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L’importanza del network

Di Giulia Marian Bernardi, 10 Luglio 2009

Luca Carrara, 31 anni, è nato a Lazise, sul lago di Garda, da padre medico chirurgo e madre insegnante. Laureatosi alla facoltà di economia del turismo e specializzatosi in hospitality management presso lo svizzero Glion institute of higher education, ha già girato una buona fetta di mondo tra America ed Europa. Ora, in particolare, è restaurant manager presso l’Hyatt Regency Lost Pines Golf resort di Austin nel Texas. Noi l’abbiamo incontrato per scoprire quale sia stata la sua via per entrare, con posizioni di responsabilità, all’interno di un grande gruppo dell’hôtellerie internazionale e quali siano le sue prospettive di carriera.

Domanda. Buongiorno Luca, a soli 31 anni ne hai girati di posti. Come è cominciato il tuo percorso nel settore dell’ospitalità di lusso?
Risposta. In effetti ho trascorso gli ultimi anni sempre con la valigia pronta e sono consapevole che nel mio futuro ci saranno molti altri traslochi. Ho cominciato con una laurea italiana in economia del turismo, seguita dal classico stage aziendale presso il Palace Hotel Villa Cortine di Sirmione: una buona prima esperienza nel settore alberghiero.
D. E al termine di questo primo periodo, il tuo stage si trasformò in un contratto di lavoro?
R. Sì, in un contratto stagionale come front desk agent. Ma si sa, le stagioni sono corte e presto mi trovai nella situazione di cercarmi un nuovo lavoro. Nonostante avessi una laurea e più di un anno di esperienza, però, fu davvero difficile. Così decisi di fare i bagagli e andare a Londra.
D. Per migliorare l’inglese?
R. Esatto: ormai nel settore alberghiero di lusso non basta più l’inglese scolastico, ci vuole un livello alto se non eccellente. Trovai allora lavoro come bartender presso il Berners hotel: un luxury hotel nel centro della città. Dopo pochi mesi passai alla reception dove rimasi quasi un anno.
D. Facesti carriera!
R. Non esattamente: perché dopo quel primo anno, la mia crescita professionale si fermò. Fu allora che decisi di fare il grande passo e di tornare sui banchi di scuola. Volevo investire il minor tempo possibile, un anno al massimo, per poi ricominciare subito a lavorare. Così chiesi consiglio ai miei colleghi, soprattutto ai direttori di hotel che avevo conosciuto a Londra: scoprii un mondo nuovo fatto di opportunità di formazione che in Italia non esistevano come, per esempio, i corsi di laurea in hospitality & hotel management o quelli in events & sport management.
D. Tornasti all’università?
R. Non esattamente: non potevo certamente iscrivermi all’università per una seconda laurea. Scelsi invece di chiedere l’ammissione a un corso post graduate, per studenti con esperienza professionale, presso lo svizzero Glion institute of higher education e fui accettato.
D. Perché proprio la Svizzera?
R. Perché il primo passo è quello più difficile da fare. Mi spiego meglio: va bene possedere una laurea, avere una buona padronanza dell’inglese ed esperienza sul campo, ma alla fine, per entrare in una catena internazionale del lusso, a contare sono soprattutto i contatti giusti. E la scuola di Glion aveva, a tale riguardo, il miglior network. Inoltre io cercavo un corso di specializzazione in food & beverage management e lì mi diedero la possibilità di costruirmi il corso secondo le mie personali esigenze.
D. E il network della scuola? Ti fu utile?
R. Altroché. Durante l’anno a Glion ebbi l’opportunità di fare ben 35 colloqui di lavoro con le più grandi catene internazionali. E ricevetti anche diverse offerte. Alla fine optai per un contratto di un anno e mezzo negli Usa, con la catena Hyatt.
D. Altro trasloco. Come andò?
R. Benissimo: ebbi un’eccellente esperienza a Dallas, durante l’apertura del Grand Hyatt. L’impatto con un programma di start up fu durissimo ma molto formativo. Dopo 18 mesi, però, il mio visto di soggiorno scadde e fui così trasferito in un altro hotel del gruppo a Birmingham, come outlet manager nell’f&b. Fu lì che mi sposai con una collega conosciuta a Dallas. Il nostro soggiorno a Birmingham, tuttavia, durò poco perché, dopo solo un anno, fui promosso al mio attuale incarico di restaurant manager del ristorante dell’Hyatt Regency Lost Pines golf resort di Austin.
D. E ora quali sono i tuoi programmi?
R. Spero, nel giro di un paio d’anni, di poter ricoprire la posizione di assistant f&b manager, per poi arrivare alla direzione di uno dei nostri magnifici hotel. Magari in un altro continente, giusto per non perdere l’abitudine a traslocare.
D. Un’ultima domanda: sei riuscito a rientrare dall’investimento economico necessario a iscriverti alla scuola svizzera? Si sa che la qualità costa.
R. Sicuramente è stato un investimento notevole, di tempo e di denaro. Però devo dire che le prospettive di carriera sono ottime e che finalmente lavoro al livello che ho sempre desiderato: specializzarmi in Svizzera mi ha aperto molte porte.

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