È una delle nuove frontiere dell’ospitalità, in modo particolare di quella luxury: gli hotel d’arte, nei quali l’esperienza di soggiorno è resa più ricca e stimolante dalla possibilità di poter ammirare opere, ora appositamente concepite per la struttura, ora ospitate in via temporanea per mostre ed esposizioni.
Se ne è parlato, la scorsa settimana a Rimini, anche nel corso di TTG Travel Experience: tra i mega trend che caratterizzeranno l’esperienza turistica nel prossimo futuro è stata, individuata, infatti anche il “Gift laboratory”, la diffusione di una “economia del dono”, ovvero di un ecosistema di rete basato sulla condivisione di beni che ne consenta la fruizione gratuita: gli hotel d’arte ne sono, in ambito turistico, uno dei principali esempi.
Il progetto “Arte fuori dal Museo”
In questa direzione va il progetto “Arte fuori dal Museo”, promosso nell’ambito del protocollo d’intesa siglato dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura con l’Associazione non-profit LoveItaly, che si è avvalso della rete degli hotel aderenti nella Regione Lazio al sistema Federalberghi, che ha l’obiettivo di rendere fruibili al pubblico opere archeologiche e storico-artistiche che sono oggi conservate nei depositi dei musei e bisognose di restauro, esponendole nei locali degli hotel.
Il Protocollo prevede spetti a ciascun ente museale che intenda aderire al Progetto la responsabilità di individuare non solo le opere che saranno esposte negli hotel e la durata di tali prestiti, ma anche ogni condizione e procedura relativa sia ai restauri a carico degli alberghi che alla movimentazione e alle condizioni espositive.
Gli hotel saranno scelti dai musei in funzione sia del loro pregio storico e architettonico che delle condizioni di vigilanza e sicurezza offerte, oltre che dalla eventuale vicinanza topografica dell’hotel al museo.
Una nuova fruizione dell’arte
“I depositi dei musei conservano numerosi pezzi di grande interesse storico o rilevanza artistica, tuttavia è utopistico immaginare che tutti possano essere sistematicamente esposti nei percorsi espositivi permanenti o anche attraverso forme di rotazione dei reperti o di mostre temporanee – ha spiegato Stéphane Verger, Direttore del Museo Nazionale Romano -. Pertanto sperimentare nuovi modi di presentazione delle opere, anche in luoghi finora non consueti – garantendone sempre la tutela e la conservazione – può contribuire alla messa in atto di una politica di fruizione dei beni culturali molto più ampia e capillare e incentivare la frequentazione dei musei”.
L’esperienza del Bettoja Hotel Mediterraneo
La prima applicazione del progetto è stata realizzata al Bettoja Hotel Mediterraneo, con l’esposizione di una statua di marmo romana del II secolo d.C. raffigurante la Dea Roma o Virtus. Si tratta di un’opera che finora era conservata presso i depositi del Museo Nazionale Romano e della quale il gruppo Bettoja Hotels ha finanziato il restauro, il trasporto e l’allestimento all’interno di una teca protettiva nella grande hall dell’albergo romano sull’Esquilino.
Al termine dell’esposizione al Bettoja Hotel Mediterraneo, prevista per 12 mesi, l’opera tornerà al Museo Nazionale Romano per una nuova collocazione nelle sale espositive.
“Arte Fuori dal Museo – ha sottolineato anche Giuseppe Roscioli, Presidente di Federalberghi Roma – è un esempio di come la collaborazione tra pubblico e privato possa portare a risultati di eccellenza: alla valorizzazione di tesori d’arte ‘dimenticati’ corrisponderà quella degli alberghi che li ospiteranno, celebrando un binomio, quello tra arte e turismo, che rappresenta la vera cifra di riconoscimento del brand Roma nel mondo”.
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