Reduce da una “buona” alta stagione ormai in dirittura di arrivo, il presidente e AD di Blu Hotels Nicola Risatti fa il punto sull’andamento degli ultimi mesi e i progetti per il futuro del gruppo alberghiero che oggi conta oltre 30 realtà tra hotel e villaggi dislocati in tutta Italia, per circa 3200 camere. E guardando all’appuntamento elettorale di fine mese, suggerisce la priorità: che il nuovo Governo riconosca finalmente l’importanza che spetta al settore alberghiero. E agisca di conseguenza (anche sul tema delle risorse umane).
Domanda. Presidente, come è andata la stagione estiva?
Risposta. La stagione è andata bene e abbiamo superato i livelli pre-pandemia, non per numero di presenze ma per fatturato, dovuto a un significativo aumento delle tariffe medie. Sicuramente un dato positivo reso possibile anche grazie al lavoro di riqualificazione di alcune strutture svolto durante il periodo di inattività. Le previsioni indicano un incremento del fatturato sino a 65,1 milioni di euro e un’occupazione a livelli molto soddisfacenti in tutte le destinazioni, con presenze nazionali e Nord europee.
D. I numeri attestano, dunque, la tanto attesa ripartenza. Ma cosa è cambiato rispetto al 2019, ad esempio per quanto riguarda le richieste e i comportamenti degli ospiti?
R. Non abbiamo riscontrato grandi cambiamenti nelle richieste degli ospiti; abbiamo invece riscontrato un cambiamento nell’atteggiamento con cui il personale si approccia al lavoro. Da qualche stagione, infatti, nonostante gli ingenti sforzi operati a livello di selezione, risulta sempre più difficoltoso reperire personale. Questo principalmente per politiche del Governo che non incentivano a cercare un lavoro (come il reddito di cittadinanza) e per una generale riconsiderazione della vita personale a seguito del Covid, che ha portato molte persone ad abbandonare il nostro settore alla ricerca di professioni che meglio concilino la sfera lavorativa con quella privata. A questo si aggiunge un’accanita concorrenza volta ad accaparrarsi il personale rimasto.
D. La vostra offerta, invece, come si è evoluta?
R. Siamo intervenuti nel miglioramento della qualità delle strutture e, dove possibile, abbiamo cercato di favorire la vendita di trattamenti con camera e colazione per permettere agli ospiti di essere più liberi di vivere anche all’esterno della struttura, scoprendo il territorio e vivendo un’esperienza a 360°.
D. Tra poche settimane ci saranno le elezioni politiche: cosa vi aspettate dal nuovo Governo? Quali sono, a vostro avviso, le misure per il settore che non possono più aspettare?
R. Il settore alberghiero ha bisogno, da sempre, che il Governo gli riconosca l’importanza che gli spetta e non possiamo più attendere. Al nuovo Governo chiediamo misure volte, in primis, a risolvere i grossi problemi legati ai costi energetici che c’erano già prima della guerra, ma che ora sono diventati insostenibili. In generale, poi, ci aspettiamo che si intervenga anche sulle tassazioni energetiche e di smaltimento rifiuti, che per noi spesso sono equiparate alle abitazioni private e non all’industria. È necessario, poi, intervenire sul reddito di cittadinanza che, per come strutturato oggi, allontana sempre più i giovani dal mondo del lavoro, soprattutto dal turismo, in quanto se tempo fa sceglievano proprio questo settore come prima esperienza lavorativa, ora preferiscono altre strade. Questo fenomeno sta penalizzando ulteriormente le aziende grandi come la nostra. Dal nuovo Governo ci aspettiamo piuttosto una politica volta all’adeguamento del salario minimo e meno assistenzialista.
D. Archiviata la stagione estiva, quali sono i progetti per il prossimo futuro di Blu Hotels?
R. Intendiamo proseguire nella riqualificazione delle strutture, per alzare il livello dell’offerta, e siamo sempre attenti alle opportunità che il mercato ci può offrire, che devono essere comunque sempre in linea con le location e con gli hotel e i resort del nostro portfolio.
HR, stipendi e welfare al centro dei piani Blu Hotels
Passa dal potenziamento dei servizi e delle iniziative di welfare, oltre che dall’incremento degli stipendi, la risposta di Blu Hotels alla difficoltà – condivisa da tutti gli operatori alberghieri – di attrarre e trattenere collaboratori. “La mancanza di personale – conferma Fabrizio Piantoni, Vice presidente e Direttore Risorse Umane di Blu Hotels a proposito della stagione che si avvia a conclusione – è stata un problema serio. Purtroppo, organizzarsi come si faceva in passato non è stato possibile e abbiamo affrontato la stagione estiva lavorando in costante affanno e con un turnover continuo (il che ha fatto sì che in qualche situazione si penalizzasse la qualità del servizio offerto ai nostri clienti). Inoltre, anche assumere personale straniero con un valido background professionale nel settore in molte occasioni è stato ostacolato dalle leggi italiane con pratiche lunghissime, anche fino a sei mesi, per l’inserimento di una singola risorsa proveniente da Paesi extra UE. Confrontandoci anche con gli istituti alberghieri – sottolinea ancora Piantoni – si ha la conferma che il settore dell’ospitalità non è più ‘appealing’, in quanto le iscrizioni ai corsi professionalizzanti sono drasticamente diminuite dopo la pandemia”. Anche da qui, il piano messo in campo dal gruppo alberghiero: “Abbiamo adottato delle iniziative durante questa stagione estiva volte a incrementare gli stipendi e i livelli di inquadramento delle risorse. Per quanto riguarda il futuro – conclude il Direttore HR – abbiamo intenzione di potenziare l’ufficio delle risorse umane per essere più vicini alle esigenze del personale, soprattutto per quello occupato nelle strutture, ma ancora di più per potenziare ulteriormente i servizi che offriremo ai nostri dipendenti agendo su politiche retributive, piani di carriera e welfare aziendale”.
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