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L’anno nuovo e le incertezze del futuro

Di Antonio Caneva, 14 Dicembre 2001

Milano è una città lunare in questa fredda mattina in cui, causa inquinamento, le auto non possono circolare. Ben diversa era l’aria che si respirava l’anno scorso con l’approssimarsi delle feste. C’è un clima di rassegnata attesa; anche le illuminazioni natalizie sono di una tristezza ineguagliabile, sembra siano state recuperate da scatoloni ammuffiti: sono lì unicamente perché non se ne può fare a meno. In montagna, solo una spolverata di neve non favorisce il settore del turismo che più d’ogni altro avrebbe dovuto beneficiare del calo di interesse verso mete lontane. Il Corriere della Sera, nella pagina economica riporta i dati sulla recessione che ormai ha contagiato il mondo: disoccupazione negli U.s.a. al 5,7%, produzione industriale calata in Germania in ottobre del 2,1 e l’Italia è il paese che ha fatto registrare l’indice più basso tra i paesi del G7 nel superindice economico dell’area Ocse. L’anno che finisce certamente non riflette lo spirito del precedente; fino a settembre del 2001 abbiamo vissuto momenti di euforia, seguiti a record su record: nell’occupazione, nel fatturato turistico, nel numero di visitatori stranieri nel nostro paese e forse, presi come eravamo nel contabilizzare i buoni risultati, non ci eravamo resi conto che erano ormai maturate alcune condizioni di sofferenza generale, enfatizzate poi dall’11 settembre. Abbiamo vissuto un lungo periodo di crescita economica e, avremmo voluto che continuasse all’infinito: non è possibile, la storia ce lo insegna. E’ certamente poco agevole, in momenti di grande difficoltà, operare con distacco: non tagliare eccessivamente i costi non direttamente operativi, non ridurre gli organici anche oltre il ragionevole, anche se tutti sono consci che alla ripresa saranno premiati gli operatori che avranno utilizzato questo periodo per riorganizzarsi e valorizzare le potenzialità interne. Alcuni segnali di ripresa si iniziano timidamente a recepire e il mio augurio quest’anno, oltre a quello tradizionale di buone feste, è che nell’anno nuovo si sviluppino velocemente le condizioni per una ripresa che renda il futuro meno incerto e porti serenità nelle famiglie.

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