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L’intelligenza artificiale entra in cucina

I big data possono contrastare gli sprechi. E aiutare anche in hotel. Lo scenario dipinto in un report

I big data possono contrastare gli sprechi. E aiutare anche in hotel. Lo scenario dipinto in un report

Di Giorgio Bini, 24 Giugno 2019

Le aziende che non implementeranno soluzioni di AI rischiano forti svantaggi competitivi. Ricerche realizzate da Microsoft e Kpmg mostrano che nel Regno Unito le realtà che hanno già intrapreso il viaggio nell’AI stanno ricavando performance superiori del 5% rispetto ai pari. Ma sembra esserci ancora un gap tra l’entusiasmo intorno all’argomento e l’effettiva preparazione delle imprese: una ricerca condotta nel 2017 da Pwc segnalava che meno del 40% dei ceo a livello mondiale stava mostrando di prendere in considerazione l’impatto dell’AI sulle proprie future necessità in termini di competenze.
E nell’industria dell’ospitalità? Ci troviamo in un momento di transizione: è quanto spiega un report pubblicato da Winnow Solutions, società con sede a Londra, Singapore, Dubai e Shanghai, che sviluppa e commercializza prodotti che sfruttano la tecnologia e l’intelligenza artificiale in applicazioni come la lotta allo spreco di cibo nelle cucine professionali. I big data e la loro analisi possono venire in aiuto per tracciare in maniera automatica situazioni e processi, agire con più accuratezza e con il sostegno del machine learning.

Ma, spiega il report, molte questioni rimangono aperte. Una su tutte: qual è il vero potenziale della tecnologia? Dove può essere impiegata, e come le aziende la stanno già impiegando? Per rispondere a questi quesiti, il report ha raccolto opinioni e pareri da esperti dell’ospitalità e dell’intelligenza artificiale. Una delle convinzioni diffuse è che questa possa danneggiare invece che migliorare il lavoro, e invece il punto è un altro: l’AI è concepita per essere altamente specializzata in un compito preciso, e così facendo può sgravare e facilitare l’attività di team troppo impegnati.
Mentre settori come quello manifatturiero, del retail e dei trasporti stanno sperimentando rapidi cambiamenti derivanti dall’AI, l’impatto nel mondo dell’ospitalità sembra essere ancora indietro. Eppure i vantaggi ci sarebbero, secondo uno studio pubblicato da Google insieme a Ellen MacArthur Foundation, secondo cui in Europa entro il 2030 si potrebbero sbloccare qualcosa come 1,8 trilioni di dollari in benefici grazie all’AI.
In un’industria che lotta con i margini bassi come è quella dell’ospitalità i big data e il loro uso possono avere un impatto decisivo. E già rimuovere lo spreco di cibo, in un’ottica di economia circolare, potrebbe generare ogni anno un valore di circa 127 mld di dollari.

Quali sono i benefici in albergo?
Considerare l’AI in combinazione con l’interazione umana: è questa la ricetta giusta secondo Peter Russel, di Russell Partnership Technology. Lo sbaglio è considerarla come un sostituto completo dell’intervento umano, invece deve piuttosto essere sostenuta da questo. E trovare il giusto equilibrio tra l’uomo e la macchina sarà proprio la sfida del futuro prossimo.
Per quanto riguarda gli hotel i benefici dipendono dal proprio posizionamento nel mercato e dagli ambiti in cui l’AI viene implementata. Per esempio sul fronte del lusso un’opportunità importante è quella di aumentare la personalizzazione del servizio e dell’offerta per i clienti: se gli hotel possono disporre di un sistema di intelligenza artificiale che costantemente “apprende” gusti e preferenze dell’ospite, si sarà poi in grado di servirlo a un livello più alto. Anche nei dettagli, come il vino preferito a cena o la richiesta di asciugamani extra in un certo momento del soggiorno.
Hotel e ristoranti dovrebbero prendere in considerazione come l’adozione di una tecnologia guidata dall’AI influenzerà la propria attività nell’arco dei prossimi 15 anni, non solo preoccuparsi di come impatterà nell’immediato. Tra le aree in cui i vantaggi si mostrano subito più evidenti ci sono l’incremento dell’efficienza, il taglio ai costi, e la personalizzazione del customer journey.
Nei ristoranti la sua applicazione può essere di beneficio a ruoli come lo staff di cucina, l’inventory management, il servizio, l’accounting. Contribuendo contemporaneamente a migliorare l’efficienza e anche la sostenibilità ambientale, risparmiando risorse anche economiche. Altri due ambiti di utilizzo su cui Winnow pone l’accento sono la formazione dei dipendenti, per esempio con programmi di simulazione “alimentati” dall’AI, anche in ambienti con un elevato turnover. E i servizi concierge, dagli assistenti virtuali ai chatbot per rispondere alle richieste dei clienti.

I casi Ikea ed Emaar
Lo studio segnala anche due case history di clienti Winnow: per esempio Ikea nel Regno Unito è stata tra le prime aziende ad adottare strumenti di AI per contrastare lo spreco di cibo su larga scala nelle cucine commerciali, con l’iniziativa Food is Precious, con l’obiettivo di dimezzarlo entro agosto 2020.
Anche il gruppo Emaar ha deciso di investire nell’AI sul fronte della ristorazione, perché la riduzione degli sprechi giova all’ambiente – ed è un’attenzione sempre più sentita anche da parte degli ospiti – ma anche naturalmente al portafoglio. Con l’implementazione degli strumenti messi a disposizione da Winnow i rifiuti si sono ridotti del 72%.

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