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Lavoro, tutti i trend del nuovo anno 

Dalla rilevanza sempre maggior della flessibilità organizzativa alla richiesta di pacchetti welfare innovativi fino alla riscoperta della pausa pranzo: ecco come lavoreremo nel 2024

Dalla rilevanza sempre maggior della flessibilità organizzativa alla richiesta di pacchetti welfare innovati

Di Ludovica Mati, 16 Gennaio 2024

Pacchetti benefit innovativi, lavoro ibrido, settimana corta, intelligenza artificiale: al netto delle specificità dei diversi settori occupazionali, sono questi alcuni dei mega trend che plasmeranno il mondo del lavoro a livello globale nel 2024. Ne ha analizzati alcuni “The Future of Work – Trends Forecast 2024”, il white paper di IWG che, all’inizio di ogni anno, esplora le principali tendenze destinate a trasformare il modo in cui lavoriamo.

Focus welfare

Scorrendo il report – che abbiamo analizzato nel primo numero dell’anno del magazine di “Job in Tourism”, disponibile per intero a questo link – diversi sono i temi che ben si adattano anche al turismo e all’ospitalità e che trovano un effettivo riscontro nelle politiche più avanzate messe oggi in campo da chi si occupa di risorse umane nel settore. Un esempio? La crescita di aspettative rispetto a quanto le aziende sono in grado di offrire in termini di welfare: “Nel 2024 – si legge nel report – pacchetti di benefit innovativi diventeranno mainstream e faranno la differenza nella corsa ai talenti. Benefit come il supporto alla fertilità, la cura degli animali domestici e le ferie per i caregiver potrebbero diventare comuni. I lavoratori – è l’osservazione – si aspettano che le aziende offrano sempre più benefit e integrino politiche aziendali a sostegno del loro benessere. Che si tratti di un incremento del congedo parentale, di policy progressive di assistenza all’infanzia o di interventi per affrontare il burnout con un adeguato supporto alla salute mentale, le aziende dovranno essere più attente all’evoluzione delle esigenze e delle richieste dei lavoratori, se vogliono trattenere o attrarre i talenti migliori”. In questo contesto, un ruolo particolare lo giocheranno le politiche volte a sostenere i lavoratori genitori (delle quali abbiamo parlato recentemente anche noi qui), considerate sempre più “essenziali per mantenere una forza lavoro diversificata e qualificata”. 

Flessibilità primo benefit

La flessibilità, con la possibilità per le mansioni che lo permettono di integrare il lavoro in presenza con quello da remoto, continuerà a rappresentare uno dei mega trend principali, non solamente dell’anno appena iniziato, consolidandosi come il benefit più richiesto dai dipendenti. Tanto che si diffonderanno nuove figure professionali, come quella degli “Chief Hybrid Officers”, che hanno come compito quello di bilanciare le esigenze dei dipendenti in ufficio e da remoto garantendo la produttività e affrontando le sfide logistiche, e degli “Office Synchronizers”, responsabili dell’ottimizzazione degli spazi in ufficio e con il compito di garantire una collaborazione efficace tra colleghi. In generale, in un contesto che sempre più va verso modalità ibride di lavoro, “le aziende devono trovare un equilibrio tra un incremento della flessibilità e il tempo, che sia adeguato e sufficiente alla collaborazione. Un equilibrio – sottolinea il paper di IWG – che deve garantire, nonostante i diversi contesti lavorativi, un quadro coeso che incoraggi una comunicazione aperta e un impegno condiviso”. 

Il ritorno della paura pranzo

Dal punto di vista relazionale, interessante è il “ritorno della pausa pranzo”. Con un numero crescente di lavoratori alla ricerca di un equilibrio più sano tra lavoro e vita privata, “il 2024 – si legge nel report – sarà l’anno della rinascita delle pause pranzo, che saranno dedicate alle interazioni personali”. Il break inteso, dunque, come momento nel quale “mangiare con i colleghi e i clienti e ravvivare la collaborazione e le relazioni di persona, favorendo così la creatività, la solidarietà tra team e un ambiente di lavoro più positivo”.

Diversity & Inclusion

Per quanto riguarda le strategie DE&I (Diversity, Equity & Inclusion), “accogliere nei team persone neurodivergenti sarà un pilastro importante. Un cambiamento – si evidenzia – che si riflette anche nell’evoluzione della progettazione degli spazi che, sempre più spesso, prende in considerazione le esigenze specifiche dei lavoratori con neurodiversità, affrontando anche questioni come la gestione dei rumori e dell’illuminazione, riconoscendo l’impatto significativo che questi fattori possono avere sul loro benessere. Mentre le aziende si attrezzano per essere sempre più inclusive, un approccio proattivo anche alla progettazione di spazi e arredi, garantirà che gli ambienti di lavoro siano di supporto e confortevoli per tutti i dipendenti”. 

Il “non pensionamento”

Inizieranno a breve termine a vedersi anche gli effetti dei cambiamenti demografici in corso, con il “non pensionamento” destinato a diventare realtà, anche grazie alla maggior flessibilità garantita dal lavoro ibrido: “Secondo le stime di Bain and Company – riporta il white paper – entro il 2030 circa 150 milioni di posti di lavoro a livello globale saranno occupati da lavoratori con più di 55 anni. Nel 2024 questo fenomeno si intensificherà, con un numero crescente di professionisti esperti appartenenti alle generazioni più senior che abbracceranno questo concetto e, per la prima volta nella loro carriera, esploreranno i vantaggi del lavoro ibrido, contribuendo a creare una forza lavoro diversificata e una collaborazione intergenerazionale”. 

Green e AI

Allo stesso modo, sempre maggior impatto avranno anche le politiche green, sia per quanto riguarda “la ricerca di edifici con green lease, contratti di locazione green per ridurre le emissioni e migliorare le prestazioni ambientali”, sia nell’adozione di prassi volte all’efficientamento energetico, alla conservazione dell’acqua, alla riduzione dei rifiuti e alla qualità dell’aria interna.

Infine, spazio all’intelligenza artificiale: “Nel 2024 si assisterà a un netto cambio di rotta nell’adozione e nell’utilizzo dell’IA nella vita di tutti i giorni. Le aziende che investiranno in formazione per aiutare i lavoratori a capire come l’IA possa essere un vantaggio per il lavoro ibrido, ne raccoglieranno i frutti – rileva IWG –. Prepararli a ruoli e tecnologie imprevisti dovrebbe diventare una priorità per le aziende, aiutandoli al tempo stesso a capire come un utilizzo efficace dell’IA può ridurre il tempo destinato alle attività amministrative, lasciando di conseguenza più spazio per la collaborazione”.

Sognando la “settimana corta”

Che la flessibilità dei tempi di lavoro sia ormai in cima alla lista dei desiderata dei lavoratori è confermato dalla sempre maggior attenzione a soluzioni organizzative ibride, che partono dallo smart working e arrivano alla “settimana corta” di quattro giorni lavorativi. Un modello quest’ultimo che – ha stimato l’ADP Research Institute nella sua survey annuale “People at Work 2023: A Global Workforce View” – il 19,5% si aspetta diventerà la norma da qui ai prossimi 5 anni. In generale, il 56% degli intervistati sarebbe d’accordo al passaggio a una settimana lavorativa di 4 giorni, arrivando così a lavorare 10 ore al giorno pur di avere un giorno libero in più a settimana. Non sono, dunque, un caso le vere e proprie “rivoluzioni” avviate in tal senso nelle ultime settimane anche da colossi italiani come Luxottica, Lamborghini e Sace. Ma per quanto riguarda l’ospitalità ? La settimana corta è un modello attuabile e con quali modalità? Ne abbiamo parlato nell’approfondimento “Settimana corta in hotel: miraggio o possibilità?”, disponibile a questo link.

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