Da molto tempo si attendeva un riordino in materia di classificazione alberghiera e, con compiacimento, apprendiamo che, come recita la comunicazione ufficiale, «La conferenza stato-regioni ha dato il via libera al provvedimento del sottosegretario al turismo Michela Vittoria Brambilla che istituisce un unico standard di classificazione alberghiera».
Nella pagina a fianco di questo giornale vengono indicate le specifiche tecniche, io vorrei invece soffermarmi su un aspetto che ritengo molto “italiano”: quello di predisporre un regolamento creando già i presupposti per deroghe o inadempienze.
Ho fatto parte, anni orsono, del consiglio d’amministrazione dell’Apt del milanese, che aveva, tra l’altro, il compito di assegnare la classificazione agli alberghi e posso assicurare che talvolta era richiesto un esercizio di equilibrio per attenersi alla norma senza penalizzare l’impresa, in quanto, nel concreto, alcuni requisiti erano astrusi e di difficile applicabilità.
Ora, in questa attuale normativa, individuo alcune voci che, pur idealmente corrette, troveranno sicuramente difficoltà di applicazione e indurranno alcuni a gestire la cosa in maniera, diciamo, elastica.
Il primo parametro che mi colpisce è l’obbligo per gli alberghi a 5 stelle del parcheggio 24 ore su 24 e dalle 8 alle 22 per gli esercizi a quattro stelle. Interessante determinazione, ma nel concreto? I nostri centri storici spesso non consentono di fornire un tale servizio e allora perché indicarlo come servizio minimo? Un esempio attuale: a Milano sta per aprire un albergo 4 stelle di oltre 200 camere che porta un importante marchio internazionale; tale albergo ha meno di 20 posti auto: ci sarà qualcuno che, come dovrebbe derivare da questa norma, se la sentirà di non concedere la licenza?
Non finiscono qui le peculiarità: gli alberghi a 3 stelle devono avere la cassetta di sicurezza in almeno il 50% delle camere. È un’indicazione di qualità? No, di disservizio. Perché, se ci si attenesse alla prescrizione, il cliente non sarebbe mai sicuro di avere una cassetta in camera; questi tipi di servizio o ci sono o non ci sono. Sempre per i 3 stelle si prevede il servizio bar 12 ore su 24. Ma chi controllerà che poi sarà veramente disponibile? Non sarebbe stato più razionale prevedere semplicemente il frigobar?
Un’altra prescrizione che indurrà talvolta a non ottemperare alle indicazioni è l’obbligo, per i 4 stelle, dell’accappatoio da bagno nelle camere. Molti alberghi lo forniscono ma, sono convinto, che in tempi di ristrettezze come l’attuale, saranno numerosi gli hotel che l’appenderanno al gancio solo il giorno della visita ispettiva. Sono maligno? No, realista.
Per concludere: una buona iniziativa che però soffre ancora di troppa “accademia”.
Le stelle: miraggio o realtà?
Di Antonio Caneva, 26 Settembre 2008
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