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Le cozze tarantine espressione di una convivialità all’avanguardia dai sapori innovativi

Di Anna Borgoni, 21 Settembre 2007

È nella splendida cornice del Castello Flotta di Mandatoriccio Mare, in provincia di Cosenza, che si è svolta la finalissima della quinta edizione del Festival italiano della cucina con la cozza tarantina, organizzato dal centro di cultura Renoir della città pugliese affacciata sul Mar Ionio. Si è trattato della kermesse conclusiva di una competizione gastronomica itinerante dedicata a chef professionisti e svoltasi in dieci tappe organizzate presso alcune delle realtà più prestigiose del panorama imprenditoriale turistico e ristorativo nazionale. Obiettivo del festival, far conoscere a un pubblico più vasto possibile l’unicità, la versatilità e l’importanza del prodotto cardine del comparto economico dell’industria del mare tarantino: la varietà di cozza locale nella sua più felice essenza e, al contempo, nelle sue più complete e dinamiche soluzioni di utilizzo. Dalle diverse interpretazioni dei cuochi che hanno partecipato al festival è emersa una convivialità all’avanguardia, espressa tramite originali accostamenti di terra e di mare, emblemi di nuovi sapori e propositivi di nuovi stili di vita. Alla finale hanno avuto accesso nove chef provenienti da diverse regioni d’Italia che si sono affrontati senza esclusione di colpi. La giuria ha premiato la composizione culinaria a base di cozze tarantine maggiormente apprezzata per le sue componenti di creatività e di esaltazione del prelibato gusto del mitilo ionico. Al termine di una gara particolarmente combattuta, è stato proclamato vincitore Vincenzo Molinaro, chef dell’hotel club Sabbia d’Oro di Battipaglia (Sa), che ha proposto uno Sformato di orata con farcia di zucchine, scampi e cozze tarantine. Sul secondo gradino più alto del podio è, invece, salito uno chef free lance, Nicola Altavilla, grazie ai suoi Cavatelli alle cozze tarantine. Medaglia di bronzo, infine, per Davide Rotondi, maître dell’Heracles village hotel di Paestum (Sa) con la pietanza Cestino di trenette e cozze, julienne di zucca al sapore tarantino. La giuria era composta, tra gli altri, dall’Assessore all’agricoltura, alla caccia e alla pesca della Regione Calabria, Mario Pirillo, dal presidente nazionale Amira, Raffaello Speri, dal cancelliere dell’Ordine dei grandi maestri della ristorazione, Mario Petrucci e dal presidente Fic di Isernia, Adriano Cozzolino, nonché da altri prestigiosi esponenti del panorama enogastronomico italiano. Significativa anche la cornice entro cui si è svolta la finale del festival: Mandatoriccio Mare è, infatti, un piccolo centro di 3 mila anime che ha diffuso nel mondo generazioni di chef. Attualmente sono circa 150 i cuochi provenienti da questo piccolo angolo di Calabria che esercitano la loro professione in prestigiose strutture di tutto il mondo.
Il comprensorio entro cui si trova la piccola località cosentina vanta, poi, una ricchezza di proposte storico-culturali di tutto rispetto, tra cui spiccano, in particolare, l’antico borgo ducale di Corigliano, le vestigia bizantine di Rossano dove si conserva anche il Codex purpureus rossanensis, un capolavoro dell’arte miniaturistica, nonché il centro storico e il porticciolo di Cariati, i colossi della Sila e soprattutto le tracce dell’antico passaggio di Pirro e di Annibale. Infine, non può naturalmente mancare anche una piccola chicca alimentare: l’impresa a conduzione familiare Chiodo produce una serie di prodotti artigianali, vere rarità della gastronomia calabrese realizzate con funghi del territorio freschi di giornata.

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