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L’informatica talvolta è frustrante

Di Antonio Caneva, 1 Settembre 2002

L’informatica è bella e utile, non si può più lavorare senza, ma il problema vero e reale è che spesso non ci si può neanche lavorare con. Oggi è domenica, apro Internet Explorer per visionare il nostro sito e verificare, compiaciuto, l’elevato numero di visitatori: la pagina comunica che c’è un errore. Come, ho fatto tutto il possibile perché ciò non possa avvenire: chiamo il provider. Nessuna risposta. Senso di frustrazione ed invio una e mail. Aspetto alcune ore ed ancora niente; sconsolatamente digitando jobintourism.it, invece di vedere la tanto familiare grafica appare la solita pagina bianca che mi informa che c’è un errore. Mando un’altra e mail al tecnico del provider e alla loro amministrazione minacciando tuoni e fulmini: staranno ancora ridendo! Domenica scorsa sono stato in ufficio sino alle due (di notte) perché ascoltando le sollecitazioni di un “guru” mi ero lasciato convincere a modificare il nostro sistema informativo che già in precedenza, per arrivare ad una accettabile affidabilità e stabilità, era costato sudore e sangue. L’idea era di trasformarlo in un mega sistema che, giustamente progredito, avrebbe fatto tutto con la sola eccezione della pastasciutta. Io sono prudente e quindi prima di partire per questa avventura ho chiesto garanzie che il sistema avrebbe, da subito, fornito almeno le stesse prestazioni che precedentemente. La risposta è stata: “ma scherza, molto meglio!” Ho passato una settimana infernale (la nostra attività: giornale, internet, newsletter, si sviluppa tutta con l’informatica e la rete) nel corso della quale ho dovuto dare fondo alla mia creatività per riuscire a tenere le cose assieme, quasi riuscendoci (salvo il sondaggio su internet che non è stato proprio possibile pubblicare) mentre vedo con raccapriccio l’avvicinarsi della giornata di domani in cui dovrò nuovamente affrontare i problemi informatici oltre al tecnico, al quale imporre di tornare all’antico. E’ uno sfogo? Può darsi, comunque sono convinto che ognuno possa identificarsi con una qualche situazione di disagio vissuta in relazione all’utilizzo di mezzi informatici. Forse, allo stadio attuale, andiamo troppo veloci, senza soffermarci sulla reale possibilità degli strumenti che utilizziamo e che, ricordiamolo, a meno che non si operi professionalmente nell’informatica, non sono loro la nostra attività ma dovrebbero essere invece strumenti per svolgerla con maggiore efficienza e soprattutto, con maggiore serenità, evitando che, ogni volta che si avvia un computer ci si debba chiedere: funzionerà?

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