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Lavoro, irregolarità nel 76% delle aziende del settore

L'ultima operazione di vigilanza dell'Ispettorato del Lavoro ha accertato violazioni in una percentuale molto alta di imprese del turismo e dei pubblici esercizi, che vanno dal lavoro nero al mancato versamento dei contributi fino alle irregolarità su orari e sicurezza

L'ultima operazione di vigilanza dell'Ispettorato del Lavoro ha accertato violazioni in una percentuale molto

Di Job in Tourism, 27 Aprile 2023

Le HR del turismo sono impegnate in queste settimane in attività frenetiche di recruting e formazione: la stagione sta per entrare nel vivo, continua a mancare personale e molto di quello che si trova non risulta adeguatamente formato. Le cause sono quelle – di sistema – ormai note, che vanno dall’ombrello rappresentato dal reddito di cittadinanza alle mutate esigenze delle persone, sempre meno disposte ad affrontare tipologie di lavoro caratterizzate da orari e turni prolungati e spezzati che non facilitano l’equilibrio con il resto della vita, a fronte spesso di stipendi non all’altezza e condizioni di lavoro difficili. Si discute della necessità di attivare politiche aziendali e di welfare che facciano sì che i lavori del turismo tornino a essere “appealing”.

Ma forse basterebbe ripartire dalle “basi”, verrebbe da dire leggendo alcune notizie, come quelle relative all’ultima operazione di vigilanza straordinaria, promossa e coordinata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che ha riscontrato irregolarità nel 76% delle aziende dei settori del turismo e dei pubblici esercizi, con picchi del 95% al Sud e del 78% al Nord-Ovest. Come si legge su Il Sole 24 Ore, i controlli hanno interessato 445 aziende di tutto il territorio nazionale (ad eccezione delle province di Trento e Bolzano): su 2.364 posizioni lavorative verificate, gli accertamenti hanno fatto emergere 809 situazioni di irregolarità e 458 lavoratori “in nero”, fra cui 16 minori e 101 lavoratori extra Ue (tra i quali 18 senza permesso di soggiorno).

Le irregolarità

I controlli – si legge – hanno fatto scattare “330 prescrizioni per violazioni in materia di sicurezza e 253 provvedimenti di sospensione, di cui 180 per lavoro nero e 73 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza“. Oltre al nero, le irregolarità riscontrare riguardano soprattutto l’orario di lavoro, il mancato versamento dei contributi previdenziali e l’errato inquadramento contrattuale, oltre all’indebita percezione del reddito di cittadinanza, la mancata tracciabilità delle retribuzioni  e la videosorveglianza.

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