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L’agrigentino, terra del benessere

Di Massimiliano Sarti, 30 Marzo 2007

Una ventina di nuove strutture ricettive in tutta l’area dell’agrigentino e il potenziamento delle terme di Sciacca. È quanto prevede, insieme alla creazione di un nuovo operatore incoming, il progetto «La terra del benessere». Il piano, sotto forma di contratto di progetto, è stato presentato alle autorità nazionali e regionali da una sessantina di imprenditori locali riuniti nella Società consortile cooperativa. La nuova impresa costituita per l’occasione si è avvalsa dell’ausilio della Deca consulting, azienda siciliana specializzata in consulenze in materia di finanza agevolata. Il progetto prevede un investimento di 110 milioni di euro, ripartiti in diverso modo tra capitali privati e finanziamenti regionali e statali. «Abbiamo già ottenuto l’avallo da parte della giunta siciliana», spiega Marcello Notarianni, specialista in studi di mercato e membro del team di consulenti che fa capo a Deca. «Ora attendiamo il via libera dalle autorità nazionali. Se tutto va come speriamo, i lavori dovrebbero iniziare già ad aprile». L’obiettivo è creare, nell’agrigentino, un polo turistico in grado di qualificare e destagionalizzare l’offerta turistica locale.
«Quando abbiamo cominciato a studiare il progetto, più di due anni fa», prosegue Notarianni, «ci siamo accorti della penuria nell’offerta ricettiva della provincia, in termini sia quantitativi sia qualitativi: la zona è tra l’altro caratterizzata da un numero considerevole di seconde case costruite al di fuori di ogni piano regolatore e destinate a essere occupate solo durante l’alta stagione». A fronte di questa situazione si trova il territorio agrigentino: una provincia dalle considerevoli potenzialità turistiche finora inespresse. «A cominciare dal litorale, ancora poco sfruttato, nonostante la destinazione della maggior parte delle attuali strutture ricettive sia già il turismo balneare. La provincia beneficia anche della presenza di una rilevante ricchezza culturale, ben rappresentata dalla Valle dei Templi e dal sito archeologico di Selinunte. Ma importanti sono anche le risorse termali, concentrate soprattutto nell’area di Sciacca. E proprio il wellness abbiamo posto al centro della nostra proposta». Il piano prevede, infatti, la ristrutturazione dello stabilimento Antiche terme selinuntine, che dovrebbe diventare l’attrazione di punta dell’intera area centro-meridionale della Sicilia. Da qui anche la decisione di chiamare il progetto «La terra del benessere».
Gli interventi previsti nella proposta della Deca consulting riguardano, oltre a Sciacca, molti comuni della provincia agrigentina tra cui Menfi, Siculiana, Caltabellotta, Cattolica Eraclea e persino Lampedusa. Qui sorgeranno soprattutto alberghi a 3-4 stelle destinati a un target di medio-alto livello: «Tutte le nuove strutture saranno frutto di investimenti di operatori locali, anche se qualche importante catena alberghiera si è interessata al progetto e non escludiamo che possa in futuro parteciparvi. La nostra idea è quella di attirare flussi turistici internazionali di qualità per stimolare la nascita di un circolo di sviluppo virtuoso. Per questo motivo abbiamo proposto anche la creazione di un operatore incoming, che sia in grado di porre le risorse a sistema e di promuovere il territorio tramite i più avanzati strumenti di information technology. Puntare sul wellness significa, poi, diversificare e destagionalizzare l’offerta, sviluppando un segmento che sta dando chiari segnali di espansione in tutto il mondo».
È stato approfondito anche lo studio sulla sostenibilità del progetto, alla cui stesura ha partecipato Acta, un’associazione milanese di professionisti con diversificate esperienze, che promuove la ricerca di soluzioni creative per uno sviluppo eco e sociocompatibile. Tra gli altri interventi, il piano prevede il consolidamento di alcune strutture rurali preesistenti: si tratta dei cosiddetti bagli, insediamenti rurali un tempo residenze dei grandi proprietari terrieri, e ora spesso trasformate in rustiche strutture ricettive. «Questa è una parte fondamentale del nostro piano di sviluppo», sottolinea Notarianni, che collabora anche con Acta. «E non solo perché il turismo rurale costituisce un’importante e ulteriore risorsa del territorio. In fase di progettazione abbiamo condotto studi approfonditi per valutare gli effetti che il piano avrebbe avuto sul territorio, analizzando l’ipotizzabile incremento di flussi turistici e assicurandoci che l’impatto demografico non oltrepassasse la soglia di sostenibilità del territorio».
Un’ultima considerazione merita lo stato delle infrastrutture per il trasporto. «La situazione, seppur non idilliaca», conclude Notarianni, «è abbastanza positiva. Certo, la mancanza di strade ad alta percorrenza può causare qualche disagio, ma garantisce anche la conservazione del territorio. Nonostante poi i collegamenti autostradali provenienti da Palermo e Trapani si fermino sostanzialmente a Castelvetrano, la litoranea che conduce ad Agrigento è abbastanza scorrevole. Per quanto riguarda le strutture aeroportuali, al di là di Palermo, stiamo attendendo il potenziamento dello scalo di Trapani, così come la riconversione di quello militare di Comiso nel ragusano. Quando la ristrutturazione di entrambi gli aeroporti sarà terminata, ne beneficeranno sensibilmente i collegamenti nazionali e internazionali verso la Sicilia centro-meridionale. A noi non resta ora che attendere l’approvazione delle autorità competenti per dare finalmente inizio ai lavori».

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