Job In Tourism > News > Wellness > L’importanza della scintilla ispiratrice

L’importanza della scintilla ispiratrice

Strategie e approccio al benessere di una compagnia alberghiera icona del lusso mondiale come Four Seasons

Strategie e approccio al benessere di una compagnia alberghiera icona del lusso mondiale come Four Seasons

Di Massimiliano Sarti, 13 Luglio 2017

«Il wellness non è solo apparenza o sentirsi bene, ma è piuttosto una propensione naturale a raggiungere e a mantenere un equilibrio fisico e mentale ideale». Non sono solo slogan le parole di Michael Newcombe. Il presidente dell’appena costituita global spa and wellness task force Four Seasons si riconosce pienamente in un approccio olistico al benessere, capace di bilanciare lo stile di vita delle persone grazie a programmi, pratiche e regimi nutrizionali specificamente pensati sulle esigenze di ogni singolo individuo.
Una convinzione, la sua, condivisa peraltro da chiunque operi nelle spa della compagnia canadese: «Credo che gli oltre 100 hotel del nostro gruppo possano contare su alcuni tra i migliori professionisti dell’hôtellerie disponibili al mondo», racconta infatti Newcombe. «Tutte persone appassionate del proprio lavoro e impegnate a fornire a ciascun ospite un servizio eccezionale. Chi è impiegato nei nostri reparti wellness deve però avere ancora qualcosa in più. E quel qualcosa è spesso un’esperienza personale, un episodio anche piccolo, che gli ha permesso di conoscere da vicino il wellness. Si può trattare di un trattamento provato in prima persona, di un nuovo regime nutrizionale, di un programma fitness… Non ha importanza. L’essenziale è aver sperimentato quella scintilla capace di far virare il proprio stile di vita verso il meglio. Un cambiamento non drammatico, ma fondamentale, che poi le stesse persone desiderano inevitabilmente condividere con gli altri, e quindi anche con gli ospiti».

Domanda. Come si è evoluto il wellness negli ultimi anni?
Risposta. Io lavoro in Four Seasons ormai da più di due decadi. Nel 1997 ricordo che mi trasferii da Londra a Toronto, dove ricevetti l’incarico di room division manager della struttura locale, con responsabilità anche sulla spa e l’area fitness. A quel tempo eravamo probabilmente il più prestigioso hotel lusso della città. Eppure potevamo contare solo su una piccola sala trattamenti, situata appena fuori di un tutt’altro che enorme spazio fitness. Oggi, esattamente 20 anni più tardi, nella medesima località contiamo non solo su un nuovo albergo dotato di ben 16 sale trattamenti, ma la stessa spa della struttura rappresenta una delle motivazioni di scelta chiave dei viaggiatori che decidono di soggiornare da noi.

D. Come si spiega tutto ciò?
R. Le persone sono più informate e maggiormente consapevoli di come prendersi cura della propria salute. Conoscono meglio l’equilibrio tra esercizio fisico e regime nutrizionale. Tra mente e corpo. E ciò ha in generale migliorato la qualità della vita di ciascuno di noi, garantendoci pure una maggiore longevità. L’industria dell’ospitalità del lusso non ha perciò potuto che adattare la propria offerta alle nuove esigenze. Secondo i dati 2016 del Global Wellness Institute, il benessere genera un giro d’affari annuo complessivo pari a qualcosa come 3.700 miliardi di dollari. Più di quanto le persone spendano oggi in medicine e interventi ospedalieri. È una vera rivoluzione copernicana, che pone la prevenzione prima della cura.

D. In tale contesto di crescente importanza del mercato wellness, come si costruisce allora un’offerta in grado di distinguersi in uno scenario che oggi è decisamente affollato?
R. Credo che la ricetta stia nella capacità di trasmettere agli ospiti il senso del luogo dove si trovano e al contempo nell’offrire loro la più vasta scelta possibile. Il tutto racchiuso in una visione armonica e olistica della propria proposta. Noi di Four Seasons, al contrario di quello che fanno molti altri gruppi od hotel dotati di spa, abbiamo per esempio consapevolmente scelto di non siglare alcuna partnership con produttori di cosmetici di portata globale. E lo abbiamo fatto, proprio per essere liberi di includere il meglio, della cultura delle destinazioni in cui siamo presenti, all’interno dei nostri programmi wellness. A Pechino, per esempio, i nostri ospiti si aspettano di trovare non solo i trattamenti classici, ma anche qualche proposta in grado di sfruttare la tradizionale conoscenza del corpo, che la filosofia cinese ha sviluppato in millenni di storia. Ad Abu Dhabi, per contro, il nostro menu wellness include pure un massaggio da svolgersi su un letto appoggiato su una base di sabbia. E ciò sia per sfruttare il potere rilassante di questo materiale, sia appunto per restituire ai viaggiatori lo spirito del posto. In fondo, le persone oggi possono già tranquillamente provare molti dei trattamenti più diffusi a dieci minuti da casa propria.

D. Come definirebbe allora il ruolo delle spa d’hotel?
R. Il nostro compito è quello di ridare alle persone un po’ di senso dell’avventura e un pizzico di piacere della scoperta. È per questo che a ogni modifica dei servizi o dei prodotti delle nostre spa, coinvolgiamo i team locali, insieme ai nostri designer e consulenti. Perché siamo profondamenti convinti che i 90 minuti di un massaggio appartengano anche al terapista, il quale deve essere messo nelle condizioni di entrare in contatto profondo con l’ospite. Ma pure perché è la maniera migliore per instillare in ciascun cambiamento l’essenza del senso del luogo. E ciò anche solo nella scelta degli arredi, nella musica diffusa, oppure nella capacità del nostro stesso staff di trasmettere ai viaggiatori parte della propria cultura.

D. Quale sarà, a suo parere, il futuro del benessere?
R. Fino a tre anni fa sono stato general manager del Four Seasons Westlake Village: un resort situato a circa 25 miglia da Los Angeles, al cui interno si trova il California Health & Longevity Institute, nonché la più grande spa della nostra compagnia nelle Americhe, con ben 28 sale trattamenti. In questo complesso, la nostra offerta di ospitalità lusso si combina perfettamente con le più avanzate pratiche della medicina preventiva: check-up dinamici del corpo, in grado di restituire consigli mirati per migliorare il proprio stile di vita e il regime nutrizionale. L’idea risale a una decina di anni fa, ma io sono convinto che ancora oggi sia avanti di ulteriori dieci anni. Insomma, credo davvero che il benessere sia destinato a muoversi sempre più lungo tale sentiero. E anzi già mi prefiguro, in un futuro non troppo lontano, la nascita in hotel della figura del concierge medico, capace di spiegare e suggerire a ogni ospite i servizi più adatti alle proprie necessità.

La nuova task force

Costituita da professionisti con una vocazione visionaria provenienti da tutto il mondo, la nuova global spa and wellness task force griffata Four Seasons è stata pensata con l’intento di guidare tutte le strategie benessere del gruppo canadese. «Il nostro obiettivo è quello di creare delle esperienze spa olistiche e personalizzate, in base alle necessità di ognuno dei nostri ospiti», ha dichiarato al momento della sua nomina a presidente della task force, Michael Newcombe. Ecco allora che tra i trattamenti più esclusivi e originali delle spa Four Seasons si possono citare per esempio il massaggio a otto mani del resort Mauritius at Anahita, che prevede l’intervento di quattro terapisti sincronizzati. Oppure il suono delle campane di cristallo del vietnamita The Nam Hai di Hoi An, che prende spunto dagli insegnamenti di un maestro zen per aiutare gli ospiti ad allinearsi con i ritmi della natura. O ancora la terapia di bio meditazione del Four Seasons Hotel Los Angeles at Beverly Hills: una pratica di guarigione innovativa, perfezionata dalla terapista Jeannette von Johnsbach, disegnata per rimuovere i blocchi energetici e correggerne gli input sbagliati, aiutando il corpo a riconoscere gli squilibri e a rigenerare il proprio “core”.

Chi è Michael Newcombe

Originario di Stratford-upon-Avon, il paese natale di William Shakespeare, Michael Newcombe ha studiato alla Solent University di Southampton, nonché presso l’Ecole hôtelière di Losanna. In Four Seasons dal 1991, ha lavorato presso varie strutture del gruppo negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Irlanda, in Canada, in Australia e in Francia. Oltre a essere presidente della global spa and wellness task force è oggi anche general manager del Four Seasons Hotel Los Angeles at Beverly Hills.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati