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Lavoro e natalità, i bisogni dei genitori e il ruolo delle aziende

La survey annuale dell'ADP Research Institute ha sondato il sentiment dei lavoratori genitori in Italia, che esprimono il bisogno di più servizi di supporto e maggior flessibilità, ma anche di occasioni di carriera

La survey annuale dell'ADP Research Institute ha sondato il sentiment dei lavoratori genitori in Italia, che

Di Job in Tourism, 24 Gennaio 2024

Ne parlavamo anche noi sull’ultimo numero del 2023 del magazine di “Job in Tourism”: nell’ambito del welfare aziendale e delle politiche di corporate wellbeing stanno diventando sempre più centrali le misure di sostegno ai lavoratori genitori. Un’attenzione che deriva non solo dalle istanze in fatto di conciliazione famiglia-lavoro espresse in maniera più forte delle persone nel post-Covid, ma anche dal dibattito aperto sul tema della denatalità: in un Paese già oggi meno popoloso e più vecchio, sostenere adeguatamente i genitori lavoratori all’interno delle organizzazioni è funzionale, in prospettiva, a sostenere anche un mercato del lavoro (e delle pensioni) altrimenti destinato a pesanti contraccolpi negli anni a venire.

Il sentiment dei genitori

Ma come si sentono oggi i genitori lavoratori nel proprio posto di lavoro? L’annuale survey redatta dall’ADP Research Institute“People at Work 2023: A Global Workforce View” ha estrapolato alcuni dati per sondare il sentiment odierno tra i lavoratori con figli in Italia (il focus ha interessato 2mila lavoratori in Italia di cui circa mille genitori). Ed ecco cosa è emerso.

Innanzitutto, si sottolinea come il 40% dei genitori lamenti un mancato avanzamento di carriera, percentuale che scende al 30% tra i non genitori. Tra le cause di insoddisfazione, il 43% lamenta di non avere avuto nessuno aumento in busta paga a fronte di un maggiore carico di lavoro, percentuale che sale al 51% per chi ha figli da 5 a 10 anni. Il 50% dei genitori lavoratori si aspetta un aumento in busta paga nel prossimo anno (il 55% dei non genitori), anche perché una percentuale del 29% ha dichiarato di lavorare in straordinario non retribuito almeno 6-10 ore a settimana (solo il 27% dei non genitori). La speranza, in mancanza di un aumento fisso, è quella di avere almeno un premio una tantum per ammortizzare l’inflazione (40%), di ottenere dei buoni spesa/voucher (43%) mentre il 34% spera in un bonus. Solo il 12% starebbe pensando di passare a un part time (il 17% tra chi ha figli da 1 a 5 anni).

Alla domanda “quale ritieni sia per te la cosa più importante nel lavoro?”, il 55% ha risposto il salario (52% dei non genitori), mentre il 44% considera fondamentale la sicurezza e la stabilità (contro una media italiana del 38% e il 32% dei non genitori). Il 32% dei genitori lavoratori ammette di non sentirsi sicuro e stabile nella propria azienda. Inoltre, il 45% si sente sottopagato, ma è un dato in linea con la media italiana.

Supporto psicologico e flessibilità

Il 43% vorrebbe più sostegno psicologico all’interno dell’azienda: il 17% si sente giornalmente stressato, e il 60% dice che questo stress pesa molto sul lavoro.

Per quanto riguarda invece la flessibilità: il 14% attualmente gode di completa flessibilità, il 31% divide tempo in ufficio con tempo a casa ma ancora un 52% lavora solo da ufficio; eppure, per il 38% lo smartworking ha semplificato il lavoro e la gestione famigliare. Nei prossimi 5 anni il 21% dei genitori lavoratori spera nella piena flessibilità, mentre il 19% non disdegnerebbe la settimana lavorativa di 4 giorni.

“È normale che in una società moderna il mondo del lavoro si debba integrare in modo virtuoso con l’ambito privato e famigliare – analizza Marcela Uribe, General Manager ADP South Europe -. Le aziende sono ormai chiamate a svolgere un ruolo attivo nel comprendere e soddisfare le esigenze dei propri dipendenti. In questo contesto, i programmi di sostegno per i dipendenti con figli rappresentano una priorità a cui dedicare appositi strumenti di aiuto sia economici sia psicologici, e un supporto concreto ad esempio con asili aziendali, voucher babysitter o una flessibilità oraria e di spazi ancora maggiore, che punti soprattutto al raggiungimento degli obiettivi”.

 

 

 

 

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