gli ingorghi del traffico e le deviazioni stradali.

D. Il posto potrebbe prestarsi particolarmente ai matrimoni…
R. In effetti, in questo momento, abbiamo già sei – sette cerimonie in programma, soprattutto di coppie straniere. A giugno ne abbiamo in calendario una da ben 700 invitati, che abbiamo dovuto distribuire anche in altri hotel della città. Registriamo però soprattutto numerosissime promesse di matrimonio: quasi una al giorno. D´altronde se Venezia è sempre stata considerata una città romantica, dopo il noto matrimonio di George Clooney, ha aumentato, se possibile, ancora di più il proprio appeal per le coppie di tutto il mondo.

D. A proposito: a quali mercati è diretta la vostra offerta?
R. Ci rivolgiamo soprattutto al mercato americano, da sempre sensibile al brand Marriott nonché al fascino della Laguna, ma pure a quelli dei maggiori paesi europei occidentali. Puntiamo però anche sulla domanda domestica, in particolare per gli eventi e i fine settimana. Il tutto senza dimenticare neppure l´Estremo e il Medio Oriente, e l´immancabile Est Europa dove i mega-ricchi, crisi o non crisi russa, continuano a viaggiare e a spendere.

D. Voi siete sicuramente una struttura particolare per una destinazione come Venezia: qual è quindi il vostro benchmark di riferimento? Prima ha parlato di Molino Stucky, che tuttavia è un gradino appena sotto al vostro in termini di categoria. Guardate più al locale o pensate già di confrontarvi a livello internazionale?
R. Per il momento pensiamo più a Venezia. Il competitor più vicino a noi è forse il St. Regis San Clemente Palace (che ha anch´esso appena riaperto sull´isola omonima, ndr), anche se, a mio parere, si tratta di una struttura un po´ meno resort della nostra. Nel prossimo futuro, comunque, contiamo sicuramente di ampliare il nostro bacino di riferimento, allargandolo ai 5 stelle dell´intera area mediterranea.

D. Quali sono i vostri obiettivi di breve periodo?
R. Per quest´anno pensiamo di raggiungere un´occupazione media del 65%, con una tariffa superiore ai 300 euro a notte. L´idea è anche quella di poter contare su una lunghezza dei soggiorni superiore alle due notti classiche di Venezia. Da noi siamo già oggi mediamente a quota quattro, ma grazie alla spa e al kids club puntiamo a diventare interessanti pure per il segmento famiglie: un´altra domanda che, per motivi strutturali, non trova sempre risposte adeguate a Venezia.

D. Per concludere, avete incontrato qualche difficoltà a reperire il personale adeguato alla struttura?
R. Onestamente, appena si è saputo della nostra apertura, il complesso ha suscitato tali entusiasmi che abbiamo ricevuto moltissime manifestazioni di interesse. Perciò non è stato così difficile trovare profili conformi alle nostre esigenze: al di là della parte empatica, abbiamo scelto quindi candidati con caratteristiche oggettivamente adeguate al brand e al contesto di lusso in cui siamo inseriti, soprattutto per quanto riguarda, naturalmente, il personale a contatto diretto con la clientela.

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